Saronno News

Oltre Bali, Giava e Komodo, esiste un’ Indonesia ancora sconosciuta e incontaminata, quella delle isole più orientali. Oltre le rotte battute, arcipelaghi remoti custodiscono barriere coralline integre e villaggi di pescatori: Banda e le Molucche, Halmahera, Banggai con le Bokan, Alor e Rote, fino a Raja Ampat. Le correnti del Triangolo dei Coralli alimentano giardini sottomarini dove nuotano mante, tartarughe, squali innocui e banchi di pesci tropicali. Sulle isole emergono vulcani, lagune turchesi e foreste di mangrovie. Le terrazze di noce moscata e chiodi di garofano, e i forti portoghesi e olandesi ci riporteranno all’età delle spezie e delle colonie. Nuoteremo tra reef e barriere intatte, in parchi marini che detengono il primato della biodiversità. Navigheremo in kayak tra isole coperte dalla giungla, incontreremo le tessitrici di ikat al telaio e scopriremo i villaggi papuasi. Un’Indonesia che vive di mare e comunità, dove ogni tappa è condivisione e rispetto dell’ecosistema.

Nel cuore dell’inverno, Ha’erbin, nella Cina nordorientale, diventa un laboratorio a cielo aperto: scultori e light designer da tutto il mondo giungono qui per lavorare i blocchi di ghiaccio del fiume Songhua, creando palazzi, templi, draghi e intere strade luminose. Non è solo spettacolo, è una scuola internazionale di tecniche, dalla cesellatura alla colata, un evento unico che trasforma la città in un villaggio effimero. Dedicheremo quattro giorni al Festival del Ghiaccio e il resto del viaggio alla scoperta di una Pechino sotto la neve: la Città Proibita ovattata, i bastioni della Grande Muraglia, il Tempio del Cielo e il Palazzo d’Estate in veste invernale. Tra i vapori di tè e il profumo dei ravioli al vapore, passeggeremo negli hutong e nelle corti avvolte dal silenzio, sotto un manto di neve. La Cina d’inverno ci aspetta in una veste davvero speciale.

Altipiani che superano i 4000 metri, vulcani oltre i 6000, saline che riflettono cieli immensi: la Puna andina è un deserto d’alta quota dove il silenzio è l’elemento fondante. Solo pochi argentini conoscono quest’area che si estende tra Salta, Catamarca e Jujuy, in un mosaico surreale di forme e colori. Attraverseremo la Garganta del Diablo e l’anfiteatro naturale di Cafayate. Sull’altipiano scopriremo il Campo de Piedra Pómez, un labirinto di pomici scolpite dal vento; il Salar de Arizaro con il Cono de Arita, piramide naturale che emerge dal bianco; lagune altiplaniche popolate da fenicotteri; canyon rossi e pianori di basalto. L’aria tersa ci regalerà notti stellate straordinarie, mentre vigogne e nandu attraverseranno le nostre piste. Un territorio severo e puro, dove l’essenziale è misura e orientamento: qui la natura detta il passo e ogni orizzonte ridefinisce le distanze.