Ma il rifugio dov’è?

Siamo sulle slitte da questa mattina e sta venendo tardi, i cani sono stanchi ed affamati, ma finalmente al tramonto sbuchiamo sulla cresta del fiordo in vista del ghiacciaio Eqi Sermia e per arrivare ci aspetta solo una discesa.

Ma il rifugio dov’è?

Neels, il capo delle guide, guarda giù perplesso e sembra non riconoscere i posti: la distesa di un bianco accecante scende ripida sul fiordo, ma di casette neppure l’ombra. Non ci resta che buttarci verso il mare in una volata pazzesca con i cani dietro a frenare le slitte. Il tramonto è veloce ed il buio ci sorprende tra i massi di ghiaccio sconnessi del fiordo con i cani esausti che si rifiutano di avanzare. Gli sballottamenti sono ora tremendi, non vediamo nulla, è oramai buio pesto, però dobbiamo inoltrarci nel fiordo poichè Neels si e accorto che siamo sbucati troppo ad Ovest ed il rifugio dovrebbe essere più avanti.

Il problema è che è luna nuova, quindi buio totale, e noi abbiamo solo delle scarse luci frontali; per vedere la strada ci vorrebbero ben altre lampade… Ma improvvisamente sorgono all’orizzonte dei bagliori, strisce luminose verdi compaiono nel cielo e si muovono, danzano, si avviluppano sopra di noi. Non siamo più preoccupati poiché troppo indaffarati a guardare in alto incantati dalla più bella Aurora del viaggio che si muove in lente volute sfumate di verde, ma anche rosa, giallo e violetto.

Non ci accorgiamo neppure che siamo arrivati a quello che oramai è un rifugio semidistrutto di una spedizione francese di alcuni anni fa. Mentre i musher danno da mangiare ai cani noi prepariamo un intruglio con pezzi di Karibù, Alibut ed alcune patate.

Sono le 23.30 e mai una minestra ci è sembrata così buona!    Da un “Gronland Slitta” (Groenlandia), Marzo 2009.

 

Aggiungo a questo articolo le parole che oggi 14 dicembre 2023 mi scrive l’amico Eugenio, uno dei partecipanti al viaggio.

“Cara Giuliana, ho ritrovato me stesso nei silenzi che inconsapevolmente ho cercato, uno dei tanti momenti mi e’ capitato in Groenlandia, tu sei stata il mio coordinatore in quella spedizione. Sulle slitte trainate da cani, costeggiavamo la costa, percorrendo il fiordo ghiacciato, era dopo il tramonto, il cielo era scuro ma scintillante di stelle che lo ricoprivano come diamanti in tutte le direzioni, eravamo stanchissimi dopo una lunga giornata di slitta, trekking e freddo a meno 20 gradi per tutto il giorno, quando a me, capitò di bagnarmi entrambe le gambe nella pappa salmastra che si forma dal movimento tra il mare ghiacciato e la terra, la paura ebbe il sopravvento sul freddo, perche’ vidi preoccupate le nostre guide locali. L’innuit capo della spedizione mi fece scendere dalla slitta e mi disse di correre assieme ai cani da slitta, non potevo piu’ fermarmi, ero distrutto e spaventato, dovevamo raggiungere da li a poco una baita, l’ultimo avamposto di una spedizione per il polo nord, ebbene, stava per avvenire una esperienza che mi ha cambiato la vita. Iniziavo a sentirmi stordito, tu forse mi osservavi perche’ anche tu preoccupata, ma io non capivo piu’ niente, ma poi……. iniziai a vedere verde, non mi resi conto da subito che le tende di luce verdi erano l’effetto dell’aurora boreale, …. piansi tanto, piangevo e correvo, ma per gioia, non avevo piu’ paura di morire perche’ la gioia di viverere, aveva vito la paura della morte. dopo quel momento nella mia vita e’ cambiata. Tu sei la mia testimone di quel momento, iniziatico, e credo tu sappia cosa voglio dire. Grazie Giuliana.”

 

Potete vedere video di questa incredibile Avventura dal titolo “Un gelido Paradiso”.  I video sono 3   Gronland slitta 1  , Gronland slitta 2  , Gronland slitta 3  e sono tutti imperdibili, credete a me. 

 

 

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