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DOMENICA 7/6/09
DA FRAMURA A BONASSOLA
E’ la terza
volta negli ultimi mesi che ci riproviamo. Le altre due è andata male causa la
pioggia. Ormai, data la stagione, possiamo anche provare a
pensare ai bagni di mare.
Franco,
conoscitore di buona parte dei percorsi italiani, ci ha proposto Framura con una delle diverse passeggiate che questo
posto offre. Tra le diverse abbiamo individuato il sentiero che da Framura porta a Bonassola. Sono
nominalmente 3 ore (chi mi conosce sa che per me ne
quoto 5). Massimo dislivello 200m. Pranzo al sacco.
Se troviamo la spiaggeta giusta possiamo anche fare il bagno.
Se siamo in
numero adeguato il sistema migliore è la macchina
per raggiungere Framura. Da lì a
piedi fino a Bonassola lungo un sentiero a mezza
costa. Una volta arrivati prendiamo il primo treno che ci riporti a Framura. E’ possibile, per chi vuole, andare in treno, ma
il percorso è lungo in quanto richiede dei cambi. Il
costo a livello individuale è contenuto, ma rispetto
ad una macchina piena è anche superiore.
Qui di seguito
alleghiamo una sintesi del percorso e della città di Framura.
Si
tratta di una gita tra amici
con
suddivisione delle spese, itinerario libero
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Programma di massima
Macchina –
8.30 – Ritrovo alla MM di Famagosta
11.00 Arrivo a Framura e partenza
16.00 Arrivo Bonassola
16.40 Partenza treno da Bonassola per Framura
17.00 Partenza da Framura per Milano
Treno –
7.00 Ritrovo stazione centrale
7.15 Partenza per Framura
10.44 Arrivo a Framura
16.43 Partenza treno per Milano
Spesa prevista –
Macchina, suddivisione spese. Circa 38 € a macchina solo andata
Treno, dipende dal treno. Minimo 12 euro a testa solo
andata
Pranzo di base al sacco
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“Framula quasi ferra mula,
perché le vie sono aspre e sassose…” Così scrive nel 1537 Agostino Giustiniani riprendendo l’interpretazione toponomastica
data da Jacopo Bracelli qualche decennio prima.
Forse Dante ha presente la nostra costa quando dice “Tra Lerice
e Turbia la più diserta, la più rotta ruina...”. Vediamola, questa rotta ruina.
Le falesie del Porticciolo ed Apicchi alle quali si
abbarbicano nelle valli più incise impenetrabili leccete,
poi una lunga spiaggia, poi un’insenatura scavata nella verde serpentinite, ed infine scogliere di giganteschi cuscini
di lava rossa, estrusi milioni di anni fa migliaia di metri sotto il livello
del mare. Ed è l’incontro tra rocce di origine ed aspetto così diversi a
rendere unica la selvaggia bellezza del litorale. Ma risalendo dal mare il paesaggio si fa di
un’infinita dolcezza. Incontreremo l’ulivo e la vite, ma anche il fico e il
limone e ovunque si trovi acqua una miriade di orti, spesso minuscoli. Ed
infine, nella conca di monte Serro, un maestoso castagneto, l’unico in tutto
il levante quasi a strapiombo sul mare.
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Ideale punto di confine tra
la Liguria e la
Toscana Framura ha origini molto
remote nel tempo, il Castellaro sul Monte Serro tornato alla luce con scavi a
partire dagli anni '50, testimonia la frequentazione del sito fin dall'età
protostorica.
Framura non esiste come nucleo, o meglio Framura
è il toponimo distintivo di un tipico aggregato ligure a nome collettivo che
riassume in unica entità cinque frazioni nettamente distinte tra loro (Anzo, Ravecca,
Setta,
Costa,
Castagnola)
distribuite tra mare e monte.
Proponiamo un percorso alla
scoperta di questi borghi che corrisponde sostanzialmente alla mulattiera di
collegamento tra le frazioni riportata dal Vinzoni,
e comprende tre crose trasversali alla carrozzabile
provinciale.
Anzo, forse l'Antion dello pseudo-Scillace
i cui gioielli ben conosciuti sono la torre di guardia genovese (sec. XV) e
la cappella di S. Maria
della Neve oggi chiesa di Nostra Signora della Neve,
piacevolmente decorata secondo il gusto neogotico dell'epoca. All'interno si
conservano Cristo alla Colonna (olio su tela), databile intorno alla fine del
XVI secolo, che presenta caratteri Cambiaseschi,
Cristo e La Veronica (sec. XVIII) e una Madonna con Bambino San Giovanni
Battista e San Sebastiano (sec. XVII).
Passata la Frazione di Ravecca, dove il tipo edilizio
medioevale è ancora presente nella sua purezza-merita anche un'occhiata la
Cappella privata (Cappella Farina) dedicata ai SS. Bernardo e Pasquale, con
un piccolo altare rustico decorato da rozze protome in stucco si raggiunge
Setta, Sede Comunale, con la grande torre di guardi genovese (sec.XV) e la Cappella di S. Rocco, la cui facciata
decorata a tempera con elementi architettonici di gusto neoclassico (seconda
metà del '700) è stata recentemente recuperata da un ottimo restauro.
All'interno si conserva Madonna col Bambino fra San Rocco e San Nicola (sec.XII-XVIII). Di fronte alla Chiesa sul piazzale è
stato posto in epoca recente un vigoroso bassorilievo marmoreo del secolo XVI
raffigurante la Resurezione.
La frazione Costa è la più rilevante dal punto di vista archeologico, storico e
artistico.
La torre di guardia di epoca carolingia (sec.IX)
così come la Pieve di S. Martino sono state oggetto di numerose ricerche. Cimaschi scrisse, commentando su suoi studi precedenti
"La Torre della Costa di Framura rappresenta
uno degli esempi più tipici di architettura militare, tanto povera quanto
ricca di fascino. Parlo di architettura "militare" perché si
trattava chiaramente, in origine,di una torre di guardia, e di eventuale
sporadica resistenza, contro incursioni che l'ubicazione e la storia della
zona fanno attribuire a scorrerie saracene. Una costruzione di straordinaria
robustezza, dallo spessore delle pareti costruite a grandi blocchi
irregolari, particolarmente imponenti nella parte inferiore e nell'impianto
di fondazione, con volte a crociera nel piano inferiore, sopportate da archi
laterali. La pianta è quadrata, a due piani non rastremati, diminuenti per
riseghe esterne con fregio a dente di sega che corre alla cornice dei due
piani. In epoca successiva- senza poter essere troppo precisi, diciamo tra il
Mille ed il Millecento alla torre fu addossata la Chiesa di San Martino, di
origine certamente monastica (probabilmente matrice S. Colombano
di Bobbio), poi sottomessa, nella seconda metà del sec. XII, alla Diocesi di
Genova. Che dalle opere murarie rese necessarie da questo collegamento, che
-detto per inciso- rappresenta un esempio architettonico molto raro in Italia
(le Chiese con il campanile affrontato sono piuttosto diffuse nella Francia
del Sud), possa essere nata la tradizione popolare che vede nel toponimo Framura il ricordo dei "frati che murano" non
può essere escluso a priori, anche se la testimonianza erudita, ma molto
tarda(sec. XV), dell'annalista Mons. Giustiniani
preferisce l'accostamento di Framura a "ferra
mula, per le sue strade aspre e sassose". Un sommario saggio di scavo,
effettuato alla fine degli anni settanta sotto il piano terreno, ha messo in
luce una tomba rettangolare a cassa, senza corredo, con copertura a lastre di
ardesia, sottostante alle fondamenta, di per sé non databile, ma del tutto
compatibile con l'eventuale attribuzione ad un momento non determinabile
dell'Alto Medioevo".
All'interno della Chiesa di San Martino si conserva uno dei capolavori di
Bernardo Strozzi "Madonna del Rosario con i Santi Domenico e Carlo
Borromeo" e un pulpito in marmi policromi di età barocca che la
tradizione popolare vuole essere stato scolpito per la Cattedrale di San
Lorenzo in Genova.
Alla fine del "carruggio" della Costa punto dal quale inizia
l'itinerario nell'area protetta, si incontra l'"ospitale" di Framura secondo da quanto risulta dalla lapide in
caratteri carolini apposta sulla facciata sarebbe
opera di Giuliano de Dugo e risalirebbe al 27
dicembre 1400.
Terminato il percorso nel parco, nella Parrocchiale di San Lorenzo di Castagnola
si può ammirare la
"Deposizione" di Luca Cambiaso,
questo capolavoro è attribuito al periodo della maturità dell'artista.
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