Guido Platania

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Domenica 24 Ottobre 2010

VIGEVANO E LA SFORZESCA

 

Vigevano non è certo un nome sconosciuto, ma Anna e Lillo ne hanno scoperto diversi aspetti ricchi di interesse. Così hanno messo a punto un itinerario che domenica ci permetterà di andarli a scoprire. Non sono certo tutti, ma senz’altro sono significativi.

Partenza alla mattina per tempo, arriviamo in centro a Vigevano

Programma di massima

8.45 Ritrovo Famagosta davanti pensilina fronte metropolitana 

9.00 Partenza

10.00 Vigevano

13.00 Sforzesca Trattoria

18.00 Partenza per Milano

19.00 Arrivo a Milano

 

Spesa prevista

Macchina, suddivisione spese.

Pranzo, di base al sacco,

Trattoria, spesa circa 12 euro (da definire)

Ingresso ai musei, dove dovuto

Visita Guidata, opzionale, circa 7 euro a testa per gruppo di almeno 10 persone.

 

NON C’E’ QUOTA DI PARTECIPAZIONE E SI VA A SUDDIVISIONE DELLE SPESE.

Qui incomincia il nostro itinerario cittadino

Piazza Ducale - una delle più belle piazze d’Italia, in stile rinascimentale

Duomo di Sant’Ambrogio - caratterizzato dalla scenografica facciata concava in stile barocco

Facoltativa la visita al Museo del Tesoro del Duomo – ingresso a pagamento Euro 1,00 a pax (ridotto gruppi) – da segnalare anticipatamente in quanto occorre verificare / richiedere l’apertura del museo

Castello Visconteo-Sforzesco  - L’ingresso al castello, solitamente gratuito, le parti visitabili: scuderia di Ludovico il Moro, strada coperta, cortile con vista della Falconiera.

Visita al Museo Internazionale della Calzatura  - attualmente ingresso libero – primo piano seconda scuderia.

Torre comunale detta del Bramante- con la caratteristica sagoma a corpi scalari. Facoltativa la salita alla torre, circa 100 scalini; biglietto d’ingresso 1,20 Euro a persona.

POSSIBILITA’ DI VISITA GUIDATA SU PRENOTAZIONE

Ci si trasferisce quindi alla sforzesca, una frazione di Vigevano centro sviluppato dagli Sforza per lo sviluppo agricolo/ludico delgi stessi.

In una tavernaccia ci gustiamo uno spuntino di specialità locali.

Nel pomeriggio e' possibile raggiungere in auto l'ingresso al bosco del Ticino e da lì in circa mezz'ora di cammino si può arrivare al fiume , potrebbe essere bello per i colori autunnali .

In alternativa o in aggiunta , visita del borgo della Sforzesca che ha una discreta storia legata agli Sforza e a Leonardo , interessante l'impianto medioevale , il Colombarone ( non visitabile all'interno )  la corte e la villa  del principe Gropallo Albani di Castelbarco, la casa rotonda ora in affitto a un architetto Willy Reinstein che molto carinamente ci ha permesso di entrare e di farci vedere , si e' detto disponibile a farla vedere anche al gruppo sempre che non sia di troppe persone e sempre che lui sia a casa .

Al venire del buio, rientreremo a Milano, sazi di una giornata ricca di posti, conoscenze ed esperienze (e magari di sapori)

CHI FOSSE INTERESSATO E’ PREGATO DI SEGNALARE LA RICHIESTA DI VISITA GUIDATA ED ALLO SPUNTINO IN TRATTORIA.

Nei prossimi giorni il menù

 

 

Cenni storici

Circondata dai boschi del Parco del Ticino, a soli 30 chilometri da Milano, Vigevano accoglie il visitatore con l'armonia della celebre Piazza Ducale: "una sinfonia su quattro lati" secondo la definizione del grande maestro Arturo Toscanini.

Ideata dal Bramante con il concorso di Leonardo da Vinci, Piazza Ducale è l'ingresso d'onore all'imponente Castello, per estensione uno dei più grandi d'Europa e in fase avanzata di restauro e di riuso grazie all'organizzazione di mostre e alla prossima apertura di musei.

Città d'arte ma anche città d'acque, Vigevano è attraversata da canali e dal fiume Ticino che offre scorci e oasi naturali di indubbio fascino.

Da Ludovico il Moro a Eleonora Duse, allo scrittore Lucio Mastronardi, sono tanti i personaggi che hanno visto la luce in una città, ancora oggi nota in tutto il mondo per la produzione di scarpe di qualità e per la sua industria meccano-calzaturiera.

 

Origini

Di origine longobarda Vigevano nasce come luogo fortificato corrispondente all'attuale cortile del Castello. Successivamente si sviluppa il borgo esterno, le cui case ed edifici sorgono sul luogo oggi occupato dalla famosa Piazza Ducale.

Si trasforma in libero Comune a partire dal 1198, mentre nel 1277 la storia di Vigevano si lega a quella delle potenti famiglie milanesi dei Visconti prima e degli Sforza poi.

Grazie all'opera di Luchino Visconti e di Ludovico Sforza detto il Moro, tra XIV e XV secolo, il borgo di Vigevano inizia la sua trasformazione in residenza estiva, in delizioso soggiorno per gli svaghi e gli ozi della corte ducale: il Castello viene adibito a dimora di prestigio grazie all'opera di artisti come Bramante, la Piazza Ducale in scenografico spazio libero da case ed edifici, regale atrio d'ingresso al Castello

Nel 1530 Vigevano ottiene il titolo di città con una propria sede vescovile.

 

Piazza Ducale
E' una delle più affascinanti piazze d'Italia. La sua ideazione e decorazione sono opera di Bramante. Leonardo da Vinci, anche se non partecipò direttamente ai lavori, lasciò disegni e testimonianze scritte nei suoi famosi codici d'appunti.

La volontà di realizzare la Piazza è del duca di Milano Ludovico il Moro che la pensò come anticamera nobile, regale cortile d'ingresso all'imponente Castello.

I lavori iniziarono nel 1492 e si conclusero nel 1494. Piazza Ducale rappresenta uno dei primi modelli di piazza rinascimentale sul modello del "forum" romano e uno dei migliori esempi dell'architettura lombarda del XV secolo.

Si presenta come un rettangolo allungato di 134 metri di lunghezza e 48 di larghezza edificato su tre lati (il quarto è occupato dalla Chiesa cattedrale).

Questa forma architettonica è opera del vescovo-architetto Juan Caramuel Lobkowitz che chiuse il quarto lato con la facciata barocca della Chiesa Cattedrale.

Sotto i portici le botteghe, un tempo occupate dai commercianti di lana e seta, oggi offrono ai visitatori occasioni di conforto e relax (caffe- bar, gallerie d'arte) e di shopping di qualità (abbigliamento, gioielli, calzature.)

 

Il Castello.
Sorge nella parte più alta di Vigevano e costituisce una piccola città nella città, essendo per estensione uno dei più grandi complessi fortificati d'Europa.

Alla sua realizzazione, che ancor oggi conserva tutto il fascino rinascimentale, contribuirono artisti come Bramante e Leonardo. Tra il 1492 e il 1494 i lavori erano terminati e le lussuose sale interamente affrescate, gli appartamenti ducali, e capienti scuderie per ospitare cavalli, il grande cortile ove si svolgevano tornei, erano pronti per ospitare la corte ducale e i "vip" del tempo, come il potente re di Francia Carlo VIII e, più avanti l'imperatore Carlo V.

Con la fine della dinastia sforzesca (1535) il castello passò agli spagnoli e iniziò un lento declino che lo vide ospitare solo eserciti e trasformarsi in caserma fino al 1960.

Da quella data è iniziato il restauro ed il Castello si sta trasformando in una cittadella dell'arte e della cultura grazie ai suoi musei visitabili - tra cui il curioso e unico in Italia Museo della calzatura - e a un ricco programma di mostre ed eventi musicali nel corso di tutto l’anno.

 

Piazza Ducale

Costruzione 

La Piazza Ducale di Vigevano fu voluta da Ludovico il Moro, signore di Milano, come anticamera d'ingresso all’imponente Castello visconteo-sforzesco. Le vicende costruttive risalgono al 1492, i lavori durarono due anni e nell'ottobre del 1494 la nuova piazza accolse la visita di Carlo VIII.
Sicuro è l'intervento progettuale da parte del Bramante, mentre Leonardo da Vinci presente ai lavori trasse ispirazione per alcuni disegni contenuti nei suoi codici.
Piazza Ducale è uno dei primi modelli di piazza rinascimentale eseguiti sul modello del "forum" romano, nonchè uno dei migliori esempi dell'architettura lombarda del XV secolo. Si presenta come un rettangolo allungato di 134 metri di lunghezza e 48 di larghezza edificato su tre lati (il quarto è occupato dalla Chiesa cattedrale)

 

Aspetto originario

All'epoca di Ludovico il Moro la Piazza presentava un aspetto differente dall’attuale: due archi trionfali interrompevano i portici in corrispondenza delle attuali via del Popolo e via Silva; per accedere Castello veniva utilizzata una lunga rampa di pietra percorribile da cavalli e carri posizionata nel mezzo della Piazza e in linea con l'ingresso attuale sotto la Torre; era completamente assente la facciata barocca del Duomo

 

Aspetto attuale 

L'attuale forma architettonica venne disegnata e realizzata dal vescovo-architetto Juan Caramuel Lobkowitz che, nel 1680, chiuse il quarto lato con la facciata barocca della Chiesa Cattedrale, eliminò la rampa d'accesso al castello e i due archi trionfali. A partire da quella data e fino all'epoca napoleonica assunse il nome di "Piazza del Duomo". La Piazza è circondata da portici e arcate sorretti da 84 colonne con capitelli tutti di fogge differenti tra loro. Sopra ogni colonna c’è un medaglione che ritrae personaggi dell’epoca romana e rinascimentale con alcuni motti e proverbi

 

Decorazioni selciato

Le decorazioni attuali della Piazza, sottoposte a restauro nel corso degli anni Novanta, sono per la maggior parte opera dei pittori vigevanesi Casimiro Ottone e Luigi Bocca che le eseguirono nel 1903, basandosi su tracce e lacerti di pitture quattrocentesche. Il selciato della Piazza è costituito con i ciottoli bianchi e neri provenienti dal fiume Ticino, mentre i primi lampioni in ghisa sono stati realizzati nel 1911. Da notare le differenti forme dei comignoli che ornano i tetti

 

La Piazza oggi

Piazza Ducale è il cuore antico e moderno della città, il salotto di Vigevano, uno spazio scenografico di grande suggestione e armonia. Il grande maestro Arturo Toscanini, seppure malato, chiese di essere portato a Vigevano per sedersi ai tavolini dei bar in quanto considerava Piazza Ducale una sinfonia musicale, una composizione orchestrale su quattro lati, simile ai quattro movimenti delle sinfonie.
Sotto i portici le botteghe, un tempo occupate dai commercianti di lana e seta, oggi offrono ai visitatori occasioni di conforto e relax (caffe- bar, gallerie d'arte) e di shopping di qualità (abbigliamento, gioielli, calzature).
La Piazza Ducale è ancora oggi l’accesso principale al Castello Visconteo Sforzesco. Salendo lo scalone, che si trova sotto la Torre del Bramante, si può infatti accedere al cortile del Castello e visitare gli spazi già recuperati o salire sulla Torre bramantesca per un visione d’insieme di tutta la città

 

Il Duomo e il suo tesoro

Chiesa del Duomo
La costruzione del Duomo, dedicato a Sant'Ambrogio, fu avviata dal duca Francesco II nel 1532 su disegno di Antonio da Lonate ed ultimata nel 1606. 

La straordinaria facciata scenografica, giustapposta per rimediare all'asimmetria dell'edificio con la piazza antistante, fu progettata dal vescovo Juan Caramuel y Lobkowitz nella seconda metà del '600.  La particolare curvatura ellissoidale e la straordinaria sobrietà pongono l'opera tra gli esempi più raffinati di architettura barocca.  
L'interno, a croce latina e a tre navate, conserva notevoli opere d'arte. Nel primo altare a sinistra dell'ingresso troviamo il modello ligneo della chiesa, opera di Antonio da Lonate. Nel terzo altare a sinistra, un polittico a tempera di scuola leonardesca. Sull'altare maggiore un paliotto settecentesco, con inserite figure ricamate in seta ed oro, e tratte da un paramentale cinquecentesco. Nel transetto destro, dipinti attribuiti a Macrino d'Alba e Bernardino Ferrari (inizi del XVI sec.)

 

Museo del Tesoro del Duomo 
E' costituito, in massima parte, da doni di Francesco II Sforza (1534).
Conserva preziosi corali e codici miniati da Agostino e Ferrante Decio, un pastorale in avorio, "La Pace", un preziosissimo reliquiario in argento cesellato in oro di scuola lombarda (XVI sec.), calici e reliquiari di varie epoche, una paramentale cinquecentesco, ricamato in oro zecchino ed usato a Monza nel 1805 per l'incoronazione di Napoleone Bonaparte.

La dotazione più importante è costituita dalle due serie di arazzi fiamminghi provenienti da Bruxelles (1520) ed Oudenaarde (inizi XVII sec.), raffiguranti la parabola del figliol prodigo, storie di Ester ed Assuero, storie di Giuseppe Ebreo e storie di Alessandro Magno.

 

Leonardo e il Mulino di Mora Bassa

La quattrocentesca dimora  denominata “Mulino di Mora Bassa”, regalo di Ludovico il Moro alla Moglie Beratrice d’Este per le nozze e oggi è di proprietà dell’ Associazione Irrigazione Est Sesia di Novara, ospita la mostra permanente delle “Macchine di Leonardo”.


Vigevano rappresenta una tappa nuova ma indispensabile per chi va alla ricerca di luoghi leonardeschi . Sicuri documenti d'archivio attestano la sua presenza presso l'azienda agricola Sforzesca" di Vigevano


Adì 2 febbraio 1494 alla Sforzesca ritrassi scalini 25 di 2/3 l'uno larghi braci 8.. frase che Leonardo annota nei suoi scritti, poiché, durante un rilevamento territoriale nei dintorni della città di Vigevano, si accorge della presenza nel terreno di scale che sperimenta come mezzo di trasporto dell’acqua per l’irrigazione ed anche come mezzo di bonifica. Infatti le scale d’acqua, trasportando una abbondante quantità di terra, possono colmare le paludi circostanti e Leonardo ne capisce l’importanza per assolvere agli incarichi che Ludovico il Moro gli commissiona, affinché si sperimentino nuove tecniche agricole.

 

La Sforzesca

La "villa della Sforzesca", frazione a pochi chilometri di strada da Vigevano, si compone di diversi complessi monumentali nati in successivi momenti storici. Il così detto "Colombarone" eretto nel 1486 da Ludovico il Moro; gli edifici adibiti a residenza dei salariati prospicienti la Via dei fiori databili alla fine del XV secolo; il complesso ottocentesco della villa patronale con il suo parco e la chiesa di S. Antonio.

Il complesso denominato “Colombarone “ richiama la disposizione tipica dei castelli con quattro corpi di fabbrica intorno ad un cortile centrale quasi quadrato e quattro palazzotti agli angoli, chiamati colombaroni, ornati di finestre archiacute e fregi "a dente di sega". Tutto intorno una distesa di campagne coltivate, canali d'irrigazione e mulini ad acqua progettati niente meno che da Leonardo da Vinci, ospite della tenuta alla fine del Quattrocento.

Il borgo deve il suo nome a Ludovico Maria Sforza che, nel 1486, trasformò questa sua possessione da "vile gleba" in "ricchissima terra", come si legge sulla lapide in distici latini dettati dall'umanista Ermolao Barbaro e murata sulla facciata d'angolo del “Colombarone”: "Ludovico Maria, figlio del divino Francesco Sforza duca di Milano, tutore del divino nipote e comandante supremo delle Milizie, per propria sagacia rese fertile questa arida pianura perennemente assetata col portarvi, con grande spesa abbondante acqua, e coll'erigere dalle fondamenta una amenissima villa preparò per se e per i posteri una piacevole dimora nell'anno di salute 1486".

La prima notizia del formarsi di una possessione dei duchi Sforza presso Vigevano risale al 1463; il 12 agosto 1485 la comunità di Gambolò donava a Ludovico il Moro un nucleo di terreni che veniva ad ampliare l'estensione dei suoi fondi: la lapide commemorativa murata sull'edificio nella "colombaia" di nord-ovest data la costruzione del quadrilatero, che ancora conserva il nome Sforzesca, all'anno 1486.
Con un atto datato il 2 gennaio 1494 Ludovico donò la Sforzesca alla moglie Beatrice d'Este. Costei morì il 29 gennaio 1497, nel dare alla luce un bambino, a soli 23 anni:. Beatrice venne sepolta in Milano, nella Chiesa di S.Maria delle Grazie retta dai Padri Domenicani. A loro Ludovico con un atto del 3 dicembre 1498 legò tutti beni della Villa Sforzesca in cambio di preghiere e suffragi perenni.
Francesco II Sforza ottenne dal Papa Clemente VII ottenne per Vigevano la dignità della Sede Vescovile; la Villa Sforzesca venne in parte assegnata in dote alla Mensa Vescovile di Vigevano e il resto al Capitolo Cattedrale.

La storia dei successivi passaggi di proprietà della Sforzesca è alquanto travagliata e intrecciata di vari matrimoni. Il primo fu tra la nobildonna Spinola che, acquisita nel 1803 la tenuta da certo Quirino Cazenove, sposò il proprio amministratore, il nobiluomo Marcello Saporiti.
Egli fece della Sforzesca un grandioso podere modello di più di 1600 ettari. Non ebbero però eredi e, morta la Spinola, Saporiti sposò la figlia di un generale francese, Jourdan. Rimasto nuovamente vedovo il Saporiti passò a terze nozze con la contessa Maria Anna Vitale. Marcello Saporiti tuttavia morì senza aver la gioia di vedere un proprio discendente.
La vedova sposò il nipote del marito, conte Apollinare Rocca di Reggio Emilia (1813-1880): nel 1845, sotto il regno di Carlo Alberto la Sforzesca venne eretta in marchesato. Egli arricchì la tenuta con un edificio scolastico e con una nuova chiesa dedicata a S. Antonio.
I due coniugi ebbero tre figli: Marcello, Maria (che andò sposa a Marcello Gropallo di Genova) e Alessandro. Deceduti entrambi i fratelli maschi, Maria assunse il titolo e la proprietà dei cospicui beni patrimoniali e immobiliari. Maria passò il titolo marchesale al primogenito Luigi Gropallo di Genova dalle cui nozze con la marchesa Laura Serra nacque il successivo marchese Marcello Gropallo.
La contessa Laura (nata a Genova nel 1928), figlia di Marcello e Rosa Giorgi di Vistarino, unica erede della Sforzesca, sposa il principe Carlo Castelbarco Albani del Principe Cesare di Roma. La contessa Laura lascia la proprietà della Sforzesca al figlio secondogenito conte Marcello Castelbarco Albani Gropallo. Marcello ha due figli, Maurizio e Rosa, avuti dalla moglie contessa Letizia Mattioli.

Recentemente un ultimo interlocutore si è aggiunto al lungo elenco dei proprietari di parte della Sforzesca. Il quattrocentesco edificio del Colombarone è stato venduto al gruppo Esselunga. La convenzione sottoscritta tra Esselunga e Comune di Vigevano per la realizzazione del centro commerciale Esselunga, prevede il passaggio di proprietà dello storico edificio al Comune di Vigevano, una volta ultimati i lavori di consolidamento

Il Parco del Ticino

Il "Parco del Ticino" si estende, lungo il fiume omonimo, su due regioni: Piemonte e Lombardia e - amministrativamente - è composto da due enti, il piemontese Parco Naturale della Valle del Ticino e il Parco Lombardo della Valle del Ticino. Il Parco piemontese ha un’estensione limitata e interessa la sola fascia fluviale senza comprendere le aree urbanizzate, valorizzando perciò i soli elementi naturali.

Il Parco lombardo, che si snoda dal Lago Maggiore fino al Po, comprende invece l’intero territorio di quarantasette comuni. Una scelta questa per estendere la competenza in termini di tutela e valorizzazione non solo sull’ambiente, ma anche su aspetti storici, archeologici, architettonici, agricoli presenti sul territorio, con un’opera di conservazione che ha anche l’obiettivo di non frenare le attività compatibili.

Non si deve dimenticare che il Parco del Ticino occupa un’area vicinissima a Milano, popolata da circa mezzo milione di abitanti che vivono, si muovono e lavorano sul territorio. Da questo nasce un continuo confronto con l’attività umana e le sue componenti più importanti. Una sfida che il Parco raccoglie giornalmente attraverso un programma di gestione compatibile del territorio. La nuova legge del Parco è uno strumento che non si limita ad apporre dei vincoli, ma che, partendo dalla conoscenza dei dati ambientali di base, traccia una nuova filosofia nella politica di protezione del fiume e delle sue aree.