Saronno News

Immagina di trovarti tra la folla, ai piedi dello Dzong, in un villaggio arroccato all’ombra delle più alte vette del mondo. Intorno, centinaia di volti sorridenti e danzatori, monaci e laici, con costumi e maschere tradizionali. L’enorme Thongdrel si srotola davanti a te, svelando il Guru Rinpoche che benedice i presenti: stai per vivere un’esperienza che ti connetterà profondamente con il popolo del Bhutan e la sua spiritualità. L’autunno è la stagione dei festival, di cui Thimphu Tshechu è uno dei più importanti: colori, musica, dipinti e rituali raccontano la storia antica di questa comunità e la loro arte ancestrale, offrendo al viaggiatore un’esperienza autentica e partecipata.

In Nepal, ogni passo può trasformarsi in un incontro. E dormire in una homestay non è solo un’alternativa al lodge, ma la chiave per entrare in punta di piedi nella vita quotidiana del paese. In tutti i viaggi Avventure, è prevista la possibilità di essere ospitati da famiglie locali, soprattutto nei villaggi più remoti e lungo le tratte dei trekking. In homestay si partecipa alla preparazione dei pasti, ai piccoli riti quotidiani e si ascoltano storie. In questi momenti, il Nepal smette di essere una cartolina e diventa relazione e condivisione, dandoci l’opportunità di sostenere direttamente le famiglie ospitanti e contribuire a un modello di viaggio più equo e rispettoso.

In Nuova Zelanda, tra geyser, foreste e valli, c’è un altro viaggio possibile: quello che avvicina la cultura Māori alla quotidianità del viaggiatore. I Māori chiamano la loro terra Aotearoa, il “Paese della lunga nuvola bianca”, e vivono da secoli secondo un principio semplice e potente: l’uomo non è padrone della natura, ma suo custode. Comunità Māori si possono incontrare a Rotorua, dove si è accolti nelle tradizionali marae, a Te Puia dove si può assistere alla haka, la danza cerimoniale, sul Monte Tongariro, sacro ai Maori, e infine nelle Bay of Islands dove alcune comunità tengono viva la cultura orale.