Franco Corti

338/7671797

frank.c51@aliceposta.it

 

Oppure a

Guido Platania

Tel 334/6975885  -

 gp@helponline.it

 DOMENICA 7/6/09

  DA FRAMURA A BONASSOLA

 

E’ la terza volta negli ultimi mesi che ci riproviamo. Le altre due è andata male causa la pioggia. Ormai, data la stagione, possiamo anche provare a pensare ai bagni di mare.

Franco, conoscitore di buona parte dei percorsi italiani, ci ha proposto Framura con una delle diverse passeggiate che questo posto offre. Tra le diverse abbiamo individuato il sentiero che da Framura porta a Bonassola. Sono nominalmente 3 ore (chi mi conosce sa che per me ne quoto 5). Massimo dislivello 200m. Pranzo al sacco.

Se troviamo la spiaggeta giusta possiamo anche fare il bagno.

Se siamo in numero adeguato il sistema migliore è la macchina per raggiungere Framura. Da lì a piedi fino a Bonassola lungo un sentiero a mezza costa. Una volta arrivati prendiamo il primo treno che ci riporti a Framura. E’ possibile, per chi vuole, andare in treno, ma il percorso è lungo in quanto richiede dei cambi. Il costo a livello individuale è contenuto, ma rispetto ad una macchina piena è anche superiore.

Qui di seguito alleghiamo una sintesi del percorso e della città di Framura.

Si tratta di una gita tra amici

con suddivisione delle spese, itinerario libero

Programma di massima

Macchina –

8.30 – Ritrovo alla MM di Famagosta

11.00 Arrivo a Framura e partenza 

16.00 Arrivo Bonassola

16.40 Partenza treno da Bonassola per Framura

17.00 Partenza da Framura  per Milano

Treno –

7.00 Ritrovo stazione centrale

7.15 Partenza per Framura

10.44 Arrivo a Framura

16.43 Partenza treno per Milano

 

Spesa prevista

Macchina, suddivisione spese. Circa 38 € a macchina solo andata

Treno, dipende dal treno. Minimo 12 euro a testa solo andata

Pranzo di base al sacco

 

 

Sentiero Framura - Bonassola

 

Località di partenza : presso la stazione ferroviaria di Framura
Quote: partenza m 15 s.l.m., arrivo m 6 s.l.m.
Dislivello massimo 205 m
Grado di difficoltà facile

Tempo di percorrenza: 3 h circa

Dalla stazione ferroviaria salendo una scalinata si accede a Via L. Duina percorrendo la quale si può godere della vista di splendide euforbie arboree e di un vasto panorama sul mare. Dopo le Case Rosse si imbocca il sentiero che corre sugli affioramenti geologici di basalti a pillows (cuscini lavici). Attraversata la Valle delle Lame, si giunge a Salice (m 205 s.l.m.) e fra vigneti e macchia mediterranea si prosegue fino alla Sella di Carpeneggio. Una freccia sulla destra indica il sentiero che conduce al Salto della Lepre da cui si gode un grandioso panorama a picco sul mare. Ritornando indietro di un centinaio di metri, si riprende il sentiero che scende sulla strada che da Bonassola raggiunge la Madonna della Punta ed in prossimit
el cimitero una scalinata conduce in paese presso la Chiesa di S. Caterina

 

 

Framula quasi ferra mula, perché le vie sono aspre e sassose…” Così scrive nel 1537 Agostino Giustiniani riprendendo l’interpretazione toponomastica data da Jacopo Bracelli qualche decennio prima. Forse Dante ha presente la nostra costa quando dice “Tra Lerice e Turbia la più diserta, la più rotta ruina...”. Vediamola, questa rotta ruina. Le falesie del Porticciolo ed Apicchi alle quali si abbarbicano nelle valli più incise impenetrabili leccete, poi una lunga spiaggia, poi un’insenatura scavata nella verde serpentinite, ed infine scogliere di giganteschi cuscini di lava rossa, estrusi milioni di anni fa migliaia di metri sotto il livello del mare. Ed è l’incontro tra rocce di origine ed aspetto così diversi a rendere unica la selvaggia bellezza del litorale. Ma risalendo dal mare il paesaggio si fa di un’infinita dolcezza. Incontreremo l’ulivo e la vite, ma anche il fico e il limone e ovunque si trovi acqua una miriade di orti, spesso minuscoli. Ed infine, nella conca di monte Serro, un maestoso castagneto, l’unico in tutto il levante quasi a strapiombo sul mare.

 

Ideale punto di confine tra la Liguria e la Toscana Framura ha origini molto remote nel tempo, il Castellaro sul Monte Serro tornato alla luce con scavi a partire dagli anni '50, testimonia la frequentazione del sito fin dall'età protostorica.

Framura non esiste come nucleo, o meglio Framura è il toponimo distintivo di un tipico aggregato ligure a nome collettivo che riassume in unica entità cinque frazioni nettamente distinte tra loro (Anzo, Ravecca, Setta, Costa, Castagnola) distribuite tra mare e monte.

Proponiamo un percorso alla scoperta di questi borghi che corrisponde sostanzialmente alla mulattiera di collegamento tra le frazioni riportata dal Vinzoni, e comprende tre crose trasversali alla carrozzabile provinciale.

Anzo, forse l'Antion dello pseudo-Scillace i cui gioielli ben conosciuti sono la torre di guardia genovese (sec. XV) e la cappella di S. Maria della Neve oggi chiesa di Nostra Signora della Neve, piacevolmente decorata secondo il gusto neogotico dell'epoca. All'interno si conservano Cristo alla Colonna (olio su tela), databile intorno alla fine del XVI secolo, che presenta caratteri Cambiaseschi, Cristo e La Veronica (sec. XVIII) e una Madonna con Bambino San Giovanni Battista e San Sebastiano (sec. XVII).

Passata la Frazione di Ravecca, dove il tipo edilizio medioevale è ancora presente nella sua purezza-merita anche un'occhiata la Cappella privata (Cappella Farina) dedicata ai SS. Bernardo e Pasquale, con un piccolo altare rustico decorato da rozze protome in stucco si raggiunge Setta, Sede Comunale, con la grande torre di guardi genovese (sec.XV) e la Cappella di S. Rocco, la cui facciata decorata a tempera con elementi architettonici di gusto neoclassico (seconda metà del '700) è stata recentemente recuperata da un ottimo restauro. All'interno si conserva Madonna col Bambino fra San Rocco e San Nicola (sec.XII-XVIII). Di fronte alla Chiesa sul piazzale è stato posto in epoca recente un vigoroso bassorilievo marmoreo del secolo XVI raffigurante la Resurezione.

La frazione Costa è la più rilevante dal punto di vista archeologico, storico e artistico.
La torre di guardia di epoca carolingia (sec.IX) così come la Pieve di S. Martino sono state oggetto di numerose ricerche. Cimaschi scrisse, commentando su suoi studi precedenti "La Torre della Costa di Framura rappresenta uno degli esempi più tipici di architettura militare, tanto povera quanto ricca di fascino. Parlo di architettura "militare" perché si trattava chiaramente, in origine,di una torre di guardia, e di eventuale sporadica resistenza, contro incursioni che l'ubicazione e la storia della zona fanno attribuire a scorrerie saracene. Una costruzione di straordinaria robustezza, dallo spessore delle pareti costruite a grandi blocchi irregolari, particolarmente imponenti nella parte inferiore e nell'impianto di fondazione, con volte a crociera nel piano inferiore, sopportate da archi laterali. La pianta è quadrata, a due piani non rastremati, diminuenti per riseghe esterne con fregio a dente di sega che corre alla cornice dei due piani. In epoca successiva- senza poter essere troppo precisi, diciamo tra il Mille ed il Millecento alla torre fu addossata la Chiesa di San Martino, di origine certamente monastica (probabilmente matrice S. Colombano di Bobbio), poi sottomessa, nella seconda metà del sec. XII, alla Diocesi di Genova. Che dalle opere murarie rese necessarie da questo collegamento, che -detto per inciso- rappresenta un esempio architettonico molto raro in Italia (le Chiese con il campanile affrontato sono piuttosto diffuse nella Francia del Sud), possa essere nata la tradizione popolare che vede nel toponimo Framura il ricordo dei "frati che murano" non può essere escluso a priori, anche se la testimonianza erudita, ma molto tarda(sec. XV), dell'annalista Mons. Giustiniani preferisce l'accostamento di Framura a "ferra mula, per le sue strade aspre e sassose". Un sommario saggio di scavo, effettuato alla fine degli anni settanta sotto il piano terreno, ha messo in luce una tomba rettangolare a cassa, senza corredo, con copertura a lastre di ardesia, sottostante alle fondamenta, di per sé non databile, ma del tutto compatibile con l'eventuale attribuzione ad un momento non determinabile dell'Alto Medioevo".
All'interno della Chiesa di San Martino si conserva uno dei capolavori di Bernardo Strozzi "Madonna del Rosario con i Santi Domenico e Carlo Borromeo" e un pulpito in marmi policromi di età barocca che la tradizione popolare vuole essere stato scolpito per la Cattedrale di San Lorenzo in Genova.
Alla fine del "carruggio" della Costa punto dal quale inizia l'itinerario nell'area protetta, si incontra l'"ospitale" di Framura secondo da quanto risulta dalla lapide in caratteri carolini apposta sulla facciata sarebbe opera di Giuliano de Dugo e risalirebbe al 27 dicembre 1400.
Terminato il percorso nel parco, nella Parrocchiale di San Lorenzo di Castagnola si può ammirare la "Deposizione" di Luca Cambiaso, questo capolavoro è attribuito al periodo della maturità dell'artista.