Cristobal Colon: il nostro primo 5000

E’ il Natale 1983 ed in 8 abbiamo come meta la Colombia per la scalata del Cristobal Colon, 5775 m, la vetta più alta del Paese sita nel territorio dei Tayrona. Per l’avvicinamento ci facciamo aiutare prima con dei mezzi e poi da Thomas con suoi 5 muli, molti sono i bagagli che abbiamo, non solo di attrezzatura alpinistica ma anche e soprattutto di vettovaglie per la spedizione, viveri che vengono tutti dall’Italia.

Dopo un primo tratto in fuoristrada incontriamo Thomas ed i suoi animali e cominciamo il trekking di avvicinamento. Attraversiamo zone di rara bellezza, in prevalenza disabitate, con solo rarissime case di famiglie Tayrona e limpidissime lagune perse tra immense valli. A Natale, pur essendo inverno, moltissimi sono i fiori che incontriamo e numerose sono le stelle di natale fiorite, arbusti che qui sono quasi alberi. Il trek è lungo e faticoso, ma la quota si guadagna piano piano e perciò non ci sono problemi di acclimatazione. Ad un certo punto però i muli non riescono più a proseguire e quindi tocca a noi caricarci di tutto quanto per arrivare al nostro campo base a circa 5000 m, su delle lastre di granito appena sopra l’ultimo dei magnifici laghi. La sera prima della partenza siamo un po’ preoccupati – Che cosa troveremo? Come sarà la via? Ci saranno difficoltà tecniche? – Poche infatti sono le informazioni su questo monte, ma stiamo tutti bene tranne Stefano che non riesce più a camminare diritto e vomita. Un mal di denti gli ha scatenato un feroce mal di montagna.

La mattina dopo partiamo solo in 6 che è ancora buio e dopo un primo tratto di massi e sfasciumi incomincia la neve. Ma un salto verticale di circa 4 m di roccia liscia e ghiaccio vivo ci si para davanti e per superarlo velocemente, invece di mettere una corda fissa, la facciamo più corta salendo tutti sulle spalle di Giovanni, il più alto, che ci fa da scala umana… Poi il percorso si fa più pianeggiante e, con solo uno scivolo di neve e ghiaccio faticoso ma non difficile, senza particolari problemi tecnici, raggiungiamo l’ampia vetta. Sono le 9 e dalla cima si vede il mare ed, incredibile, la curvatura della terra!

Il ritorno verso la civiltà è su di un percorso diverso e segue una grande valle disseminata di capanne isolate e di paesetti Tayrona. Molti sono gli incontri che facciamo: gli indios Tayrona sono molto alti, con capelli lunghi ondulati e vestiti bianchi tessuti a telaio. I maschi portano tutti il caratteristico copricapo a pandizucchero, numerose muchillas colorate ed hanno la zucchetta in mano piena di calce o conchiglie pestate e foglie di coca che masticano continuamente. Stefano si è ripreso bene, in pochi giorni raggiungiamo il mare di Cartagena per un meritato relax. Siamo in uno splendido albergo sulla spiaggia … ma ci prendiamo tutti le piattole …

Dopo alcuni anni i Tayrona ottennero che il Cristobal Colon non fosse più salito dagli alpinisti e fosse considerato un monte Sacro per la loro cultura. Ancora oggi con orgoglio te lo indicano puntualizzando che nessuno può più violare la sua cima.

Puoi leggere un mio articolo pubblicato in quegli anni sul Giornalino di Avventure nella sezione Racconti – Sud America, articolo dal titolo “In sei sulla vetta del Cristobal”

 

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