1998 Kangchejunga

Kangchejunga

Il trek non è dei più facili sia come ambiente che come logistica: caldo umido in basso, freddo, ma sempre umido in alto, frequenti piogge serali nonostante la stagione giusta, lunghi e faticosi saliscendi da un lato, completa assenza di punti di appoggio e conseguente necessità di essere totalmente autosutticienti dalle tende al cibo, dall’altro consigliano questo percorso a trekker esperti e non certo a neofiti che pensano di trovarsi al giro dell’Annapurna!!  La ricompensa è un tuffo in quello che doveva essere il Nepal 30 anni fa; ambiente naturale e culturale incontaminato. Nessun bambino questuante, villaggi fermi nel tempo, jungla impenetrabile e terrazzamenti infiniti, limpidi fiumi e, the list, but not the least, sua maestà il Kangchenjunga, la cui impressionante parete Sud, alta 3000 m, chiude uno spettacoloso anfiteatro di roccia e ghiaccio.

Clima e ambiente

L’estremo Nord-Est del Nepal è un ambiente anomalo rispetto al resto del Paese; la relativa vicinanza delle montagne alla pianura e l’influenza del golfo del Bengala rendono il clima estremamente umido anche durante la stagione asciutta. In bassa quota (da 900 a 2300 m) il clima è caldo-umido, con foresta pluviale fitta ove c’è scarsa popolazione e infiniti terrazamenti a risaie ove la popolazione è più densa . Ovunque abbondanza di sanguisughe e piogge serali-notturne anche violente. In alta quota il clima diventa più freddo, ma, non meno umido, come dimostra la presenta di vegetazione arborea fin oltre 24000 metri. Al pomeriggio si ha facilmente condensazione di nebbia con diminuzione notevole della temperatura. Le montagne restano visibili solo per brevi periodi al mattino, in genere tra le 8 e le 9.30. L’ambiente umano è caratterizzato da popolazioni Limbu e Chettri nella fascia medio bassa e da Sherpa direttamente tibetani nella fascia alta, mentre la fascia intermedia rimane praticamente spopolata. Tutte queste popolazioni non sono ancora toccate dal solito turismo becero e ignorante che popola molti trekking in Nepal, ma fino a quando? 

Attrezzature e vestiti

Oltre alla tenda, sono ovviamente necessari un buon materassino e un sacco a pelo polivalente, tenendo conto che in busso fa caldo e in alto molto freddo. Per camminare buoni scarponcini da trek e altumente consigliabili, i bastoncini da sci per alleggerire le ginocchia durante gli infiniti saliscendi. Buon zaino con coprizaino e, seguendo l’uso locale, un ombrello contro sole e pioggia. Vestiti a strati, di cotone (o, meglio, capilene light) in basso, pile per la sera, tuta di terinda per camminare in quota, duvet, calzamaglia, guanti e berretto pesante per le sere in quota.

Osservazione Importantissima

La popolazione dei posti attraversati dal trek è ancora culturalmente integra e NESSUN bambino chiede penne o bonbon. .. questo perché ancora nessuno STUPIDO turista, per un malinteso senso di bontà, ha incomincialo a fare “Regalini” DON’T MAKE THEM BEGGERS!!! Certamente vi ritroverete dei partecipanti con “il core in mano” che penseranno di tacitare la loro coscienza regalando penne o caramelle (ma quando sprecano energia stupidamente la loro coscienza tace, eppure è così che impoveriscono il mondo!), ebbene, IMPEDITEGLIELO, COSTRINGENDOLI, SE PROPRIO INSISTONO, A CONSEGNARE I DONI AL MAESTRO O SIMILI e non direttamente uni bambini, NEPPURE UNA CARAMELLA!! Salviamo la loro dignità, se proprio vogliamo aiutarli ci sono, anche a Kathmandu, valide organizzazioni a cui consegnare contributi e doni, sicuri che saranno ben impiegati.

Martedì 20/10 Kyaprara (2730m) – Ghunsa (3430m) – 4,30 ore

Solito orario al mattino, discesa nella foresta lungo il fiume, poi saliscendi sempre un po’ in salita fino al grande e sparso | villaggio di Phere, ove arriviamo alle 10.30 e ci fermiamo per il lunch. Tempo brutto, a tratti piove. Ripartiamo alle 12.30 e proseguiamo in salita lungo il fiume, in una bella valle dove la vegetazione cambia lentamente da tropicale a montana. Vediamo Ghunsa oltre il fiume, arriviamo al ponte e poi al grande paese tibetano, sporco e fangoso, ma estremamente significativo come esmpio di “un altro modo” di vivere. Poniamo il campo nel giardino di una casa privata, ove arriviamo alle 14. Pomeriggio di relax con passeggiate in paese, alla sera fa veramente freddo ed escono i sacchi a pelo pesanti. Durante la notte piove è tratti.

Mercoledì 21/10 Ghunsa (3430 m) -Campo a quota 4200 m. – 4.40 ore

Al mattino è freddo, ma sereno, solita partenza alle 7.30 e subito salita in un fitto bosco. Il sentiero tira dritto ed in 2.30 ore siamo a 4000 m. con l’ambiente un pò puù secco, ma sempre boscoso, splendide viste sulla valle sottostante.Un pò di diagonale ed alle 10.40 ci fermiamo presso una sorgente per il pranzo: molto caldo e sole, notevoli viste sui monti circostanti. Alle 12 ripartiamo e con diagonali e saliscendi alle13.30 arriviamo ad un ripiano paludoso, letteralmente ricoperto da escrementi di yak, ove mettiamo il campo mentre la nebbia sale avvolgendo ogni cosa. Pomerigio problematico per alcuni paretecipanti che accusano la quota con mal di testa e vomito (strano, siamo saliti a piedi e mlto gradualmente, ma questo mi convince dell’importanza del giorno di sosta a Ghunsa, specie per gente non abituata alle alte quote) ma verso sera tutti stanno meglio e, malgrado il freddo la nebbia e la pioggia passiamo una buona nottata. I portatori, de si sono venduti gli indumenti caldi e che sono venuti senza adeguati vestiti, malrado fossero stati avvertiti del fatto che si andava al freddo, battono i denti, ma noi abbiamo più quasi nulla da dare …

Giovedì 22/10 Campo quota 4200 – Mirgin Là (4724 m.) . Yalung (4200 m) – 6.30 ore

Piove anche al mattino, siamo in una bara di nebbia e freddo,; smontiamo le tende fradice ed alle 7.30 partiamo. Il Mirgin Là è in realtà costituito da una successione di 4 passi tutti atomo ai 4600/4700 m, intervallati da creste e picole valli, con un percorso quindi particolarmente faticoso anche per la quota. Subito salita abbastanza dura e in due ore siamo al primo paso, da dove abbiamo una splendida vista dello Jannu; subito dopo però il tempo sì chiude e per tutto il giorno cammineremo nella nebbia … la sfiga ! Continuiamo per creste e saliscendi fino alle 10.30, quando ci fermiamo per un gelido panzo. Riprendiamo per creste e passi senza vedere altro che i Chorten in cima ai valichi (ricordarsi di portare dal basso una pietra di aggiungere al mucchio) e în ore 2.15 arriviamopiù alti sopra lo Yalung river. Da qui si dovrebbe (con bel tempo) goderedi una stupenda vista del Cangchejunga , per noi solo nebbia.! Lunga e ripida discesa alle 16 siamo sopra Tseram e prendiamo il bivio per Yalung , una semplice sadura in alto sul fiume. La raggiungiamo in 25′, ma nel frattempo ha cominciato a piovere e montiamo il campo sotto l’acqua battente. Serata un pò tragica per maltempo, freddo, quota e cibo troppo pesante.

Venerdì 23/10 Yalung (4200 m) – Ramze (4620m) – 3 ore

Alle 6.30 nebbia fitta, aspettiamo il sole per asciugare le tende e finalmente alle 8 uno squarcio di assoluto sereno ci permette anche di apprezzare lo splendido ambiente in cui ci troviamo e le alte montagne circostanti, propaggini sud-ovestdel massiccio del Kangchejunga. Alle 9 è tutto asciutto e mentre il tempo si richiude nuovamente, una frana ci costringe a scendere al fiume e poi risalire verso Lapsang, ampio pianoro con lago a 4400 m, punto di inizio del sentiero del Lapsang Là, passo parallelo al Mirging Là ma molto più alto, difficoltoso per neve e ghiaccio e decisamente sconsigliabile in un trekking come questo. Si prosegue con a destra la morena dello Yalung glacier ed in breve raggiungiamo il pianoro di Ramze, con laghetto e mandrie di yak al pascolo. Fa molto freddo, nebbia fitta ed a tratti piove, siamo tutti piuttosto stanchi e passiamo il pomeriggio a dormicchiare nelle tende.

Sabato 24/10 Ramze (4620 m) – Oktang ( 4800 m) – Tseram ( 3870 m) – 3 + 2.30 ore

Alle 6 le nuvle si aprono, una tazza di tè ed alle 6.45 schizziamo di corsa verso il chorte di Oktang … salvo renderci conto dopo pochi minuti che siamo a 4700 m e ridimensionare il passo! Continuiamo comunque velocemente nella valletta a lato della morena, con il timore che le nuvole nascondano nuovamente i monti, ma la giornata ha deciso di esserci favorevole ed alle 8.15 raggiungiamo in chorten in un tripudio di sole, ghiacci e roccia. La parete sud del Kangchejunga, anche se ancora parecchio lontana, chiude in tutta la sua possanza uno splendido anfiteatro e la giornata limpidissima permetterebbe di vedere con i binocoli evenuali alpinisti sulla vetta! Con tempo sempre splendido alle 11 siamo di ritorno al camp, un rapido pranzoed alle 12.30 a Tseram c’è un bel prato per il campeggio, ma siamo di nuovo nella nebbia umida e fredda. Notte gelida.

Pubblicato sulla Rivista del 1999 n.1 nella seione “Dialoghi”

Maurizio Traverso