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La
TOSCANA ETRUSCA E MEDIOEVALE |
PROGRAMMA
Mezzi –
auto dei partecipanti guidate daglii stessi
Pernottamenti - presso agriturismo in località Ulignano (VOLTERRA) in
appartamenti (ottimizzazione letti disponibili)
con uso cucina.
Colazioni –
autocucinate presso l’agriturismo
Pranzi e cene – autocucinat presso l’agriturismo o presso ristorantini locali
Luoghi visitati – VOLTERRA, S.GIMIGNANO, MASSA MARITTIMA, SIENA.
LA GITA – Andiamo alla scoperta, per chi non le conosce, o
alla riscoperta, per chi le ha viste magari affrettatamente, di queste
affascinanti città dalla antica storia (fino a 3000 anni). Facciamo base presso
un agriturismo situato poco distante da tutti questi posti e, giorno per
giorno, dedicheremo loro il tempo e l’attenzione che meritano. Decideremo di
giorno in giorno il giro da fare e, se ci sarà l’interesse, potremo anche
arricchirlo.
ECCEZIONALE, PER CHI PRENOTA PER TEMPO, POSSIBILITA’ DI CENA CON I
CONTRADAIOLI DI SIENA E VISITA DELLA CATTEDRALE DI CONTRADA (15.00 € da cassa
comune)
COMPRENDE -
il pernottamento presso l’agriturismo (5 giorni, 4 notti),
- l’assistenza di una
esperta culturale;
- polizza assicurativa
Europassistance
-.lenzuola, coperte, asciugamano e
riscaldamento presso gli appartamenti
NON COMPRENDE:-
Trasferimenti con le proprie auto e biglietti autobus e treno; colazioni,
pranzi e cene; eventuali biglietti di ingresso a musei o altro. Comunque qualunque altro servizio e
prestazione non indicato nella voce
COMPRENDE
Al momento delle partenza verrà costituita una cassa comune per
queste spese di € 150,00 a testa che riteniamo sufficienti per coprire le spese
di carburante, autostrada e vitto nello spirito di avventure nel mondo. La
gestione di queste spese avverrà di comune accordo, nel caso l’importo versato
non bastasse, i partecipanti si impegneranno a coprire la differenza.
ADESIONI-ANTICIPI:
L'iscrizione sarà
considerata solo con il versamento di
50,00 EURO tassativamente, entro il 15/10/06 (le modalità vi verranno
comunicate al momento dell’iscrizione).
Al momento dell’adesione specificare se Offro-Cerco posto auto, in
modo da ottimizzare i mezzi disponibili.
ORGANIZZAZIONE
TECNICA VIAGGI NEL MONDO SRL
Il
partecipante dichiara di aver preso visione delle Condizioni Generali di
Partecipazione ai Viaggi contenute nel catalogo pubblicato dalla Viaggi nel
Mondo
INFORMAZIONI
Per
prenotazioni e informazioni inviate una e.mail a: GUIDO PLATANIA - gp@helponline.it - tel
335/208784
Maggiori dettagli sul sito: http://www.angolodellavventura.com/regioni/lombardia/progetto
nella sezione VITA
DELL’ASSOCIAZIONE
SIENA La Storia / The History Situata a 322 mt. sul livello del mare nel cuore della
Toscana, questa cittࠠcostruita su delle colline, mantine intatta la
caratteristica apparenza medievale, con vicoli stretti e nobili palazzi
ognuno ricco di storia. Situated 322 m. above sea level in the heart of Tuscany, this town is
built on three hills, maintaining intact its medieval appearance
characterized by narrow winding streets and noble buildings. Siena 蠤i
origine etrusca, 蠳tata colonia romana con il nome di Sena Julia; la
sua massima importanza l'ha avuta nel medio evo, prima sottomessa dai
Longobardi e poi passata sotto il dominio Carolingio. Dopo un lungo periodo
di dominio episcopale (dal 9? all' 11? secolo) la citt࠲aggiunse il suo
massimo splendore dopo essere divenuto un Comune autonomo (1147), adottando
una politica espansionistica nei confronti dei territori limitrofi. Il
confronto con Firenze divenne inevitabile e la guerra dur젣on
varie vicissitudini, fino al 1555, quando dopo un lungo assedio, Siena fu
conquistata dai fiorentini, perdendo cos젬a propria autonomia e diventando
parte del Granducato di Toscana, condividendone le sorti |
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Siena si trova al
centro di un vasto paesaggio collinare, tra le valli dei fiumi Arbia
a sud, Merse a sud-ovest ed Elsa a nord, tra le colline
del Chianti a nord-est, la Montagnola ad ovest e le Crete Senesi a
sud-est. E’ capoluogo di provincia, sede
arcivescovile e sede universitaria. E’ una città
adagiata su tre colli, nel cuore della Toscana, posizionata in una ricca zona
agricola. Si trova ad un’altitudine di 322
m. s.l.m. Il clima è mediterraneo, caldo, asciutto
e ventilato. A settembre può fare ancora molto caldo e a volte anche ad
ottobre, che pertanto si presta ad essere un ottimo periodo per visitare la
Toscana. Questa
città costruita su delle colline, mantiene intatta la caratteristica
apparenza medievale, con vicoli stretti e nobili palazzi ognuno ricco di
storia. Fu fondata come colonia romana al tempo dell'Imperatore Augusto e
prese il nome di Saena Julia. La leggenda narra che Siena fu
fondata da Senio ed Ascanio, figlio di
Remo, famoso fratello di Romolo, col quale fondò Roma. Statue della lupa che
nutre i due gemelli sono sparse per tutta Siena, ma senza un fondamento
storico. Invece è certo che i Romani vi avessero stabilito
nel 30 d.C. un avamposto di nome Siena, che si sviluppò negli anni a seguire
in un piccolo centro di scambi commerciali. I Lombardi
arrivarono nel secolo VI d.C. ed in seguito anche i Franchi
governarono la città. Furono svolti grandi lavori, tra i quali il più
importante fu la realizzazione della Via Francigena, la strada che collegava
Roma alla Francia, percorsa da pellegrini e viandanti; questo aumentò
notevolmente l'importanza commerciale di Siena. In quel periodo anche la Chiesa
era attivamente coinvolta nel governo della città, in particolare tra i
secoli IX e XI, dopo i quali i Senesi reclamarono il loro diritto a governare
ed amministrare la loro città. La
crescente potenza economica e militare della città dette luogo ad inevitabili
scontri tra Siena e Firenze, al momento in cui entrambe
cercarono di espandere i loro territori. Ci furono molte battaglie fra le due
città tra i secoli XIII e XV: alcune furono vinte da Siena, ma Firenze riuscì
a prevalere e Siena fu incorporata nel territorio e nell'amministrazione
fiorentini. Nonostante
le dispute, all'esterno con i confinanti e all'interno per il governo, negli
anni tra il 1150 ed il 1300 grandi artisti ebbero l'occasione di fiorire e la
città fu adornata da meravigliosi monumenti, quali il Duomo,
il Palazzo Pubblico e la Torre del Mangia.
Dietro la realizzazione di molti di questi lavori, ancora oggi noti e
visibili, si trovava spesso il Consiglio dei Nove, un munifico corpo
governativo, attivo verso la metà del secolo XIII. Purtroppo,
proprio quando i cittadini di Siena stavano progettando un ampliamento del
Duomo, un'epidemia di peste si abbatté sulla città,
uccidendo i 3/5 della popolazione. Il recupero della città in seguito fu
lento e difficile. Un variegato gruppo di governanti, tra i quali
l'Imperatore Carlo V e Cosimo I de Medici,
tra i secoli XIV e XIX fece crescere la potenza economica di Siena, anche
grazie alla famosa banca del Monte dei Paschi di Siena, che
ha garantito impiego e sicurezza ai cittadini senesi attraverso i secoli.
Siena festeggia il suo Santo patrono il 1 dicembre, Sant’ Ansano. La città ha circa 54.498 abitanti.
Oggi Siena prospera sulla combinazione tra finanza, turismo e artigianato,
grazie soprattutto alla sua meravigliosa eredità artistica. |
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Bubbolo Chissa' per
quale motivo i palii corsi dopo le lunghe e dolorose interruzioni belliche sono
sempre drammatici e turbolenti. Successe il 20 agosto 1945 quando il palio
della pace, voluto a furor di popolo, fu caratterizzato da vari episodi di
violenza con il drappellone ridotto in brandelli dai brucaioli inferociti.
Ancora piu' cruento fu invece il palio del 16 agosto 1919, con le quattro
verdi in piazza e con l'accoltellamento del noto fantino aldo mantovani detto
"bubbolo". Su questo episodio esiste piu' di una versione, infatti
non e' mai stata fatta chiarezza assoluta sull'accaduto, comunque i fatti che
riportero' di seguito sembrano quelli piu' credibili. Il prologo del
fattaccio si ebbe, con tutta probabilita' nel palio di luglio di quell'anno,
vinto dal leocorno con cispa e giacca. Bubbolo corse un buon palio nella
selva, considerando lo scarso valore del cavallo, ma non riusci' a
contrastare l'azione dei vincitori e non ottenne molto neanche dai partiti,
condizionati dal fatto che aveva vinto una contrada piccola. Per questo
motivo la mancia di bubbolo al barbaresco della selva, tale calvani, fu
alquanto misera e suscito' il malcontento del selvaiolo che non perdono' la
mancanza del fantino. Si arrivo' al palio dell'assunta, i migliori cavalli
toccarono alla selva ed alla tartuca. I selvaioli cercarono subito di montare
bubbolo, il quale pero' preferi' andare nella tartuca, suscitando le ire di
molti contradaioli. Dopo la prima prova, corsa da un giovane, nella selva
arrivo' il blasonato nappa, il quale pero' fu sostituito perche' ritenuto
venduto alla tartuca. Alla provaccia a vestire il giubbetto arancio verde fu
il giovane randellone, il quale forse per precise indicazioni della dirigenza
della selva durante la corsa provoco' in maniera palese bubbolo. I due scesi
da cavallo se le diedero di santa ragione dando inizio ad una rissa che coinvolse
molti contradaioli della selva e della tartuca. In seguito a questi fatti,
per evitare ulteriori tumulti, le autorita' decisero di squalificare
immediatamente i due fantini.le due contrade furono costrette a cercare in
fretta una nuova monta. Nella selva arrivo' ben presto domenico leoni detto
"moro", questo a conferma che il lavoro fatto da randellone era ben
studiato e finalizzato ad estromettere dalla carriera il temibile bubbolo, la
tartuca fu invece costretta a montare il grande meloni, nonostante questi
avesse corso il palio precedente nella chiocciola, peraltro con lo stesso
cavallo. La notizia della squalifica fu presa molto male da bubbolo, il quale
era sicuro di vincere. Poco prima dell'ingresso in piazza del corteo storico
si reco' insieme ad alcuni congiunti nella selva. I motivi di questa
decisione non sono chiari, secondo alcuni bubbolo si reco' in vallepiatta per
cercare randellone, altri dicono che l'intento di mantovani era quello di
danneggiare il cavallo per vendicarsi dei selvaioli che l'avevano osteggiato
in tutti i modi. Arrivato a destinazione il piccolo gruppo si trovo' di
fronte un manipolo di selvaioli, tutti ben conosciuti da bubbolo, la
discussione presto degenero' volarono pugni, calci, bastonate, fino al
momento in cui sbuco' l'ex barbaresco calvani, il quale sferro' una
coltellata al fantino, forse per vendicarsi dei fatti del luglio precedente.
Ben presto la rissa si placo', un po' per la vista del sangue, un po' perche'
il palio incombeva. Mentre bubbolo si trovava in ospedale in gravi
condizioni, la selva vinse il palio davanti alla tartuca che dovette subire
il duro ostacolo della chiocciola. Con il drappellone arrivarono in
vallepiatta anche i carabinieri, i quali arrestarono il calvani e prelevarono
alcuni dirigenti selvaioli che furono sentiti come testimoni. Ma come
finirono i protagonisti di questa sanguinosa vicenda paliesca. Calvani resto'
qualche tempo in galera ed in seguito gli fu riconosciuta l'attenuante della
provocazione, addirittura pare che molti anni dopo sia stato scagionato da un
altro selvaiolo che in punto di morte si accollo' tutta la colpa. Bubbolo
torno' a correre il palio nel 1920, vinse altre due volte nel 1926 e nel 1931
e addirittura nel settembre 1928 torno' a vestire il giubbetto della selva !!! Forse il conto piu' salato di questa vicenda lo pago'
proprio la selva che ritorno' al successo solo nel 1953, dopo trentaquattro
anni dalla maledizione di bubbolo... |
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VOLTERRA - La storia
Tremila
anni di storia a Volterra
Poche
città al mondo, al pari di Volterra, sono in grado di offrire un'immagine
nitida del tempo passato e del susseguirsi delle civiltà. La
storia volterrana percorre varie tappe suddivisibili in quattro principali
periodi: il periodo etrusco e romano
Le
descrizioni di Volterra, offerte dalla letteratura di tutti i tempi ci
mostrano una città posta su un'altura, circondata da mura, dominante un vasto
e immenso territorio: e infatti da qualunque parte ci si avvicini alla città,
il profilo di Volterra, adagiata su un contrafforte collinare del periodo
Pliocenico, a m. 541 s.l.m. domina il territorio circostante delimitato dal
massiccio del Montevaso, dai cordoni dei Cornocchi e delle Colline
Metallifere. Il periodo etrusco
Ma si
deve agli Etruschi nel secolo VII, se concludendo il
processo di aggregazione tra i vari insediamenti del colle volterrano, essi
danno vita alla città di Velathri costruendo nel IV sec. la
grande cinta muraria il cui perimetro, di oltre sette chilometri lascia
supporre che insieme all'habitat racchiudesse anche terreni a pascolo e a
coltivazione, capaci di assicurare alimenti in caso di prolungati assedi.
Infatti, Volterra, divenne una delle dodici lucomonie che formarono la
nazione etrusca, con un territorio che si estendeva dal fiume Pesa al mar
Tirreno e dall'Arno al bacino del fiume Cornia; inoltre, nel VI sec., divenne
la più importante base strategica della valle inferiore dell'Arno sia per la
spinta romana dal sud, sia per l'invasione gallica dal nord. Il
periodo romano
Agli
inizi del III sec., lo scontro decisivo del lago Vadimone (283 a. C.) segnò
la definitiva rinuncia dei popoli dell'Etruria alla lotta contro Roma:
Volterra sottomessasi ai Romani verso il 260, entrò a far parte, insieme ad
altre città, della confederazione italica. Da un noto passo di Livio relativo
agli approvvigionamenti che l'esercito di Scipione ricevette da alcune città
etrusche, durante la seconda guerra punica nel 205 a. C., sappiamo che
Volterra contribuì con legnami per le navi e principalmente con frumento,
prodotto che presuppone una fondamentale attività agricola di tipo estensivo.
Nel 90 a . C. con la Lex Julia de Civitate, Volterra ottenne
la cittadinanza romana, fu iscritta alla tribù Sabatina e costituì un florido
municipio i cui supremi magistrati elettivi ordinari e straordinari si
trovano menzionati in varie iscrizioni. Scoppiata la guerra civile, Volterra
seguì le sorti del partito di Mario; la città sostenne per due anni (82 - 80)
un lungo assedio contro Silla, finché, stremata, dovette arrendersi. Le
conseguenze della sconfitta furono gravi, ma non irreparabili: grazie sia
all'azione moderatrice di Cicerone sia al grande potere economico e ai
rapporti con personalità di spicco della vita politica romana di alcune delle
maggiori famiglie volterrane che riuscirono a superare i torbidi, conseguenti
all'assedio e alle rappresaglie sillane (81 - 79 a.C. ); tra queste
soprattutto i Caecinae che sono in posizione spesso di
prestigio, come A. Caecinae Severus, consul suffectus nell'anno I a.
C., al quale si deve la dedica del teatro romano di Vallebona. il Medioevo
Assoggettata
dagli Eruli e dai Goti, ospitò successivamente un presidio
bizantino e, durante il regno longobardo, divenne sede di gastaldo, facendo
parte della dotazione del re. Nel periodo più oscuro delle invasioni, appare
la leggendaria figura del vescovo Giusto, patrono da
Volterra, che, insieme ai compagni Clemente e Ottaviano, si
rese benemerito della città a causa di imprese civili e religiose cui dette
luogo durante la sua vita. Nei IX-XI sec., per il favore degli imperatori
carolingi, sassoni e franconi, inizia e si sviluppa la signoria civile dei
vescovi volterrani, che, esenti dalla giurisdizione comitale e forti di
privilegi e immunità, finirono per imporre la loro civile autorità non solo
in Volterra ma anche su molti popoli della diocesi. Contemporaneamente,
il risveglio economico generale, di cui appare qualche barlume negli ultimi
tempi longobardi, porta la città ad essere il polo di focalizzazione non solo
degli interessi religiosi, ma anche della vita sociale, economica e
giurisdizionale del contado: i quattro mercati concessi dagli imperatori
carolingi durante il IX sec. in concomitanza ad altrettante feste religiose,
oltre a dimostrare la ripresa dei traffici e dei commerci nel territorio
volterrano, rivestono una grande importanza, essendo mercati franchi, esenti
da gabelle. Il
libero comune e i vescovi-conti
L'aumento
della popolazione (dopo l'anno Mille) al termine delle ultime invasioni
ungare e la fine dei conflitti fra Berengario I e Alberto marchese di Toscana
che portarono alla quasi totale devastazione di Volterra, provocano la
nascita dei primi borghi che si addensano ai margini della zona del Castello:
il borgo di Santa Maria (attuale via Ricciarelli) e il borgo dell'Abate
(attuale via Buonparenti e via Sarti), l'uno perpendicolare l'altro parallelo
alle mura castellane. Ma nella prima metà del XII sec. Volterra si organizza
in libero comune, pronto a lottare con il vescovo per il
possesso della città e delle ricchezze del suo territorio: consapevole che il
maggior provento della città è la produzione del sale di sorgente, acquista
diritti sullo sfruttamento delle Moie nonchè molti diritti sul'estrazione
dello zolfo, del vetriolo e dell'allume nella zona di Larderello, Sasso e
Libbiano. La lotta
tra il vescovo e il comune fu lunga ed aspra ed ebbe il suo culmine
con i tre vescovi della stessa potente famiglia dei Pannocchieschi: l'esito
dello scontro fu favorevole al comune, ma ben presto Volterra dovette fare
una politica tutta rivolta alla sua conservazione e molto conciliante verso
Pisa, Siena e soprattutto verso Firenze. La
guerra con Firenze
Intanto,
il contrasto tra il temporalismo ecclesiastico e le istituzioni comunali
favorì agli inizi del XIV sec. il sorgere di condizioni adatte per
l'affermazione di una Signoria e Ottaviano Belforti assunse
il ruolo di signore della città. Il governo personale dei Belforti finì
miseramente nel 1361, anno in cui, uno dei suoi membri, fu decapitato nella
pubblica piazza per aver pattuito la vendita della città a Pisa. Ma la fine
dei Belforti fu anche il disastro della città: i fiorentini, venuti da amici
per aiutare i volterrani a liberarsi della tirannide, pretesero, come
compenso, la custodia della Rocca e l'esclusione dai pubblici uffici di
uomini legati in qualche modo a Volterra, ad eccezione dei loro concittadini.
La repubblica volterrana, nonostante la formale proclamata indipendenza,
divenne suddita di Firenze, che sempre di più mostrava interesse non solo
alle ricchezze naturali controllate dalla città, ma anche alla sua ubicazione
che poteva costituire un fortissimo baluardo avanzato contro la repubblica
nemica di Siena: se ne ebbe una conferma, quando la repubblica fiorentina
estese anche al territorio volterrrano la legge sul catasto, contrariamente
ai patti convenuti tra due le parti. Seguirono gravi agitazioni di popolo
contro la legge e Giusto Landini, patrizio popolare, pagò con la vita la sua
opposizione alla politica egemonica di Firenze. Antagonismi di interessi
privati, rivalità e invidie, animosità ed avversione di famiglie e di classi,
l'interesse personale di Lorenzo dei Medici causarono l'inutile guerra delle
Allumiere, terminata con il sacco di Volterra nel 1472, ad
opera delle milizie del duca di Montefeltro. Assorbita nello stato fiorentino, la città fu sottoposta ad un duro trattamento che provocò l'emigrazione di molte famiglie facoltose e la conseguente alienazione dei beni a prezzo di fallimento. Il segno visibile del dominio fiorentino in Volterra è la costruzione tra il 1472 e il 1475 del Mastio, la Fortezza voluta da Lorenzo il Magnifico per controllare contemporaneamente la città e costituire una roccaforte verso il territorio senese. il Rinascimento Il periodo rinascimentale
Mentre
si operava nelle difese, le grandi famiglie volterrane dettero il via a
numerose trasformazioni dei loro palazzi secondo i modelli elaborati dalla
cultura architettonica fiorentina. La probabile presenza di Michelozzo nel
cantiere del convento di San Girolamo a Velloso (1445) e di
Antonio da San Galllo il vecchio, nella ristrutturazione della
"Vendita" (attuale palazzo vescovile) potrebbe
aver facilitato la diffusione dei modelli fiorentini: case e palazzi come
quelli delle famiglie Pilastri, Ricciarelli, Minucci e Gherardi conoscono un
rimodernamento delle facciate e un adeguamento delle antiche torri al nuovo
gusto diffuso dalla città dominante. Nel
1530, in un'ultima disperata speranza di riacquistare le libertà perdute,
Volterra si ribellò ai fiorentini in guerra con i Medici, alleandosi con
questi ultimi, ma fu ripresa e nuovamente saccheggiata dal Ferrucci.
Restaurati i Medici a Firenze, Volterra perse definitivamente la propria
indipendenza, e divenne una delle città dello stato mediceo di cui seguì le
sorti; ma con il dominio granducale inizia per Volterra e il suo territorio
un perido di lenta ma progressiva decadenza che si protrarrà fino a tuto il
XVIII sec. dall'Ottocento ai giorni nostri
Verso
la fine del XVIII sec. e nella prima metà del XIX sec. si registrano incrementi
nell'agricoltura, nella commercializzazione dell'alabastro e un decisivo
miglioramento nei collegamenti viari; l'abitato urbano è oggetto di un
generale adeguamento e riordinamento: si ha la costruzione del teatro Persio
Flacco (1819), l'apertura della passeggiata dei ponti e della nuova
carrozzabile per le saline (1833) nonchè il restauro degli edifici posti
nella piazza dei Priori (1846). |
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Cenni storici
San Gimignano si erge con il profilo
delle sue torri, su di un colle (m.334) a dominio della Val d’Elsa. Sede di un
piccolo villaggio etrusco del periodo ellenistico (III-II sec. a.C.) inziò la
sua storia intorno al X secolo prendendo il nome del Santo Vescovo di Modena:
San Gimignano, che avrebbe salvato il borgo dalle orde barbariche. Ebbe grande
sviluppo durante il Medioevo grazie alla via Francigena che lo attraversava.
Tant’è
che San Gimignano ebbe una straordinaria fioritura di opere d’arte che adornarono
chiese e conventi. Nel 1199 divenne libero comune, combattè contro i Vescovi
di Volterra ed i comuni limitrofi, patì lotte intestine dividendosi in due
fazioni al seguito degli Ardinghelli (guelfi) e dei Salvucci (ghibellini). L’otto maggio 1300
ospitò Dante Alighieri, ambaciatore della lega guelfa in Toscana. La
terribile peste del 1348 ed il successivo spopolamento gettarono San
Gimignano in una grave crisi. La cittadina dovette perciò sottomettersi a
Firenze. Dal degrado e abbandono dei secoli successivi si uscì soltanto
quando si cominciò a riscoprire la bellezza della città, la sua importanza
culturale e l’originaria
identità agricola. Itinerari artistici
Palazzo
Comunale: Cortile e Sala di Dante con la
Maestà di Lippo Memmi. Museo Civico e Pinacoteca con opere di Filippino
Lippi, Pinturicchio,Benozzo Gozzoli, Domenico di Michelino, Pier Francesco
Fiorentino, Sebastiano Mainardi, Lorenzo di Niccolò di Martino, Coppo di
Marcovaldo ecc... Inoltre dal museo civico si può visitare la Torre Grossa o
del Podestà costruita nel 1311 ed alta 54 metri. Museo d’arte
Sacra: Tele, tavole e frammenti lapidei
provenienti da chiese e conventi soppressi. Argenterie, corali e vesti
liturgiche. Museo Archeologico reperti
archeologici etruschi, romani e medioevali provenienti da scavi e
ritrovamenti nel territorio comunale.Spezieria di Santa Fina, materiale
proveniente dalla Spezieria dello Spedale di Santa Fina, che riproduce l’antica farmacia,
con i contenitori di ceramica e vetro ed i medicamenti. Galleria di Arte Moderna e Contemporanea “R.
De Grada”importante spazio
espositivo della città. Chiesa di Sant’Agostino:
Storie di Sant’Agostino (Benozzo Gozzoli) resti di affreschi trecenteschi,
tavole e tele di autori diversi (Benozzo Gozzoli, Piero del Pollaiolo, Pier
Francesco Fiorentino, Vincenzo Tamagni, Sebastiano Mainardi). Cappella di
Santo Bartolo(Benedetto da Maiano). Chiese minori: Santo Bartolo, S. Jacopo, San
Piero, San Francesco (resti), S.Lorenzo in Ponte. E ancora: Museo Ornitologico. Fonti
Medioevali Rocca
di Montestaffoli. |
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