May I implove my english?

Stiamo visitando il Guizhou (Cina) e le sue affascinanti minoranze etniche; è il maggio del 2000. Questa sera riusciamo a sfuggire alla guida ed andare da soli a spasso per la città. Non cè un turista, la cittadina è piccola e di campagna quando improvvisamente un gruppetto di studenti attacca discorso in uno strano inglese dove tutte le “erre” diventano “elle”: May I implove my english?

Sono una classe dei primi anni di liceo che vuole fare pratica e sono entusiasti di aver trovato 4 turisti coi quali conversare ed esercitarsi. Prima devono telefonare a casa per avvisare che tarderanno, poi chiamano entusiasti il loro professore, infine ci vogliono trascinare in un localino a gustare i piatti locali. Sono una infinità di piattini minuscoli e gustosi e le portate non finiscono mai.

Di nascosto vado a pagare e scopro che il pasto di una intera classe (circa 30 alunni) più 4 stranieri costa solo 20 000 lire. Ma non è ancora finita poiché dobbiamo andare dal fotografo a fare le foto di gruppo da mostrare domani a tutta la scuola.

Al mattino grande lavata di capo dalla nostra guida che, scoperta la nostra assenza, già ci vedeva accoltellati in un vicolo. Alla reception troviamo microscopiche teiere e tazzine lasciate dagli studenti per noi accompagnate da simpatici bigliettini di saluto rigorosamente in perfetto inglese.

 

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