NOI FACCIAMO
SOLO FINO ALLA GARDATA – 650 m di dislivello, facile
Rongio mt. 409
- Rifugio Elisa mt. 1515 - Bocchetta di Campione (o Buco di Grigna) mt. 1803.
«E» (elementare) fino al Rifugio Elisa, quindi «IA» (impegnativo
attrezzato)
Ore 3,30 - 4
Alla piazzetta di arrivo della carrozzabile da Mandello si prende la larga
mulattiera, che si inoltra pianeggiante (o quasi) lungo la Valle del Meria.
Dopo circa mezz'ora se ne raggiunge la fine e, attraversato il fiume su un
ponte, si prosegue per un largo sentiero in ripida salita. Si raggiunge in
breve il largo ingresso della grotta "La Ferrera" (fontanino) e si
prosegue diritti, lasciando a sinistra la mulattiera che sale alla Gardata.
Si continua a salire con pendenza variabile per un lungo tratto, si supera il
Canalone di Val Cassina e si perviene al Baitello dell'Aser. Qui la pendenza
comincia a diminuire e inizia una traversata in falsopiano, che supera alcuni
canaloni e porta alla breve rampa antistante il Rifugio Elisa. Fin qui si
arriva in circa 3 ore. II sentiero prosegue ripido sopra il Rifugio, sulla
destra, ed in circa un'ora perviene alla Bocchetta di Campione, ove transita
il sentiero 7 che offre svariate possibilità di proseguimento. 1I tratti piu
esposti sono stati di recente attrezzati con catene.
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OROGENESI
DELL'AREA MANDELLESE
Circa 90 milioni di anni fa il continente
africano e quello europeo hanno cominciato a scivolare sul mantello e ad
avvicinarsi. Questo movimento ha provocato la distruzione quasi per intero
del antico fondale oceanico che è sparito nelle viscere della Terra. Solo in
Valmalenco possiamo ancora trovare resti di questo fondale, ora divenuto
rocce metamorfiche: serpentino, pietra ollare e amianto. Scomparso l'oceano,
ecco che i due continenti entrano in collisione e i loro margini si piegano e
in seguito si accartocciano. Le attuali cime della Grigna settentrionale,
della Grignetta e del Coltignone si sono formate in seguito alla frattura e
all'accavallamento di tre blocchi dove le Formazioni di Prezzo,
Angolo, Esino, Metallifero e Gorno si ripetono in sequenza quasi costante. A
titolo di curiosità, sotto a questi tre blocchi possiamo trovare un quarto
blocco su cui giace la città di Lecco. In mezzo al lago una linea di frattura
separa le Grigne dalle rocce differenti che costituiscono il Triangolo
lariano. Anche il Monte di Borbino ad Abbadia è geologicamente estraneo alle
Grigne .
Grazie al sovrascorrimento dei tre blocchi è
possibile trovare rocce "vecchie" sopra a rocce
"giovani". Tutto ciò può essere osservato ad Era di Mandello, oltre
"La Gardata", nei dintorni del rifugio Elisa e al Buco di Grigna ed
ancora a Lierna, poco sotto la Croce di Brentalone. E' possibile quindi,
grazie alle vicende geologiche delle Grigne, spiegare il perchè di una
situazione decisamente strana, stando al senso comune. Lo scopo dei due itinerari geologici
che le classi terze medie di quest'anno scolastico 1999/2000 è stato proprio
l'analisi sul posto di questa situazione, in località differenti ma
facilmente raggiungibili dal centro abitato di Mandello.
Una passeggiata a partire da RONGIO
Dalla piazzetta
di Rongio si prende per via Rossana e subito si è ad un
bivio (palo segnavia).
A destra si
staccano gli it. 12.1, 13 e 13b. (Rifugio
Rosalba), seguire la
larga carrareccia selciata di sinistra e dapprima in piano e poi in
leggera salita si arriva alla fontana della Cascina Sassino, 421 mt.
Nel
bosco, continuare sulla carrareccia principale e con alterne visioni
sulla prospiciente Val d’Era
si entra nella stretta valle del Fium d’Oa, 480 m, da passare su di un
ponte.
Lasciata a destra la mulattiera che porta al Gasc, si
sale con media pendenza ad un acquedotto e poi, tra gli alberi e passando
alcune vallette, s’arriva ad un sasso strapiombante sul sentiero, a pochi
metri dal ponte di ferro che attraversa la stretta gola scavata dal
torrente Méria, 490 mt.
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Qui ha termine la
carrareccia. Dal ponte, si possono ammirare nel letto del torrente alcune
marmitte dei giganti, erosioni circolari d’origine glaciale.
Ora il sentiero sale gradinato; lasciare subito a
destra la deviazione artificiale che porta all’acquedotto imbrigliante la
sorgente dell’Acqua Bianca, con annessa cascata, e per una
successiva serie di ripide serpentine si raggiunge la Ferrera o Grotta del Rame, 590 mt (30 min).
Prima della grotta, a sinistra sale l'itinerario 18
per La Gardata.
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“Si
tratta di una cavità formata da un unico ambiente molto vasto; è di
facile accesso e non presenta particolari pericoli nel suo interno.
L’unica sala è lunga 175 m e larga da 32 a 43 metri. Il pavimento è
costituito da massi franati dalla volta che possono raggiungere
dimensioni notevoli (10 m dilato, 3 o 4 di spessore). La parete destra
(cioè orientale) è costituita da un ‘unica frattura quasi verticale
mentre verso sinistra il soffitto degrada sino a congiungersi col pavimento.
Un ‘altra grande frattura
verticale perpendicolare alla prima divide nel senso della lunghezza la
caverna in due ambienti. La luce dell’ingresso penetra debolmente sino al
termine del primo ambiente. Un terzo ambiente più piccolo è delimitato
dal resto della grotta da un arco di grosse proporzioni.
Quest’ultimo ambiente ha il
pavimento ingombro di detriti minuti, invece che di grossi massi,
ricoperti in più punti da un crostone calcareo”... “Si tratta, come
appare chiaro anche ad un. visitatore inesperto di una cavità di crollo
“… “L’ingresso attuale si sarebbe aperto in tempi molto recenti, cioè
sicuramente dopo la penultima glaciazione “... “La presenza di corsi d’acqua nei cunicoli laterali e,
sotto la grotta, di alcune grosse sorgenti (Sorgenti dell’Acqua Bianca)
testimoniano una circolazione sotterranea delle acque,... sottostante il
livello delle gallerie fossili che, crollate, hanno dato origine alla
Ferrera
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Si riprende a salire per la larga traccia, andando ad attraversare
alcuni canali ed i loro speroni ed arrivando ad una ringhiera metallica.
Subito dopo, nello spazio di 10/15 metri il sentiero è attraversato dalle
acque di due sorgenti. Si sale con stretti tornanti tra gli alberi, poi
un tratto in piano conduce nel Canalone
dei Medi Lunghi, 880 m
(h 0,40/1,10).
Aggirato il suo opposto versante, si riprende la salita sul
gradinato sentiero, entrando nel bosco alla base delle rocce che
sostengono la Costa; un’altra sequenza di tornanti riporta fuori dagli
alberi, all’altezza di un erboso costone a circa 1040 m di quota (h
0,30/1,40).
Punto panoramico sul
Sasso Cavallo, sul Sasso dei Carbonari e sulla Cresta Federazione, dalla
quale scendono la VaI Mala e la VaI Scarettone, separate dalla Cresta del
Giardino. Dall’altra parte del vallone si scorge la frastagliata cresta
O. della Grignetta o Cresta Segantini, sulla quale è costruito il rif. Rosalba.
Altre strette curve portano ad un bivo: a dx vi sono i resti del Baitello Giovanni Di Dio, 1090 m, dal
nome del partigiano che l’abitava durante la Resistenza.
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Sempre ripidamente salire ad uno sperone
erboso, oltre il quale con diminuita pendenza si raggiunge il fondo d’una
valle; se ne passa un’altra, poi si rimonta la zona dei Valisei e s’arriva, dopo alcune
costole, ad una zona rocciosa da superare su di una cengia. Passato un successivo sperone ed una valletta erbosa s’arriva all’ampio fondo della VaI Cassina, 1250 m (h 0,30/2,10).
Superato un tratto tra l’erba ed aggirati dei
costoni si è ad un segnalato bivio, 1290 m (h 0,20/2,30).
Qui di inserisce l'itinerario 20 proveniente
dalla Gardata.
Poco più avanti, a sin vi è il restaurato Baitello dell’Aser mt. 1340.
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Si continua in piano sulla costa, si supera un
vallone erboso ed il suo sperone giungendo nel fondo della sassosa Vai delle Bedole, 1350 m.
Attraversatala, alcuni saliscendi portano al
dosso su cui vi sono i ruderi della Cascina del Pedroch, 1380 m CTR.
Si scende ad attraversare una valletta che s’origina dai sovrastanti Chignoli
e si risale tra blocchi rocciosi il suo opposto costone, entrando in
un’altra valle solcata da un canale. Una leggera salita porta ad un
grosso caratteristico masso tra l’erba (segnavia) a cui subito segue il
fondo sassoso della VaI del Ghiaccio, 1410 m.
Da questa si esce grazie ad una ripida salita
tra gli alberi, poi si prende a sinistra, poco a monte d’un baitello; con
leggera salita s’aggira un altro sperone, si risale una valletta e con
alcuni tornantini si raggiunge la costa opposta, da dove è visibile il
rifugio. Doppiato un ennesimo sperone s arriva al fondo della Valle
del Cornone, che precede di poco il rifugio Elisa, 1513 mt. (h 0,30/3,00).
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