Domenica 13 Marzo

GIRO CULTURAL/GASTRONOMICO NEL PIACENTINO

Ci infileremo nella Val Trebbia e la andremo a riscoprire, tanto dal punto di vista naturalistico (dicono che il Trebbia sia uno dei fiumi più belli, ma alcuni dicono il più bello, d'Italia), quanto dal punto di vista storico e gastronomico. Gli dedicheremo solo un giorno, si arriva talmente in fretta che potremo riprendere il discorso.

Programma di massima

Mezzi utilizzati: macchine personali con condivisione di spese.

Partenza alla mattina alle 9.00 circa da Milano (punti di ritrovo da definirsi)

Rientro previsto verso le 19.30 salvo coloro che vogliano fare anche la cena nel piacentino

Spesa prevista

Suddivisione spese auto – Costo per macchine indicativo 25€ (circa 6,5 € a testa con 4 persone)

Pranzo, stiamo defininendolo sarà circa 20€ a testa (forse meno)

Visita guidata al castello di Rivalta 6,5€/a testa (contiamo uno sconto per gruppi)

 

Tra le perle da vedere, senz'altro il castello di Rivalta, con visita guidata. Bobbio (città d'arte con castello) ed il borgo artificiale, ma sempre affascinate di Grazzano Visconti. Senz'altro poi il pranzo, godereccio, ma senza abusare perchè la giornata è lunga, e, se ce la facciamo, una vigna con relativi assaggi.

Ormai i castelli ci sono entrati nel sangue e non potremo fare a meno di inserirli dove possibile (I castelli bolognesi, il castello sforzesco, l'occhata a castel Beseno ... non finiremo mai).

Partendo da Milano andremo prima di tutto a Rivalta con la visita del Castello. Proseguendo poi verso Bobbio, in funzione dei tempi a nostra disposizione, cercheremo qualche altro punto di interesse. A Bobbio organizzeremo il pranzo, per poi visitare con calma questa deliziosa cittadina con la sua atmosfera medioevale ed artistica. Ultima tappa fissa sarà, sul ritorno, la visita a Grazzano Visconti. Un borgo medioevale ricostruito nel 1900, senz’altro non autentico, ma sempre interessante.

Quello che faremo negli intermezzi tra queste tappe, ce lo inventeremo strada facendo o, se qualcuno lo volesse proporre fin d’ora, lo aggiungeremo nei prossimi giorni.

 

Tel 335/208784  - gp@helponline.it

 

In gita a Rivalta Trebbia

Centro restaurato di recente, Rivalta Trebbia merita senz'altro una visita e una bella pedalata è una tra le scelte migliori per arrivarci. E' l'antica «riva alta» sul Trebbia (o meglio, sulla Trebbia) nei pressi della quale avvennero gli scontri tra Romani e Cartaginesi e dove, nell'Undicesimo secolo, fu eretto il castello, cinto da imponenti mura, che quasi mille anni dopo svetta ancora sulle campagne circostanti. Nel cuore della costruzione, si innalza la slanciata torre cilindrica alla cui sommità si apriva il «pozzo del taglio» dove venivano gettati i prigionieri affinché venissero crudelmente trafitti dalle lance predisposte sul fondo. All'interno del Castello sono conservate numerose armi di varia epoca e, da marzo a novembre, è possibile visitarne l'interno (informazioni: 0523.978104).

Ciliegi in fiore (foto P. Reale)

L'itinerario parte dalla stazione ferroviaria di Piacenza: usciti dalla stazione si attraversa il centro storico della città emiliana fino a giungere sulla strada che porta verso Rottofreno e Castel San Giovanni, lungo la SS10 Padana Inferiore. In alternativa è possibile percorrere la circonvallazione interna che costeggia le mura cittadine sino all'incrocio semaforico dove si ritrovano le indicazioni per Rottofreno e San Nicolò.
Proseguendo lungo l'ampio stradone di accesso alla città si arriva a un semaforo nei pressi di un centro commerciale e del casello autostradale di Piacenza Ovest: è il momento di azzerare il contachilometri (km 0.0).

Rivalta Trebbia (foto P. Reale)

In particolare durante i giorni feriali, i primi chilometri del percorso rappresentano un «necessario sacrificio» per gustarsi l'intero itinerario. Già al km 4, nell'abitato di San Nicolò, si può abbandonare la trafficata SS10 per svoltare a sinistra verso Agazzano e i colli.
La strada corre verso sud-ovest, parallelamente al corso del Trebbia, poco distante. Al km 9.3 si incontra il primo bivio, in località Gragnanino: si deve girare a sinistra verso Gragnano e Agazzano. Superato il bivio di Gragnanino, si prosegue verso le colline, sempre più vicine, attraverso Gragnano Trebbiense e Casaliggio, fino a un nuovo incrocio (km 15).
Come all'incrocio precedente si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Rivalta Trebbia, una meta ormai sempre più prossima. La strada sale leggermente, addentrandosi tra i primi rilievi collinari: la sommità dove si trova il castello di Rivalta si avvicina sempre più sino ad essere raggiunta al km 19, quando si arriva all'ingresso all'antico borgo.

CASTELLO DI RIVALTA

Fondato nell'anno Mille, il castello, è citato come possedimento prima dell'Abbazia di San Savino di Piacenza, poi della nobile famiglia dei Malaspina. Nel '300 è sotto il dominio dei Landi, per subire poi l'assedio e la conquista da parte di Galeazzo Visconti. La proprietà del castello torna alla famiglia Landi, il cui ramo dei Conti Zanardi Landi, attraverso diverse vicende di successione, ne mantiene tuttora il possesso. Oggi, grazie al recupero ed alla valorizzazione dell'intero complesso, è una sontuosa residenza, circondata da un magnifico parco, e annovera tra gli ospiti i componenti della famiglia reale d'Inghilterra.

BOBBIOLA CITTA’ DI BOBBIO


Collocata in una splendida posizione sulla sponda destra del Trebbia, sovrastata dal massiccio del Monte Penice , in una zona ricca d’acqua, di selve e dal clima adatto a numerose colture tra cui la vite, punto focale di un’intensa attività di scambi in passato e oggi centro turistico, la città di Bobbio conserva ancora un centro storico ricco di monumenti.
 Bobbio raggiunse l’apice del suo splendore nell’alto Medioevo tra i secoli ottavo e undicesimo grazie alla celebre Abbazia fondata nel 614  dal monaco Irlandese  Colombano; di primaria importanza lo scriptorium  dove venivano ricopiati i testi del sapere.
 Il centro storico edificato in sassi attorno al complesso abbaziale e cinto da mura comprende numerosi monumenti tra cui la Cattedrale, il castello Malaspina, numerosi palazzi signorili e il famoso Ponte Vecchio detto anche Gobbo per la peculiarità della sua struttura.
 Le attrazioni turistiche sono diverse. Il fiume Trebbia è la maggiore risorsa naturale con acque limpide e balneabili sulle quali, durante tutto l’arco dell’anno, scendono appassionati di canoa e rafting. I boschi che ricoprono le montagne circostanti, alte fino a 1500 metri, consentono magnifici percorsi attrezzati per mountainbike, trekking, torrentismo e deltaplano. Inoltre in inverno è in funzione una stazione sciistica  a Passo Penice e una pista per lo sci di fondo in località le Vallette di Ceci.
 Anche la gastronomia locale offre un’ampia scelta di sapori, poiché risente delle contaminazioni di tradizioni diverse: ligure, piemontese, lombarda e naturalmente emiliana.
Durante tutto l’anno Bobbio offre numerose attività culturali che spaziano dai concerti di musica classica (Bobbio è sede della Scuola Internazionale di perfezionamento Musicale) a quelli di musiche popolari, dalle proiezioni cinematografiche in sala, e all’aperto durante la bella stagione, (Marco Bellocchio da alcuni anni ha scelto Bobbio come sede per il suo corso di Aggiornamento in tecnica cinematografica) alle  feste e sagre a carattere gastronomico come la Festa del Fungo e del Tartufo e la Sagra della Lumaca.

Monumenti degni di una visita:

Basilica di San Colombano. Costruita nella seconda parte del ‘400, sopra la chiesa conventuale anteriore al 1000. Affreschi di Bernardino Lanzani (1527), Coro ligneo in stile gotico (1488). Nella cripta: mosaico pavimentario del sec.XII°, sarcofago di San Colombano opera di Giovanni dei Patriarchi (1480), transenne marmoree longobarde usante come lastre tombali dei santi Attala e Bertulfo, cancellata in ferro battuto del secolo XII°.

Abbazia. Aperti al pubblico il corridoio a piano terra, il chiostro principale e quello di servizio. Il Museo dell’Abbazia, recentemente ampliato e restaurato, che raccoglie notevoli opere e oggetti d’arte di epoca romana, medievale e rinascimentale. Dall’ala sud del chiostro, l’unica che conserva il porticato originario, si accede al Museo della Città, che offre percorsi didattici multimediali. Esso è ospitato nei locali originali del IX° secolo: il refettorio con il grande affresco della Crocefissione, le cucine, il cavedio interno e le grandi cantine con volte a botte.

Duomo. Edificato nel sec.XI°, presenta una decorazione moderna nelle tre navate e una settecentesca nel presbiterio e nella cupola del transetto. Nella cappella di San Giovanni, cui si accede dal transetto di destra, si può ammirare uno stupendo affresco della seconda metà del quattrocento, raffigurante l’Annunciazione.

Ponte Vecchio. Detto anche gobbo per il particolare profilo. Di età romanica con rifacimenti successivi, è lungo 280 metri e con 11 archi diseguali tra loro.

Castello Malaspina-Dal Verme. Eretto nel sec.XIV° sulla collina dominante il borgo, consiste di un poderoso mastio centrale, due torri minori di servizio e conserva ancora intatte le mura difensive. Dagli spalti si gode di una vista panoramica sul centro storico della città.

Santuario della Madonna dell’Aiuto. Ingloba i resti della primitiva chiesa del XV° secolo decorata con un’immagine affrescata della Madonna che nel 1611 stillò sudore dalla fronte. Il Santuario nelle forme attuali del barocco classico, fu completato nel 1641.

Monastero di San Francesco. E’ in puro stile francescano rustico del XIII° secolo, con un suggestivo chiostrino. La parte conventuale si è conservata integralmente nello stato originale, mentre la chiesa è stata ricostruita in forme barocche nei primi anni del ‘700.

GRAZZANO VISCONTI

Dalle radici ad oggi

Come per tanti altri luoghi si ignora l'atto di nascita della contrada di Grazzano.

La località è nominata in documenti dell'anno Mille a proposito di donazioni di terre al Monastero di san Savino di Piacenza.

Nell'archivio della famiglia Visconti di Modrone sono conservate tre pergamene relative ad atti del XII secolo:

  • Piacenza, 1 Aprile 1114: Sigifredo da Vigolzone e sua moglie Albiza vendono ad Azone Aldeci tutti i loro beni posti nel territorio di Grazano al prezzo di lire sei e mezzo.
  • Piacenza, 23 Febbraio 1121: Cerolapersico vende ad Ansaldo alcuni suoi beni posti sul fondo di Grazano e nel territorio al prezzo di lire otto.

Entrambi gli atti sono rogati
dal notaio Bonus Johannes.

  • Piacenza, 3 Marzo 1152: i coniugi Ansaldo di Grazano e Alchinda con il figlio Onidedo vendono a Bernardo, abate del monastero di San Sisto un prato con mulino in Grazano al prezzo di lire settanta e denari dieci di Piacenza.

Atto del notaio Aldradus.

Le tre pergamene della famiglia Visconti

 

Con diploma del 1414 l'Imperatore Sigismondo di Lussemburgo concedeva l'Investitura dei castelli della Riva, Montesanto e Grazzano unitamente ai villaggi di Carmiano e Ponte Albarola a favore di Bernardo Anguissola. Il privilegio fu contrastato dalla nobiltà piacentina e non ebbe effetto pratico finché - nel 1438 - il duca di Milano Filippo Maria Visconti ne confermò i privilegi aumentandoli con 1' aggiunta del diritto di regalie, con la "potestà di coltello" e con l'indipendenza della intera giurisdizione dal Distretto e dal Comune di Piacenza.
Sorsero nuove controversie finché il feudo fu confermato, nel 1459, dal duca Francesco Sforza a Giovanni Anguissola sposato a Margherita Pallavicino.

Nel 1462 i rurali della bassa Valnure con a capo Giacomo Pelizzari detto "Pelloia" si ribellarono al duca di Piacenza Francesco Sforza. La rivolta fu domata con la concessione di riduzioni alle tassa sul sale, sulla macina e sui diritti di viabilità. Sette mesi dopo una nuova ribellione al castello di Niviano induce il duca ad un intervento più deciso: ordina a 500 fanti e altrettanti cavalieri in assetto di guerra di stroncare ogni ribellione. Lo scontro avvenne a Grazzano e come, scrive il Giarelli "I contadini furono disfatti e moltissimi tratti, come schiavi in rottura di bando a Piacenza ". Parecchi furono "giustiziati" e mentre il Pelloia capo dei rivoltosi si suicidava, un altro ispiratore della sommossa, il conte Onofrio Anguissola da Statto, venne catturato nel castello di Montechiaro. Tenuto prigioniero per 12 anni a Milano fu poi decapitato nel carcere di Binasco.

Nel 1521, nella notte di San Giovanni, il conte Giacomo Anguissola con contadini e banditi di montagna si riunirono a Grazzano per poi procedere verso Piacenza tenuta dai Francesi. Il tentativo di espugnare la città non riuscì, le truppe furono inseguite dai francesi e Grazzano fu distrutto e messo a fuoco.

Nel 1526 il conte Roberto Sanseverino, capitano imperiale, condusse a Grazzano anche i famigerati Lanzichenecchi che "ogni cosa misero in preda, sforsarono le done, e quello vino che non potevano bere, lo lasaveno andare fora del la bote"

Nel 1547 le mura del castello ospitarono anche i fautori delle tenebrose trame che portarono all'assassinio di Pier Luigi Farnese avvenuto a Piacenza nella Rocca Viscontea. I Capi della congiura erano Giovanni Anguissola di Grazzano, Agostino Landi e i fratelli Pallavicino, ispirati dal potente governatore di Milano Ferrante Gonza a. Fu l' Anguissola a trafiggere il Duca al quale sino a pochi attimi prima aveva finto legami di amicizia. Giovanni Anguissola dopo l'uccisione del Farnese si stabilì in Lombardia e divenne un alto funzionario dell'Imperatore Carlo V.

Nel 1576 alienò il castello, terre e beni di Grazzano Maiano e Verano con diritti feudali e giurisdizione ai cugini Teodosio e Alessandro Anguissola - padre e figlio - del ramo di Vigolzone, Folignano e San Polo.

Successivamente, nel 1599 i duchi Farnese elevarono il feudo di Grazzano con Maiano e Folignano a Marchesato. I territori, inclusa una presa d'acqua per irrigazione dal torrente Nure, erano al tempo di proprietà del conte Galvano, figlio di Alessandro.