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Sabato/Domenica
18/19 Settembre
Nella splendida natura della VAL VIOLA
Il mondo dei rifugi di alta quota è sempre stato per me
un qualcosa di cui sentivo parlare, ma che sapevo al di fuori della mia
portata (i miei 140 chili mi limitano nelle salite). Non sto parlando di quei
rifugi che si raggiungono in macchina e che si riempino di turisti affamati
nei week end.
Luigi e Cristina
hanno trovato uno di quei posti idilliaci fuori dal mondo dove è possibile
arrivare con una fatica a misura d’uomo (pesante) e dove si può godere di
viste, ambienti e silenzi che sono normalmente retaggio di ben altre
situazioni.
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Programma di massima
Mezzi
Auto, circa 220km’da Mlano
Ritrovo alle 8.15 a Milano
Arrivo al parcheggio ore 11.30
Arrivo al rifugio ore 13.30
Il resto si rifinisce secondo quanto preferito dal
gruppo
Rientro a Milano entro le 20.00 del 19/9
Spesa
prevista –
Trasferimento
Macchina circa 20 euro
solo andata per macchina (in 4 persone circa 5 euro a testa)
Accesso alla strada 3€ a
macchina
Pensione completa, pranzo
del sabato, cena, pernottamento, prima colazione della domenica 35€ a testa
Noleggio del sacco
lenzuolo (per chi non ce l’ha) 4 €
Pranzo della domenica, in
libertà
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Ma vediamo che cosa
ci propongono.
La Val Viola si trova appena passato Bormio in direzione
del passo del Foscagno in Comune di Arnoga.
Il programma puo essere:
Sabato 18 settembre partenza in mattinata in modo da
essere ad Arnoga verso le 11.00 / 11.30, la distanza da Milano è di circa 210
Km.
Ad Arnoga in corrispondenza di un tornante si prende a
sinistra una strada , pgamamento di un pedaggio di tre euro per auto,
inizialmente asfaltata e poi sterrata, che dopo circa 5 km perviene ad un
ampio parcheggio dove si lasciano le auto.
Si prosegue a piedi lungo una larga mulattiera che
raggiunge in circa un ora il Rifugio Viola, con un dislivello di circa 300
metri.
Il rifugio si trova al centro di una conca erbosa
caratterizzata da laghi e laghetti collegati da torrenti.
Essendo ormai le 13.00 si pranza presso il rifugio, il
menu fisso è tradizionalmente formato da polenta, spezzatino di vitello,
salsiccai ai ferri, formaggio locale, vino a volontà, caffe con correzione e
vinbrulè.
Nel pomeriggio si puo in circa mezzora salire al Passo di
Val Viola, dislivello 175 metri, che si trova sul confine italo-svizzero.
Dal passo si ha la vista su tutta la Val Viola e sul versante
svizzero lungo il quale si puo scendere e raggiungere il lago di Val Viola
molto ampio con una isoletta boscosa nel mezzo ( circa 1.15 ore dal passo,
dislivello 310 metri ).
Si ritorna al rifugio per la cena e il pernottamento ( per
il pernottamento occorre il sacco lenzuolo o il sacco a pelo, presso il
rifugio sono disponibili i sacchi lenzuolo a 4 euro .
Domenica mattina dopo
la prima colazione si inizia il percorso di ritorno lungo il lato opposto a
quello di salita.
Si percorre in discesa tutta la conca, con guadi vari per
superare i vari torrentelli e si raggiunge in circa due ore una malga dalla
quale si puo vedere la Val Verva con il ghiacciaio del Dosdè.
Dalla malga in circa 15 minuti si sale al parcheggio a
riprendere le auto.
A questo punto per la sosta di mezzogiorno e per il
pomeriggio sono possibili due alternative:
la prima fermarsi a Bormio e visitare la zona termale con
i Bagni Vecchi, la seconda scendere fino a Chiuro dove è in corso la
manifestazione il Grappolo D'oro, pranzare presso le strutture allestite e
visitare le vecchie cantine con degustazione di prodotti tipici e la
compagnia degli abitanti del posto in costume e con l' accompagnamento
di musiche tradizionali.Per questa alternativa mi sto interessando per avere
il programma con gli orari delle manifestazioni.
dimenticavo riguardo ai costi, il pranzo di mezzogiorno e
della sera il pernottamento e la colazione presso il Rifugio Viola hanno un
costo complessivo di 35 euro a persona.
Riferimento Luigi - mauri.luigi@cdc-srl.it
Oppure a Guido Platania
Tel 335/208784
- gp@helponline.it
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(Alta Valtellina - facile - 76)
Partenza:
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Arnoga, 1850 m
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Quota massima:
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Passo della Val Viola, 2430 m
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Dislivello:
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580 m
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Sviluppo:
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22,6 km
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Ciclabilitá:
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100%
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Tempo:
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salita: 2.50 ore; discesa: 1 ora
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Varianti:
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discesa per la Val Cantone di Dosdé
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Itinerario di grande interesse paesaggistico che si snoda sotto
le montagne del gruppo della Cima Piazzi e della Corna di Campo.
Accesso
in auto, Arnoga è l'ultimo paese che si incontra salendo
da Bormio verso Livigno lungo la ss. n. 301, prima del Passo del Foscagno (km
18).
Considerazioni
Itinerario di grande interesse paesaggistico che si snoda
sotto le montagne del gruppo della Cima Piazzi e della Corna di Campo. La Val
Viola bormina (così specificata per distinguerla da quella poschiavina, in
territorio elvetico) è una lunga valle che si trova a garantire l'accesso di
altre vallate molto distanti tra loro: la Val Verva e la Val d'Avedo nel
territorio di Grosio, la Vallaccia in quello di Livigno e la vicina Svizzera.
Appena sotto il passo un ospitale e frequentatissimo rifugio privato, aperto
solitamente dall'1/6 al 30/9 (40 posti letto, tel. 0342/985136, gestore Marco
Fraquelli), è una meta escursionistica e gastronomica molto frequentata dai
turisti dell'alta valle.
Descrizione
Da Arnoga si imbocca la strada sterrata che s'addentra per
la Val Viola (appena partiti ignorare la strada che scende sulla sinistra) e
supera via via i prati e le case sul fianco della valle fino a raggiunge, in
50 minuti e dopo 4,3 km, un piccolo parcheggio (la strada fino a questo punto
è solitamente aperta al traffico). Si continua sempre con moderata pendenza
lungo una carrareccia più sassosa ma sempre pedalabile fino ad incontrare
sulla sinistra, al km 5,6, un'altra carrareccia che scende verso la visibile
Val Cantone di Dosdé (vedi variante). Un ultimo breve tratto separa dal rifugio,
che si raggiunge dopo aver superato dall'alto un apprezzabile laghetto posto
alla base del rifugio Viola 2314 m (km 8,8; 2 ore). Appena sopra il rifugio,
raggiungibile in bicicletta lungo una vecchia e ben conservata mulattiera, si
trova il Passo della Val Viola (km 11,3; 2.20 ore) che mette in comunicazione
con la Val Poschiavina. (Da ricordare che da qui è possibile scendere fino al
sottostante Lago Viola e percorrere tutta la valle fino a Sfazù 1622 m
congiungendosi con la strada del Bernina che scende a Tirano. Questo percorso
si sviluppa però nel primo tratto in territorio elvetico e lo sconfinamento
non è visto di buon occhio dalle guardie di confine svizzere che possono
applicare restrizioni o multe agli sconfinanti).
Il ritorno è per l'itinerario di salita.
Varianti
discesa per la Val Cantone di Dosdé
Dal Passo della Val Viola l'alternativa di discesa segue a ritroso
l'itinerario di salita fino al km 5,7 dove, sulla destra, si stacca la
carrareccia che in 15 minuti porta all'Alpe Dosdé. Appena sotto la malga,
voltando le spalle all'anfiteatro delle cime occidentali di Lago Spalmo, si
scende ad un ponte e si prosegue su un tortuoso sentiero fino alla Baite
Carecc, poste sulla sinistra idrografica del gonfio e rumoroso torrente che
scende dai sovrastanti salti rocciosi. Si prosegue sulla destra del corso
d'acqua fino ad attraversarlo e si raggiunge località Crapena. La strada sale
leggermente fino a Minestra, dove si ignora la comoda strada che risale e si
congiunge con l'itinerario di salita, optando per un sentiero che si infila a
lato della strada, attraversa un grosso ruscello, e continua con un
saliscendi fino a un bivio presso le Baite Paluetta. Si imbocca decisamente
la strada a destra che scende per la Val Verva ma immediatamente sulla sinistra
si intravede e si inforca l'imbocco della decauville (segnavia bianchi e
rossi) che riporta in 4,4 km ad Arnoga (in totale sono km 14,2).
Mappa percorso:

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Percorsi consigliati

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In alta Val Viola Bormina
a quota 2314 metri
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Punto di partenza per questa escursione
è l'abitato di Arnoga (metri 1850 circa), raggiungibile lungo la Strada
Statale 301 che sale verso il Passo del Foscagno e che di lì conduce poi
a Livigno. Nei pressi dell'ampio tornante, ove vi è anche un ristorante,
incontriamo la deviazione per la Val Viola Bormina e la seguiamo,
prestando attenzione ad imboccare la sterrata che corre pianeggiante
verso destra.
Per chi volesse percorrere a piedi l'intero itinerario segnaliamo la
possibilità di parcheggiare l'auto scendendo a sinistra dove, pochi metri
oltre il bivio, vi è un modesto parcheggio. In effetti questa sterrata
prosegue costeggiando il torrente Viola Bormina sino all'Alpe Campo, poi
risale sino al Passo di Verva e di qui porta in Val Grosina (rifugio Falck).
Sterrata che però negli ultimi anni raramente è aperta al transito.
La nostra carrozzabile si addentra sempre in direzione Sud-Ovest per un
totale di circa 8 km, anche se solo poco più di 4 km sono aperti al
transito di mezzi a motore; d'estate è vietato il traffico lungo tutto il
percorso. Dopo circa 1.8 km incontriamo un primo bivio dove proseguiamo a
destra. Al km 3.3 incontriamo una deviazione che permette di inoltrarsi
in Val Vallaccia (variante del Sentiero Italia che passa poi nei pressi
di Trepalle), noi la lasciamo sulla destra. Un ultima deviazione per la
quale occorre prestare la dovuta attenzione è al km 4:
seguiamo la via di destra e siamo in breve al parcheggio in località
Altumeira (m.2116).
D'ora in poi comincia l'escursione a piedi, sempre per l'ottima
stradetta, adatta a tutti, che ci conduce in circa 1 ora al rifugio. Ad
un certo punto del cammino una seconda strada si stacca dalla nostra e
scende verso sinistra sino a raggiungere la già visibile Alpe Dosdè (m.2129)
nella parte bassa della vallata, laddove corre il torrente Bormida.
Proseguendo su questo sentiero, che coincide con il Sentiero Italia, si
giunge in Val Cantone di Dosdè al bivacco Caldarini e
più avanti al rifugio Capanna Dosdè.
Nel caso la strada da Arnoga fosse chiusa al traffico il tempo totale
sale a circa 3 ore. Ecco un percorso alternativo che potremmo seguire
(antico tracciato): poco dopo l'inizio del nostro cammino, ad un bivio,
ignoriamo la strada per l'Alpe Campo e prendiamo a sinistra. Proseguiamo
verso il fondovalle in vista del torrente Viola Bormina fino ad una
radura dove troviamo a sinistra un sentiero che sale alle baite di Verva
ed al successivo passo. Proseguiamo invece diritti, passiamo le baite di
Crapena (m. 1929) e proseguiamo nel bosco fino ad un ponte dove parte il
sentiero per le baite Orsa. Noi invece continuiamo lungo il torrente. Passato
un altro ponte, superiamo il bivio per Caricci ed iniziamo a salire con
vari tornanti fino ad un dosso ove lo sguardo si apre
sull'Alpe Dosdè e sui ghiacciai della vedretta omonima. Da qui, ignorato
il sentiero di sinistra per il Passo Dosdè, continuiamo risalendo per un
costone erboso. La valle ora si restringe e il percorso diventa pietroso.
Senza difficoltà raggiungiamo due laghetti posti a quota 2258. Verso nord
troviamo il sentiero per il lago di Val Viola che ignoriamo e proseguiamo
fino ad una valletta erbosa oltre la quale vi è un altro laghetto. Siamo
giunti così all'ex caserma e ora rifugio meta della nostra escursione.
Esso e' situato in un ambiente di rara bellezza sia paesaggistica che
naturalistica. I numerosi laghetti alpini che si adagiano nell'ampia
conca di origine glaciale (di cui il maggiore e piu' conosciuto e' quel
bellissimo lago di sbarramento morenico noto come Lago Viola, ricco di
trote) costituiscono senza dubbio il principale elemento geomorfologico
che caratterizza l'alta Val Viola.
Ottima è anche l'ipotesi di percorrere l'intera vallata in mountain-bike.
...i dati che seguono sono a cura di G.Peretti - Alpinia Editrice
E' detta Val Viola Bormina, per distinguerla dalla sua prosecuzione in
territorio Svizzero, chiamata Val Viola Poschiavina. Un tempo rivestiva
grande interesse geografico, che le era conferito dalla relativa
facilita' con la quale era possibile da Tirano giungere alla Valle di
Fraéle evitando Bormio, e quindi il suo Forte dei Bagni, oltre che quello
di Serravalle.
In centro alla Val Viola, sulla sua sponda destra, fu rinvenuta alcuni
anni orsono in localita' Ca rícc una macina in pietra, tra i resti
di un antico mulino, testimonianza della coltura dei cereali a quote oggi
assolutamente impensabili e segno, quindi, degli indiscutibili
cambiamenti climatici avvenuti.
Il rifugio Viola e' un'ottima base per gli escursionisti, sia per le
innumerevoli passeggiate di qualsiasi impegno sia come punto d'appoggio
per numerosi trekking, essendo a cavallo tra i gruppi montuosi del
Livignasco e le Alpi di Val Grosina. Ma in questi ultimi anni pure gli
alpinisti hanno scoperto questo piccolo angolo di monti, ed in
particolare le severe pareti e creste del Corno Dosdé, sulle quali sono
state tracciate impegnative vie in roccia.
L'appellativo di Corno ben gli si addice. Guardandolo dal rifugio, il suo
profilo si staglia contro il cielo e proprio sulla vetta sembra
fuoriuscire dalla montagna stessa, contro le leggi di gravita', un
uncinato sperone roccioso rassomigliante ad un superbo corno che spunta
dalla testa di un gigantesco animale. La vecchia Guida della Valtellina
del 1884, forse un po' troppo enfaticamente, paragonava questo sperone
cacuminale al famoso "Dente del gigante", nel Gruppo del Monte
Bianco.
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Il Rifugio Viola e' situato in un ambiente di rara
bellezza sia paesaggistica che naturalistica. I numerosi laghetti alpini che
si trovano nell'ampia conca di origine glaciale, di cui il maggiore e piu'
conosciuto e' quel bellissimo lago di sbarramento morenico noto come Lago
Viola, ricco di trote, costituiscono senza dubbio il principale elemento
geomorfologico che caratterizza l'alta Val Viola.
Il Rifugio e' stato ricavato ristrutturando una vecchia Caserma militare
risalente ai primi del '900, di cui si sono mantenute le severe
caratteristiche.
Sulle cartine topografiche compare ancora, generalmente, come "Caserma
di Val Viola".
Questa stupenda valle, che e' consigliabile percorrere a piedi usufruendo
dell'antico tracciato che corre sul suo fondo piuttosto che lungo la
polverosa stradina d'estate battuta dagli automezzi, pare si chiamasse, in
origine, non Viola ma... Bianca.
Anticamente veniva, infatti, indicata come Albiola (dal latino Albus =
bianco) e, per probabile marchiano errore dei topografi, cambio' colore in
Val Viola, nome comunque affascinante.E' detta Vai Viola Bormina, per
distinguerla dalla sua prosecuzione in territorio Svizzero, chiamata Val
Viola Poschiavina.
Un tempo rivestiva grande interesse geografico, che le era conferito dalla
relativa facilita' con la quale era possibile da Tirano giungere alla Valle
di Fraéle evitando Bormio, e quindi il suo Forte dei Bagni, oltre che quello
di Serravalle.
Questa cosa ebbe infatti rilevante importanza nelle battaglie
Franco-Austriache del 1635, di cui si accenna pure nella descrizione della
Val di Fraéle.
Ma una notizia storica molto importante e quasi sconosciuta e' quella del
passaggio in questa Valle di uno dei piu' famosi e bravi orafi e scultori
italiani: Benvenuto Cellini. Il turbolento e litigioso artista fu chia- mato,
nel 1540, alla Corte di Francesco I a Parigi, che lo tolse dal carcere di
Castel S. Angelo nel quale lo aveva rinchiuso il Papa Paolo III, e decise di
raggiungere la Francia per la via di Ferrara e passando per le nostre
montagne.
Questo lo scarno resoconto che ci lascio' riguardante il passaggio delle
Alpi: "Presi il cammino per terra di Grigioni, perche' altro cammino
non era sicuro rispetto alle guerre. Passammo le montagne dell'Alba e della
Berlina. Era agli otto di Maggio ed era neve grandissima. Con grandissimo
pericolo della vita nostra passammo queste due montagne".
Le "montagne dei,I'Alba" fanno quasi sicuramente riferimento
all'Aibiola, cioe' alla Vai Viola, in quanto precedono quelle "della
Berlina", cioe' il Passo del Bernina, che porta in terra Grigiona.
In centro alla Val Viola, sulla sua sponda destra, fu rinvenuta alcuni anni
orsono in localita' Carícc una macina in pietra, tra i resti di un antico
mulino, testimonianza della coltura dei cereali a quote oggi assolutamente
impensabili e segno, quindi, degli indiscutibili cambiamento climatici
avvenuti.
Il Rifugio Viola e' un'ottima base per gli escursionisti, sia per le
innumerevoli passeggiate di qualsiasi impegno sia come punto d'appoggio per
numerosi trekking, essendo a cavallo tra i gruppi montuosi del Livignasco e
le Alpi di Val Grosina.
Ma in questi ultimi anni pure gli alpinisti hanno scoperto questo piccolo
angolo di monti, ed in particolare le severe pareti e creste del Corno Dosdé,
sulle quali sono state tracciate impegnative vie in roccia.
L'appellativo di Corno ben gli si addice. Guardandolo dal Rifugio, il suo
profilo si staglia contro il cielo e proprio sulla vetta sembra fuoriuscire
dalla montagna stessa, contro le leggi di gravita', un uncinato sperone
roccioso rassomigliante ad un superbo corno che spunta dalla testa di un
gigantesco animale. La vecchia Guida della Valtellina del 1884, forse un po'
troppo enfaticamente, paragonava questo sperone cacuminale al famoso
"Dente del gigante", nel Gruppo del Monte Bianco.
La rustica, ed anche economica, cucina proposta dal Gestore ricompensa,
infine, di abbondanti energie per intraprendere altre escursioni o
spettacolari traversate.
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Quota:
Localita':
Gestore:
Attrezzatura:
Apertura:
Cartografia:
Itinerario d'accesso:
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m 2314 s.l.m.
in alta Val Viola Bormina, poco sopra il lago Viola e a breve distanza dal
passo omonimo.
fam. Fraquelli - Semogo - Tel. 0342/98.51.36
posti letto 40, servizi igienici all'interno con acqua corrente, servizio
ristorante, riscaldamento a kerosene o elettrico, tel. 0342/98.51.36, NON
dispone di locale invernale. Posto di chiamata di Soccorso Alpino.
meta' Giugno - fine Settembre.
carta I.G.M. l:25000 F-8 Ili NE Pizzo Filone. Carta Naz. Svizzera l:50000
n. 269 Berninapass.
dalla localita' di Arnoga (m 1875) in Valdidentro, lungo la stradina
sterrata. Ore 2.30; disl. m 450 E possibile proseguire in auto fino a meta'
strada (cartelli divieto d'accesso; posteggi). Da qui 1 ora circa.
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Val Viola Bormina
Itinerario uno
mtb.stelvio.net - bormio.com
- altavaltellina.com
- altarezia.com
- valtline.it
Luogo di partenza:
Arnoga (1870 m) - tornante S.S. 301 del Foscagno
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Lunghezza itinerario:
18 chilometri
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Dislivello: 450 m
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Tempo medio di
percorrenza: 3 ore (mtb) - 4/5 ore (trekking)
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Quota massima
raggiungibile: 2314 m (rifugio Viola)
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Grado di difficoltà:
agevole - trekking e mountain bike - famiglie -
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Interesse ambientale e
naturalistico: botanico per l'attraversamento di vasti boschi di conifere
e ontano (ai lati del torrente Viola che solca l'intera vallata) nel primo
tratto della valle Viola "bormina" - geomorfologico per le tracce
di erosione glaciale in prossimità dell'alpe Dosdè e per i laghetti alpini;
faunistico per l'avvistamento, nella parte terminale della vallata ed in
prossimità del rifugio Viola, di molteplici colonie di marmotte.
Descrizione
Dal tornante di Arnoga posto sulla S.S. 301 del Foscagno si imbocca, a
sinistra, la strada che penetra in valle Viola "bormina",
tralasciando quella asfaltata e scendendo a
sinistra. Dopo avere oltrepassato una sbarra si segue la sterrata per circa 3
kilometri; giunti ad un bivio, si svolta a destra e dopo avere superato una
breve salita si seguono le indicazioni, a destra, ritornando in leggera
salita sul tracciato principale bitumato. A questo punto si svolta a sinistra
e, proseguendo diritto, si raggiunge un parcheggio; subito dopo incontriamo
il rifugio Altumeira (2116 m). Dopo averlo superato ci imbattiamo in un altro
bivio con le indicazioni (a sinistra) per il bivacco e la malga Dosdè;
proseguendo diritto, verso il rifugio Viola, il tracciato inizia ad essere un
po' più impegnativo per la pendenza; superata questa "corta asperità"
giungiamo sul pianoro (lungo
circa 1 kilometro) che ci porta verso la meta del nostro itinerario. Sulla
nostra sinistra appaiono i "policromi" laghetti della valle Viola
che ci accompagnano verso il rifugio che raggiungiamo dopo avere superato un
ponticello sul torrente che scende dalla laterale (a destra) valle Cantone ed
avere ignoratole indicazioni (a destra) per il sovrastante passo Viola (2475
m) che porta verso la valle di Campo e la valle Viola "poschiavina"
(Svizzera Cantone dei Grigioni). Il rifugio Viola, collocato a 2314 m (quota
massima raggiunta), in passato era una caserma di confine della Guardia di
Finanza. Il ritorno al luogo di partenza viene effettuato percorrendo a
ritroso l'itinerario
dell'andata, avendo però l'accortezza di proseguire diritto all'altezza del
bivio (a destra) per la valle e passo Verva da dove, in precedenza, siamo
saliti raggiungendo così la località di Arnoga.
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Pescatorimoscalodi
Itinerari - Il lago Viola
Foto
di A. Basanisi - testo di Luca Donà

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Ci siamo …… dopo i bei racconti di Antonio e Maurizio
dell’anno scorso è venuto il mio momento.
Mi ero ripromesso che “la prossima volta” ci sarei stato anch’io ed infatti
….
Un caldo venerdi di Luglio, dopo stressantissime settimane di lavoro,
inizia un breve periodo di vacanza e, grazie alla pazienza della consorte,
riesco ad unirmi al gruppo che ha deciso di bissare l’esperienza di pesca
sul Lago Viola nell’ omonima valle.
Dopo due settimane di intensi contatti telefonici con i due Antonio
(Basanisi e Arnanno) per stabilire cosa portare da mangiare, quante tende
servono e quando partire, e dopo alcuni cambi di programma, finalmente
tutto è programmato: si part! Antonio B., Antonio A. e Fabrizio sono già
quasi in Valtellina quando io esco dall’ufficio alle 16 e li chiamo per
sapere come va ….. sono un po’ invidioso!
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Ho qualche ora per preparare tutto: vestiario, vettovaglie
(tra le quali alcuni chili di salamelle e salsicce per la griglia), sacco a
pelo, materassino, lampada e naturalmente attrezzatura da pesca.
Prova di carico: zaino grande dietro e piccolo davanti, canne in una mano e
sacco del pane sull’altra …. entra la moglie e grida: “oddio uno
sherpa!”.Comincio ad essere preoccupato per la salita.
Qualche ora di sonno e giù alla macchina. Lino é puntualissimo; sono le
quattro del mattino e vedo la sua auto che inbocca la mia via … nel senso
opposto! Un giro dell’isolato, trasbordo del carico (notevole anche il suo)
e partenza per la seconda tappa. A Merate troviamo Claudio già pronto e
fremente, altro carico … per fortuna siamo dotati di maxi monovolume!
A Pescate aspettiamo Marco che mi ha avvisato di essere leggermente in
ritardo; dopo dieci minuti entra nel parcheggio stile … meno dieci punti
sulla patente .
Sono le 05.15 ed imbocchiamo la superstrada Lecco – Colico. Tutti hanno
sonno ma gli argomenti non mancano. Una sosta per il caffè in un baretto
d’Isolaccia, all’imbocco della Valdidentro, dove Marco tenta di fare il
brillante e vuole offrire con una banconota da 100 € … ovviamente nessuno è
in grado di cambiargliela!
Alle 7.30 imbocchiamo la svolta per la Val Viola e, seguendo le indicazioni
per l’omonimo rifugio, in breve raggiungiamo il parcheggio dal quale
dovremo proseguire a piedi. La “vestizione” è complessa e buffa al tempo
stesso. Marco ha un enorme vecchio zaino stile militare che lo costringe a
brevi soste per ripristinare la circolazione sanguigna alle braccia …
ricorda un contrabbandiere di inizio secolo.
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La voglia di pescare ed un fisico, tutto sommato, ancora
prestante ci porta alla meta in un tempo inferiore al previsto (…o temuto).
Quaranta minuti di salita, non particolarmente ripida, ma carichi come muli
(come eravamo) un po’ l’abbiamo sentita .
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La giornata è bella: cielo terso, qualche nuvola primaverile
ed una brezza frizzante.
Non sono ancora le nove e siamo già sul lago. La bellezza del posto ci
mozza il fiato già compromesso dalla salita; vediamo i tre “farabutti” del
venerdi già intenti a catturare dall’altra parte del lago.
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Ci buttiamo a capofitto sul campo base e la vista di alcune bollate
ci fa decidere di rimandare il montaggio delle tende alla sera. Molliamo
gli zaini e mettiamo le cibarie sotto le tende già montate dei nostri amici
che ci hanno preceduto.
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Il primo a catturare (che, per tradizione, dovrebbe pagare
da bere) è Claudio … un salmerino su 5/7 cm !!
Dietro un grosso masso Lino ne cattura uno più bello; sono salmerini alpini
magri e dal ventre rosso fuoco.
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Da parte mia faccio un po’ fatica ad inquadrare la
situazione ed ottengo solo due o tre attacchi che sbaglio (forse erano rifiuti);
tra l’altro quando la brezza riusciva ad increspare l’acqua le bollate
calavano drasticamente. Decido di raggiungere Claudio e Marco che, nel
frattempo, si sono portati sulla riva opposta più riparata. Non è affatto
facile spostarsi velocemente, il terreno è di tipo morenico e l’erba spesso
nasconde una fenditura tra i massi; farsi male è facile .
Claudio cattura alcuni salmerini con una formichina mentre io con la
“brutus” ottengo solo rifiuti; monto anch’io una formica e finalmente il
primo salmerino ci casca … è molto bello.
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Proprio nel momento in cui comincio a vederci chiaro, tre splendide
mucche pascolano nei pressi delle tende e, una di loro, comincia a frugare
sotto la tenda dove abbiamo messo i viveri … in men che non si dica la vedo
sfilare uno dei tre “pani pugliesi” che ho comprato la sera prima!
Imprecando mi lancio in direzione del campo rischiando diverse fratture e
slogature; riesco ad arrivare in tempo per salvare solo uno dei tre pani e
fatico non poco a convincere i grossi ruminanti ad andarsene altrove
…..........
................... per fortuna non amano la carne .
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La pesca prosegue e le ore centrali si rivelano profique. Si
catturano essenzialmente salmerini alpini di taglia oscillante tra i 20 e
27 cm; più rare fario, iridee e salmerini di fonte sempre della stessa taglia.
Scendendo di finale (0.10) noto che gli attacchi raddoppiano. Il lago è
grandino e non riusciamo ad incontrarci tutti fino al momento del pranzo,
richiamati a gran voce da Antonio B. e Fabrizio che , avendo fame, si
adoperano per preparare la pasta ed accendere la griglia. Non ci siamo
fatti mancare nulla: spaghetti al sugo, grigliata di carne, formaggio,
cacciatorini, vino e birra … per questo eravamo carichi !!
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Anche il pomeriggio si rivela proficuo e tutti sembrano
soddisfatti del numero di catture.
La sponda in direzione del rifugio si rivela più agevole e particolarmente
valida.
Se ci si stanca dell’acqua ferma si possono catturare pesci anche nei
torrentelli in ingresso ed in uscita dal lago.
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Purtroppo, dopo le 17, la brezza si intensifica e diventa vento
freddo. Prima delle 19 ci ritroviamo tutti al campo base per mangiare visto
che la pesca è diventata poco proficua. Ancora salamelle, salsiccia e vino.
Niente pasta perché il vento è talmente freddo che il piccolo forellino a
gas da campeggio non riesce a far bollire l’acqua. Poco dopo le 21 ci
troviamo costretti ad infilarci in tenda a causa del freddo pungente un po’
delusi dal mancato “coup de soir”.
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Se dicessi che ho dormito bene direi una balla colossale; il
freddo intenso e la posizione scomoda mi hanno concesso poco riposo. Anche
Claudio, mio compagno di tenda, non se l’è vista meglio .
Alle 5 del mattino decido di uscire fuori … sono il primo e sulle scarpe,
le tende e l’erba c’è la brina!!
Bardato alla Fogar raggiungo un luogo appartato per svolgere alcune
funzioni “corporali” e al ritorno anche gli altri bozzoli cominciano a
“schiudere” !!
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Colazione fugace e ancora pesca ma c’è di nuovo vento e le
bollate sono molto più rare e difficili del giorno prima.
Il lato campeggio è ancora il più proficuo, la mia cattura più bella è un
salmerino di fonte sui 30/32 cm più in carne rispetto ai suoi cugini alpini
e che mi inpegna un po’ considerato il terminale molto sottile.
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Il vento è implacabile, tanto che, dopo un lautissimo pasto,
decidiamo di sbaraccare tutti, anche chi voleva fermarsi fino al lunedi
mattina.
Ho trovato il viaggio di ritorno faticoso quanto l’andata, forse per via
della stanchezza.
Purtroppo anche il traffico ci ha creato qualche problema, ma per le nove
eravamo più o meno tutti a casa. Una bellissima esperienza …L’azione di
pesca è semplice: si individuano le bollate e si cerca di lanciare nei
pressi magari intuendo in che direzione si muove il pesce. Vale la pena
“muovere” un po’ la mosca.
Per l’attrezzatura consiglio canne tra gli otto/nove piedi e code non
inferiori al 4 per contrastare meglio il vento che, a queste altitudini, è
frequente . Finale lungo e, se volete aumentare il numero di attacchi,
tentate lo 0.10 … occhio alle ferrate! Le mosche maggiormente redditizie
sono state: chironomi scuri, formiche e emergenti tipo “esuvia” tutte su
ami tra il 16,18 e 20. Buoni risultati anche con la Klinkhamer e le Peute
recuperate lentamente. La pesca con ninfe e piccoli streamers non ci ha
dato soddisfazioni, ma può dipendere dalla giornata.
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Informazioni Utili
Raggiungere il Lago Viola è facile: giunti a Colico si risale tutta la Valtellina,
pochi km dopo Bormio si seguono le indicazioni per Livigno – Valdidentro.
Il primo grosso centro è Isolaccia dove la strada inizia a salire, dopo
pochi tornanti troverete sulla sinistra le indicazioni per la Val Viola.
Raggiungete l’ultimo parcheggio utile (che da metà Luglio è a pagamento) e
proseguite a piedi lungo il sentiero ampio e ben segnalato.
A 5 minuti dal Lago c’è anche l’omonimo rifugio che per circa 35 € vi
ospita a pensione completa e, se siete pigri, vi vengono anche a prendere con
il fuoristrada !!
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