GRUPPO 12.30 ESAURITO |
Domenica 20
Febbraio
Il Castello sforzesco E’ a Milano, ci siamo passati davanti tante volte. Abbiamo
già visitato alcune delle mostre interne, ed abbiamo magari vagabondato tra i
cortili. Ma quanti di voi sanno che sotto il castelli ci sono circa 7 strati
di costruzioni precedenti? Che nei sotterranei ha lavorato Leonardo da Vinci
facendo alcune delle sue ricerche più interessanti? Durante la notte c’è l’illuminazione notturna
che rendo anche più affascinanti le merlature ed i torrioni, ma a nessuno è
mai venuta la voglia di fare il giro delle mura? Di vedere quelle parti del
castello non sempre aperte a tutti? E’ quello che vogliamo fare con una giornata
dedicata al castello. |
Programma di massima Mezzi A piedi Due gruppi Punto di ritrovo: primo gruppo alle 10.00, secondo 12.30(esaurito) davanti alla libreria nel primo cortile del castello Primo gruppo dalle
ore 10.15, secondo dalle ore 13.00 per 2.30 ore visita guidata: le merlature,
il torrione ed i sotterranei. Dalla fine fino
alle 16.30 break in libertà (un tè da qualche parte?) Alla fine visita libera
ai musei interni (dopo le 16.30 ingresso gratuito) Spesa prevista – Suddivisione del costo
della visita guidata In funzione del numero di
persone Indicativamente 6 o 7 € a
testa N. Massimo persone 25 Se meno di 15 persone si sceglie
se non farla o suddividersi la spesa |
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Alla una (ore 13.00)
saremo all’ingresso dove ci aspetta la guida che con una visita di 2.30 ore
ci porterà dai sotterranei agli spalti. Alla fine vagabonderemo tra i cortili
del castello riconoscendo le diverse parti di cui avremo parlato prima. Alle
16.30 i musei interni diventano gratuiti e ci sparpaglieremo a visitarli
secondo i nostri gusti personali. Finiremo la giornata
con un aperitivo insieme? Se ne avremo voglia e troveremo il posto giusto concluderemo
la giornata con un aperitivo Guido Platania |
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CASTELLO SFORZESCO
La
Piazza sorgeva fra Via Cairoli ed il Castello (29 Marzo 1889). Questa Piazza
s’estendeva, durante il dominio Austriaco, anche su quell’ampio spiazo che
ora comprende L.go Cairoti e i fabbricati laterali, come anche Foro Bonaparte
(chiamato così in onore di Napoleone, quando tutte le fortificazioni
spagnole, che circondavano il Castello, vennero abbattute). Il
Castello Sforzesco di Milano è stato nei tempi una delle più vaste e delle
belle fortezze d’Europa. Nato come postazione strategica lungo le mura
della città col nome di “Castrum
Portae Jovis”, divenne ben presto anche residenziale: le trasformazioni che
subì nel XV secolo lo resero una sontuosa dimora signorile. Non si può segnare una data di nascita
definitiva per il Castello quale lo vediamo oggi, così risultante da sei
secoli di costruzioni, distruzioni, ampliamenti, rifacimenti e restauri; ma,
sull’origine della rocca che lo precedette in sito, Bernardino Corio –Storico
del XV sec.- riferisce che “nell’anno 1358 Galeazzo principar fece in Milano
il Castello di Porta Zobbia, e fu compiuta la grandissima fabbrica nel 1368”. Galeazzo II Visconti è dunque il “fondatore”
del primo castello che passerà agli Sforza quando il comandante delle milizie
viscontee Francesco Sforza, da ex condottiero diventerà il nemico assediante
di Mialno. Siamo nella seconda metà del XVI secolo e in
quest’epoca il Castello è una delle più vaste e munite cittadelle d’Europa. Per alimentare il fossato d’acqua, erano
stati costruiti dei canali chiamati Navigli, che portavano fino a Milano le
acque del Ticino e dell’Adda. Le acque di questi canali non solo circondavano
il Castello, ma anche tutta la cinta delle mura. I nostri nonni ricordano
ancora le acque che scorrevano in Via Senato, in Via Visconti di Modrone fino
a pochi decenni fa: le vie compongono appunto la Cerchia dei Navigli. Al Castello vengono apportate modifiche fino
alla fine del XVIII secolo,le sue mura a forma di stella, prima a sei e poi a
dodici punte, diventano lunghe più di tre chilometri. Il castello pare
proprio inespugnabile, ma nel 1733 viene sottoposto ad un lungo assedio da
parte delle truppe congiunte di Luigi XV e di Carlo Emanuele III di
Savoia e preso dai francesi, che se ne impadroniranno di nuovo nel 1796, anno
in cui le truppe di Napoleone entrano trionfanti in città. Prima decisione di Napoleone: demolire la
fortezza; le macerie delle mura serviranno a riempire i fossati; il nucleo
centrale, ormai dimora senza difesa, verrà prima abbandonato e poi destinato
a museo. Al posto delle mura verranno costruite delle abitazioni e il
castello rimarrà isolato al centro di una vastissima piazza vuota. LA
RICOSTRUZIONE
Il
progetto dell’Antolini viene abbandonato per mancanza di fondi, dietro al
Castello si costruiscono l’Arena e l’Arco della Pace; i torrioni vengono
prima abbassati dagli austriaci poi restituiti alle loro dimensioni attuali
da Luca Beltrami che, sulla scorta di documenti e disegni, cerca di riportare
la fortezza al suo aspetto iniziale. I danni dell’ultima guerra obbligano il
Comune, ormai proprietario del Castello, ad ulteriori rifacimenti. Attualmente, il Castello ospita numerosi
musei e raccolte d’arte, anche applicata, insieme alla Civica Raccolta di
Stampe Bertarelli e un importante archivio fotografico. Ci si può rendere
conto della sua passata grandezza solo realizzando che, dove oggi si cammina
a livello della terra, era il primo piano del castello e che il livello
stradale intorno è stato realizzato con l’utilizzo delle stesse macerie
provenienti dalla demolizione delle fortificazioni. ENNI
ARCHITETTONICI E CURIOSITA’ SUL CASTELLO SFORZESCO
Nel torrione di destra c'è un serbatoio che permetteva fino alla fine della seconda guerra mondiale di dare acqua ai piani alti (sulla base del principio dei vasi comunicanti)
Nei sotterranei del castello ci sono residui
archeologici praticamente sconosciuti, ed anche le stanze in cui, si dice,
Leonardo da Vinci, faceva pratica di magia (esempio stanze romboidali con il
soffitto più grande del pavimento). Venne dedicata alla memoria di Re Umberto I, ucciso cinque anni prima a
Monza dall’anarchico Bresci (ecco il Re, a cavallo, nel bassorilievo
marmoreo, sovrastato da una statua di Sant’Ambrogio e dagli stemmi dei sei
principi sforzeschi). Lungo la facciata del Castello si aprono i
finestroni gotici che lo stesso Feltrami disegnò sul modello dell’unico
originale superstite. Un personaggio
sessantottino, che girava per tutte le manifestazioni con un carretto pieno
di latte di vernice ed una pletora di cani al contorno, aveva costellato
tutta la zona asfaltata intorno al castello con scritte di diverso colore che
maledicevano "la chiesa assassina che uccideva con l'onda". La sua
tesi era che in tutte le chiese ci fosse un'apparecchiatura che emetteva
radiazioni elettromagnetiche omicide.
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IL CORTILE DELLA ROCCHETTA La
Rocchetta era il nucleo difensivo finale del Castello Sforzesco, dove
rifugiarsi e resistere in caso di assedio. Dunque, era anche l'ala degli
appartamenti ducali, che la tradizione vuole costruiti e curati di persona
sia da Bramante sia
dal Filarete. |
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