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Domenica 18 Marzo

IL CENACOLO E
SANTA MARIA DELLE GRAZIE

 

Leonardo, il Moro e santa Maria delle Grazie

La visita intende ripercorrere l'attività di Leonardo per Ludovico il Moro presso il Complesso delle Grazie e fornire indicazioni sul quartiere dl vigentino negli anni in cui il Maestro vi operava.

Durante il percorso si forniscono notizie storiche-ambientali sull'area circostante la Basilica, si visitano gli Orti di Leonardo, ora racchiusi entro il Palazzo delle Stelline, e il complesso della Chiesa e del Refettorio. L'attenzione si concentra anche sulle altre personalità che hanno contribuito alla realizzazione (Solari e Bramante) e alla decorazione (Butinone, Zenale, Montorfano) dell'edificio, allo scopo di delineare uno spaccato del panorama architettonico e pittorico della seconda metà del Quattrocento milanese.

 

Durata del percorso: 2 ore

Ingressi: Cenacolo: 8 euro a persona

Appuntamento: davanti all'ingresso della Basilica di Santa Maria delle Grazie

 

NB: In base all'orario di ingresso al Cenacolo, può variare l'ordine in cui i luoghi e le opere indicate  vengono visitati.

Dentro il cenacolo si starà 15’ circa, il resto del tempo è dedicato alla visita come sopra.

 

 

 

Programma di massima

A piedi

Ritrovo davanti a S.Maria delle Grazie nel pomeriggio (ore 16.45), Inizio ore 17.00 

Accesso al cenacolo ore 18.45

abbiamo ottenuto l’accesso a un gruppo da 23 persone (tassativo su base biglietti),

 

Spesa prevista

8,00 € a testa l’ingresso

10,00 € a testa la guida

 

 

Piazza
S. Maria delle Grazie 2
Corso Magenta
20123 Milano

 

Mezzi pubblici
MM1 Conciliazione
MM1, MM2 Cadorna
Tram 20-24-29-30

 

 

 

La chiesa e il convento di Santa Maria delle Grazie con l'Ultima Cena di Leonardo, iscritti dal 1980 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Unesco, rappresentano un eccezionale capolavoro del genio creativo umano. La complessa e perfetta architettura del Bramante nella chiesa e "l'Ultima Cena" di Leonardo nel Refettorio, simboli della Milano umanistica e rinascimentale, costituiscono un'insigne opera che per la definizione spaziale e compositiva annuncia una nuova era nella storia dell'arte.

Santa Maria delle Grazie

La costruzione della chiesa e del convento di Santa Maria delle Grazie fu eseguita dal 1465 al 1482 su progetto di Guiniforte Solari. L'originario assetto architettonico della chiesa, che si conserva solo nel corpo delle navate, si presentava come tipico esempio dell'arte tardogotica lombarda di cui il Solari era un noto rappresentante. L'interno a tre navate con cappelle laterali riproduceva lo schema compositivo tradizionale anche se non mancavano elementi innovativi di chiaro gusto rinascimentale come le colonne in sostituzione dei pilastri e la decorazione pittorica della navata centrale.

Dal 1490 in poi, importanti trasformazioni architettoniche vennero realizzate per opera di Ludovico il Moro, che aveva deciso di fare della chiesa il mausoleo della sua famiglia. Il Duca concentra così le sue attenzioni su Santa Maria delle Grazie chiamando alla sua corte i migliori artisti: a Bramante affida l'incarico di costruire la nuova tribuna destinata a sostituire il presbiterio solariano, a Leonardo commissiona l'Ultima Cena mentre Cristoforo Solari deve scolpire il coperchio del sepolcro di Ludovico e della moglie Beatrice da collocare al centro del coro.

Il vasto programma del Moro, che prevedeva anche il rifacimento della facciata e della parte delle navate, non viene portato a termine; l'improvvisa morte di Beatrice nel 1497 e la caduta del governo del Moro nel 1499 fermano i lavori mentre risultano completate la tribuna, la sagrestia e l'Ultima Cena: opere importantissime che ancora oggi, nonostante le trasformazioni e i danni del bombardamento del 16 agosto 1943, che distrussero la biblioteca e il chiostro dei morti, costituiscono significativi esempi della Milano rinascimentale.

L'Ultima Cena di Leonardo

La realizzazione dell'Ultima Cena si inserisce nell'ambito dell'ampio rinnovamento artistico e culturale, patrocinato da Ludovico il Moro, che dal 1490 si sviluppa a Milano coinvolgendo in pieno il Convento di Santa Maria delle Grazie. Nel 1495, mentre Donato Montorfano sta ultimando la Crocifissione nel Refettorio, Leonardo riceve l'incarico dal Duca di decorare la parete di fronte con l'Ultima Cena; commissione documentata dagli stemmi che compaiono all'interno di ghirlande vegetali nelle quattro lunette al di sopra della "Cena" e che ricordano appunto i nomi di Ludovico, Beatrice e dei loro figli.

L'elaborazione del Cenacolo
bbastanza lenta, nonostante le sollecitazioni del Moro e del priore: Leonardo impiega, infatti, circa quattro anni (1494-1498) utilizzando una tecnica a secco, cio tempera, come se si trattasse di una grande tavola (4,60x8,80m). Per prima cosa decide di non affidarsi alla consolidata tecnica dell'affresco, che pur offrendo garanzie per la conservazione, impone il rispetto del tempo nella stesura; ha invece bisogno della massima libertà nella fase esecutiva per correggere, modificare e ottenere particolari effetti cromatici. Inoltre la tecnica dell'affresco non si concilia con il suo bizzarro temperamento che lo porta ad alternare periodi di intensa attività ad altri di completo riposo, come testimonia il racconto di Matteo Bandello che è ospite dei padri al convento e lo vede spesso al lavoro.

Benché il tema del Cenacolo fosse raffigurazione tradizionale dei refettori conventuali ed in particolare quelli fiorentini (da ricordare i capolavori di Taddeo Gaddi, di Beato Angelico, di Andrea del Castagno e del Ghirlandaio) l'Ultima Cena è presentata da Leonardo in forma completamente innovativa: non solo è modificata radicalmente l'impostazione della scena, ma la novit࠰iù assoluta è data dall'impressionante realismo con cui è narrato l'episodio evangelico.

Il Cenacolo

Il Cenacolo è comunemente identificato con l'ambiente dove Leonardo ha dipinto la celebre "Ultima Cena" : il Refettorio del convento domenicano di Santa Maria delle Grazie, eccezionale capolavoro artistico della Milano rinascimentale, realizzato nella seconda metà del Quattrocento.

La grande aula rettangolare del Refettorio, chiusa da volte a lunette, è decorata con due grandi rappresentazioni pittoriche, scelte in base alla destinazione dell'ambiente e alla tradizione religiosa domenicana: oltre all'Ultima Cena si può ammirare la "Crocifissione" di Donato Montorfano, dipinte rispettivamente sulla parete settentrionale e su quella meridionale. Le due grandiose scene sono unite da un fregio pittorico, che in origine correva su entrambe le pareti laterali, con ghirlande vegetali che sostengono cartelli contenenti citazioni della Bibbia cui si ispira la vita monastica; al di sopra compaiono ritratti di monaci e di santi entro oculi in finta architettura: opere attribuite a Donato Montorfano, oggi purtroppo incomplete a causa dei danni del bombardamento del 1943 che distrusse completamente la volta e la parete orientale, mentre la salvezza della parete della Cena fu dovuta alla provvidenziale protezione ottenuta con sacchi di sabbia.

Originariamente e prima ancora dell'intervento di Leonardo questo ambiente si presentava diverso: aveva forma perfettamente simmetrica con sedici finestre, otto per parete, allineate nelle lunette, al di sopra della trabeazione e si suppone che sia stato lo stesso Leonardo ad imporre la diversa sistemazione delle finestre per realizzare la "Cena".