Domenica 16 Maggio

IN BICI
ALLA SCOPERTA DEL PARCO DI MONZA

Non tutti sanno che il Parco di Monza è il parco recintato più grande d’Europa. Meta fin dall’800 di visite turistiche di apprezzamento.

Programma di massima

Mezzi, bici proprie o a noleggio

Domenica

10.30 Davanti all’INFO POINT per anche l’eventuale noleggio BICI

13.00 Circa, fine del giro in bici, riconsegna bici noleggiate.

13.00 circa break per picnic

14.30 Per chi vuole Inizio visita ai giardini del parco

16.00 SPAZIO PER RELAX NEL PARCO

 

 

Spesa prevista

Visita guidata 3 euro a testa.

Per chi venisse senza bici, il noleggio costerebbe circa 2,50 euro/ora

 

Dentro il parco, a parte la Villa Reale con il suo giardino botanico (meriterebbe da solo una visita di una giornata), nei secoli sono state costruite alcune ville residenziali (es. Mirabello e Mirabellino) e diverse cascine per la coltivazione e la gestione agricola degli spazi a disposizione. Molti hanno visitato la Villa Reale, Pochi sono andati alla scoperta di queste costruzioni e di questi spazi, un po’ perché spesso l’accesso è proibito alle auto,ma anche perché le distanze a piedi sono tutt’altro che brevi. Il mezzo migliore per gironzolare è la bicicletta e questo è quello che proponiamo. Dentro il parco ci sono diversi bar e punti di ristoro, ma anche spazi attrezzati per pic nic. Ci renderemo autonomi per poter scegliere al momento la soluzione che ci risulti più gradevole (pranzo al sacco o con panini acquistati sul posto). Non ci muoveremo con spirito sportivo (non dobbiamo vincere nessuna gara), ma apprezzeremo ogni momento ed ogni scorcio che ci si presenterà. Dove le strutture saranno aperte, ne approfitteremo, altrimenti ci limiteremo a girare intorno ed a vedere quanto di bello avremo davanti agli occhi. Quest’anno lo facciamo con una passeggiata tra amici senza guida, tanto per il piacere di pedalare insieme.

Itinerario di massima previsto

a)      Ore 10.30 – Ritrovo davanti all’INFO POINT del parco vicino al parcheggio (a pagamento, 2,00 € per l’intera giornata). Possibilità di noleggio della bici in loco per chi non l’avesse. 

b)       Incomincia la visita cicloturistica con passaggio alla Cascina Frutteto  :stupenda struttura lombarda  con serre e orticola

c)      Si arriva alla Cascina  S. Fedele : visita esterna della bella facciata cuspidata con torretta gotica

d)      Passaggio alla Villa Mirabellino: esempio di costruzione settecentesca con bella vista prospettica su Villa Mirabello

e)      Si prosegue fino alla Cascina Fontana :tipica per la corte aperta e la volta centrale a sesto acuto

f)      Breve sosta sulla Collinetta Vedano  recentemente rimessa in ordine. Punto panoramico

g)      Si arriva ala Villa Mirabello con, stiamo cercando di ottenerla, visita guidata anche agli interni.

h)      Si passa dal Mulino del Cantone che sorge di fianco alla Roggia laterale al Lambro

i)        Lungo la strada cercheremo di fare una incursione fino alla vecchia fagianaia (ora ristorante S.George Premier)

j)       Ora di pranzo:  " dejeuner sur l'erbe "  in un delizioso punto del Parco con prati , alberi e fiume Lambro ...come in un quadro impressionista

k)      Ore 12.30 – Nel posto che ci aggraderà di più ci fermeremo per fare un picnic sull’erba (se ci riusciremo ci faremo ospitare presso una delle cascine che andremo a visitare)

l)        Arriviamo fino alla cascina S.Giorgio, tutt’ora in piena funzionalità, in particolare per l’allevamento di diversi animali da fattoria. Visita alla fattoria

m)     Sulla strada del ritorno attraversiamo il ponte ed arriviamo fino alla Cascina Mulini asciutti, dove andremo a visitare questa struttura appena ristrutturata.

n)      Mentre dal vicino Ponte delle Catene  si gode di uno scorcio paesaggistico idilliaco arricchito da " bird watching"

o)      Ormai arrivati alla conclusione cercheremo (con i più volonterosi) di andare a vedere l’effetto cannocchiale sulla villa reale.

p)      Sarà possibile, una volta riconsegnate le bici a noleggio, andare a visitare i giardini botanici della villa reale

q)      Ore 16.00/16.30 – Ci saluteremo e ci sarà abbondante spazio per relax sull’erba o alla Torretta

 

Riferimento:  Guido Platania

Tel 334/6975885  -  gp@helponline .it

ATTENZIONE!!! SI RICORDA CHE SI TRATTA DI UNA GITA TRA AMICI SENZA QUOTA DI PARTECIPAZIONE. IL PERCORSO PROPOSTO E’ SOLO INDICATIVO. CIASCUNO E’ LIBERO DI SEGUIRE LA TRACCIA PREFERITA, CON I TEMPI DESIDERATI, SOTTO LA PROPRIA RESPONSABILITA’. NON C’E’ ALCUNA COPERTURA ASSICURATIVA

 

 

 

 

 

 

 

Parco di Monza

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il Parco di Monza è il più grande parco recintato d’Europa.

É stato ideato da Eugenio Beauharnais per ampliare i giardini della Villa Reale come zona per la caccia; è situato tra i comuni di Lesmo, Villasanta, Vedano al Lambro e Biassono.
Sorge su terreno alluvionale trasportato dal Lambro: terra argillosa e sabbiosa, ma fertile e ricca di umidità.

Cascina Mulini Asciutti

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Cascina Mulini Asciutti

Fu iniziato nel 1806 su una superficie di 10.520 pertiche (688 ettari circa). Secondo tavole del secolo scorso il Parco presentava aree di coltivazioni ben definite: boschi cedui ed ad alto fusto, campi e vigneti, prati, viali, marciapiedi erbosi, recinto dei cervi, fagianaie all’inglese ed all’italiana ed il laghetto della valle dei sospiri.
I campi venivano coltivati per la segale, il granoturco ed il frumento; però ben presto si abbandonarono queste coltivazioni in quanto erano incompatibili con l’allevamento delle lepri che distruggevano i campi per cibarsi.
All’interno del Parco vi erano anche alcuni agricoltori che abitavano nelle cascine che si dedicavano all’allevamento dei bachi da seta, mentre altri erano addetti ai quattro mulini ed alla caccia.
Sulle collinette di Vedano al Lambro venne costruito un vigneto di circa 428 pertiche che produceva uva “Lambrusca”, ma quando si decise di liberare i cervi ed i daini per lasciarli vagare liberi, se ne dovette abbandonare la cultura.
Si allevavano anche buoi, mucche, cavalli e qualche asino.
Ad ogni stagione di caccia, nei boschi e soprattutto nel Bosco Bello (ora autodromo) erano presenti un migliaio di lepri ed erano pronti nelle fagianaie 1500 fagiani.

Nel 1807, l’architetto Carlo Fossati realizzò il muro di cinta (lungo 14 chilometri) utilizzando materiale proveniente dalle rovine del castello visconteo.
Il muro di cinta era originariamente interrotto da ben quattordici accessi dei quali oggi restano le cinque porte che prendono il nome della località sulle quali si affacciano: Monza, Vedano al Lambro, San Giorgio, Villasanta e Biassono.

Fiume Lambro (Parco di Monza)

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Fiume Lambro (Parco di Monza)

Il parco rimase intatto, ricco di vegetazione e fauna fino al 1919, quando passò a disposizione del pubblico. Poi peggiorò gradatamente, tanto che nel 1945 la sua consistenza arborea era già ridotta al 25% di quella originaria.

Al suo interno scorre il fiume Lambro che si insinua con cascatelle e specchi tranquilli.

Il Parco ospita impianti sportivi fra cui il famoso autodromo, il golf, una piscina ed un grande campeggio.
Vi era anche un ippodromo andato distrutto da un incendio.
Vi hanno sede anche una stazione di controllo RAI, una scuola superiore ed una scuola d’Agraria.
In passato ospitava anche un allevamento di cani.

 

L’Autodromo

La parte settentrionale del Parco è occupata dall’Autodromo Nazionale.

È stato costruito nel 1922 per iniziativa dell’Automobile Club di Milano.

Per costruire l’Autodromo venne costituita la S.I.A.S. (Società Incremento Automobilismo Sport) società federata all’Automobile Club d'Italia, che si occupa della gestione dell’impianto.

Il lavori per la realizzazione iniziarono il 26 febbraio 1922 su progetto dell’architetto Rosselli e dell’ingegner Puricelli e si conclusero dopo 110 giorni di lavoro. Ha determinato la distruzione di un ingente patrimonio arboreo nelle zone del Bosco Bello.

L’Autodromo comprende la pista del Gran Premio (m 5.793), la pista Junior (m 2.405) e la pista di alta velocità (4.250). La capacità ricettiva dell’impianto è di circa 135.000 spettatori e di circa 75.000 posti a sedere.

Ogni anno si tengono varie manifestazioni automobilistiche e motociclistiche, la più importante ogni seconda domenica del mese di settembre quando la pista di Monza ospita il Gran Premio d'Italia di Formula 1.

Le Cascine

Il Parco è anche conosciuto per le splendide cascine costruite al suo interno.

il Mirabello

Nata, nel 1656, per desiderio celebrativo della famiglia Durini, su progetto di Gerolamo Quadrio, la villa fu in gran parte compromessa da un incendio nel 1717 ed in periodo neoclassico restaurata ed ingrandita nel rispetto dello schema tipologico originario, simmetrico ed assiale, intorno alla metà del 1700 per volontà del Cardinale Angelo Maria Durini che l’abitò e la utilizzò come “villa di delizie” e cenacolo di letterati.

Nella tradizione lombarda, la corte principale a U del corpo centrale della villa si apre sulle ali rustiche simmetriche che ospitano le scuderie, gli ambienti di servizio e la cappella gentilizia, decorata da affreschi settecenteschi come le sale principali.
Nella facciata si inseriscono a pian terreno tre archi ribassati ed al piano nobile tre porte-finestre che si affacciano su un balcone.
La controfaccia guarda verso la valle del Lambro ed ha un aspetto sobrio, come le ali laterali.
Due torrette quadrate, con angoli smussati, si innalzano a guardia dell’edificio.

In seguito questa villa fu incorporata nel parco quando Eugenio de Beauhrnais la scelse come sua residenza insieme alla Villa Reale di Monza.
Nel 1805 la proprietà del Mirabello fu venduta a Don Carlo Vimercati Sanseverino e l’anno successivo venne acquistata dal Governo Italiano.

 

il Mirabellino

Questa villa fu costruita, nel 1776 su ordine del cardinale Durini, come dependance della villa Mirabello per ospitare ed offrire momenti di svago ai colti invitati del cardinale; sono collegate da un viale di carpini.
La villa nel corso dei secoli ha subito diversi rifacimenti ma senza modificare lo schema della pianta.
Nel Mirabellino il consueto schema ad U viene reinterpretato: il corpo centrale, leggermente arretrato, funge da elemento di raccordo tra le due ali laterali che si articolano nello spazio esterno.
L’edificio ha aspetto sobrio ed elegante; il fronte principale che si affaccia sul pendio rivolto verso il Mirabello presenta un pronao ottocentesco semplice e lineare, da cui in origine partivano due scalinate semicircolari che conducevano a valle fino all’imbocco del viale dei carpini.
All’interno la maggior parte degli spazi è occupata da locali destinati al tempo libero, tra cui la sala del biliardo ed il salone delle feste.

In seguito questa villa fu incorporata nel parco quando Eugenio de Beauhrnais la scelse come sua residenza insieme alla Villa Reale di Monza.

 

Cascina San Fedele

Fu progettata dall’architetto Luigi Canonica con forme neogotiche, rivestita da marmi in parte recuperati dalla demolita chiesa milanese di Santa Maria di Brera (le splendide bifore sono opera della scultore Giovanni di Balduccio).
L’edificio venne costruito tra il 1805 ed il 1825 ed era circondata da alcuni vigneti ora totalmente scomparsi.

 

Cascina Frutteto

Costruita tra il 1805 ed il 1825 su progetto dell’architetto Luigi Canonica, oggi ospita la Scuola Agraria.
L
a facciata è con ampi archi su colonne quadrate che delimitano un grande porticato con pavimento in coccio.
L’edificio si presenta splendidamente inserito in un giardino ricco di alberi da frutta.

 

Serraglio

Questo edificio si trova vicino all’autodromo e risale al primo ventennio dell’Ottocento.
La costruzione colpisce per il bellissimo arco d’entrata a sesto acuto con ai lati due torrette in muratura su cui troneggiano gli stemmi viscontei con tanto di serpente.

 

Cascina Casalta

Risale al 1805-1825, è praticamente divisa in due parti: vecchia e nuova.
Si trova alle spalle del Mirabello ed ha un aspetto imponente, un centrato di architettura neoclassica trasportata alle esigenze della tradizione rurale.

 

Mulino del Cantone

Ristrutturato dal Tazzini nel 1840 con fronte neoclassica a cavallo di una roggia e torre merlata in mattoni del XIV secolo.
Nel Parco sorgevano in tutto cinque mulini ma l’unico che conserva una ruota a pale ancora funzionante è quello della cascina Mulini Asciutti.

 

Cascina del Sole

Nel bel mezzo di quell’area verde denominata “Valle dei Sospiri” si trova questa cascina risalente al 1839, attualmente in concessione per un bar ed un’abitazione.
Il suo nome ha origine proprio dalla sua assolata posizione nel bel mezzo di un prato sgombro di alberi con la facciata rivolta a mezzogiorno.

 

Villa Mirabello

anno di costruzione:
1656,1675,1768
superficie totale: mq. 45.440
uso attuale: sede Amministrazione Parco e Villa Reale, Creda Centro Educazione Ambientale
www.creda.it

 

 

  

 

 

 

Gli affreschi restaurati

 

La Villa venne costruita verso la metà del XVII secolo dalla famiglia Durini la quale aveva acquistato il feudo di Monza nel 1648. Propulsore fu Giuseppe Durini, figlio cadetto di Giacomo che commissionò la costruzione della Villa all'Ingegner Gerolamo Quadrio.
I lavori iniziarono nel 1656 e terminarono nel 1675.
Si racconta che la Villa è stata costruita sulle rovine di un antico castello di proprietà dei De Leyva, nobile famiglia d'origine spagnola da cui nacque Virginia Maria De Leyva meglio conosciuta come la Monaca di Monza.

Durante il periodo in cui fu abitata dal Cardinale Angelo Maria Durini (1725 - 1796), la Villa, abbellita con affreschi e ristrutturata, divenne "luogo di delizie e cenacolo di letterati"  II Quadrio strutturò il Mirabello attorno ad una corte nobile ed una rustica. Il viale d'accesso infatti corrisponde all'asse di simmetria che attraversa la corte nobile e l'edificio padronale. Sull'edificio spiccano due torri quadrate simili a quelle della Chiesa del Seminano di San Pietro a Seveso. La Villa ha una pianta ad  U  abbastanza complessa. La pianta del nucleo centrale comprende otto sale, con atrio, disposte ad un ampio salone che occupa tutta l'altezza dei due piani.

Durante il periodo in cui fu abitata dal Cardinale Angelo Maria Durini (1725 - 1796), la Villa, abbellita con affreschi e ristrutturata, divenne "luogo di delizie e cenacolo di letterati"  II Quadrio strutturò il Mirabello attorno ad una corte nobile ed una rustica. Il viale d'accesso infatti corrisponde all'asse di simmetria che attraversa la corte nobile e l'edificio padronale. Sull'edificio spiccano due torri quadrate simili a quelle della Chiesa del Seminano di San Pietro a Seveso. La Villa ha una pianta ad  U  abbastanza complessa. La pianta del nucleo centrale comprende otto sale, con atrio, disposte ad un ampio salone che occupa tutta l'altezza dei due piani.

Monumentale è lo scalone d'ingresso degno dei migliori palazzi milanesi. Nell'ala laterale sinistra, c'è la Cappella di Santa Maria Nascente, il cui portale ha una cornice di Granito rosa. Nell'ala laterale destra rispetto alla corte e ubicata la scuderia a tre navate con volta a crociera.
Nella facciata spiccano i tre archi di gusto vagamente neoclassico sopra i quali vi sono tre porte-finestre che si affacciano sul balcone sormontato da un timpano.  Dopo la morte del Cardinale, la Villa venne inizialmente  requisita dai soldati di Napoleone, nel 1805 fu acquisita da Don Carlo Vimercati Sanseverino, ed infine, un anno dopo venne venduta al Governo Italico che la inglobo  nel Real Parco. Attualmente ospita alcune abitazioni ed è sede dell'Amministrazione del Parco.

Sul lato destro del corpo centrale è ospitato il Centro Ippico, dove vengono svolti corsi di equitazione e manifestazioni legate all'ippica; sul lato sinistro, oltre a numerosi box per cavalli, trovano sede i magazzini e le rimesse dell'Amministrazione del Parco.

LA VILLA CHE "AMMIRA IL BELLO"...

La Villa Mirabello mirabile esempio di architettura e dimora seicentesca, preesistente alla creazione del Parco, attribuita alla mano di Gerolamo Quadrio.
I Durini fecero ergere sulle fondamenta del castello dei De Leyva una bellissima villa con grandi saloni per le feste e per i ricevimenti, denominata, per la sua posizione scenografica e panoramica,"Mirabello". La sua struttura ad U aperta verso il paesaggio fluviale, con corte d'onore ha una grande rilevanza dal punto di vista strutturale, perché segna il passaggio tra la tipologia del palazzo di campagna  chiuso fra mura, tipico del 4-500, e il nuovo concetto di palazzo-villa aperta verso uno scenografico giardino o parco.

 

IL SALONE CENTRALE

Il salone centrale, un tempo utilizzato come salone da ballo, occupa l'altezza di due piani; al piano superiore una balconata è posta lungo tutto il perimetro e serviva sia come  luogo di passaggio per accedere alle camere che come tribuna d'onore per  assistere al ballo; le pareti sono interamente affrescate; il soffitto a volta, ha un medaglione centrale polilobato nel quale sono dipinti personaggi allegorici e putti danzanti; tale affresco, come altri presenti nella villa, sono attribuiti al pittore piemontese  Cucchi.

 

 
 
Epigramma originale del Cardinale Durini - Monza 1725

IL CARDINALE ANGELO MARIA DURINI:
IL MECENATE


Nato nel 1725 venne avviato alla carriera ecclesiastica trovando un valido aiuto nello zio Carlo Francesco, che egli accompagnò a Parigi durante la sua nunziatura in Francia. Perfezionò i suoi studi a Parigi dedicandosi anche alla letteratura verso la quale si sentiva profondamente inclinato. Come lo zio fu poi inquisitore a Malta nel corso di alcuni anni che spese soprattutto a scrivere versi latini. 

 

UN ITINERARIO NATURALISTICO E CULTURALE NEL PARCO DI MONZA

DESCRIZIONE DEL PERCORSO

Si lascia l" auto ai parcheggi della porta di Monza e ci si avvicina alla Villa Reale costeggiando il lato sud dei giardini per raggiungere la roggia dei Giardini Reali.
Seguendo il muro di cinta e costeggiando la roggia verso nord, si giunge al laghetto e al vicino giardino anglocinese, nei pressi del tempietto dorico e della Torretta, edificio di stampo medioevale adibito nei mesi estivi a servizio di ristorazione. Si scende ancora verso la Valle dei Sospiri e verso la recinzione, dove un cancelletto consente di uscire dai Giardini Reali. Lasciando a sinistra la cascina del Sole, si tiene a destra e si prosegue sulla strada asfaltata che dopo qualche centinaio di metri prende a costeggiare il Lambro permettendo così di ammirare il Ponte delle Catene.Si continua fino ad attraversare viale Cavriga, si volta a sinistra sullo stesso e percorrendo un breve tratto si incontra sulla destra la via mulino del Cantone; poco prima di arrivarvi, si prende la strada sulla sinistra, uscendo sul viale Mirabello, interamente fiancheggiato da bellissime farnie, che si percorre verso destra giungendo davanti alla villa Mirabello, eretta nel 1668, restaurata e ampliata dal cardinale Durini un secolo dopo.Si prosegue lungo il viale e all" incrocio si piega a sinistra sul viale di Vedano che conduce a porta Vedano;

qui voltiamo a sinistra e dopo una breve salita, girando nuovamente a sinistra, si giunge davanti a villa Mirabellino, costruita nel 1776 coma richiamo ottico della villa Mirabello. Si prosegue lungo viale Mirabellino, per lasciarlo dopo poco, voltando a sinistra nei pressi della grande antenna RAI, e seguendo questo viale si passa in prossimità della cascina San Fedele, costruita nel 1805 su progetto del Canonica. Ci ritroviamo su viale Mirabellino e successivamente su viale Cavriga, all" altezza del bar omonimo; da qui si raggiunge facilmente il parchegg

io dal quale è iniziata la nostra passeggiata nel Parco.

i

tinerario: LUNGO IL FIUME LAMBRO

Partenza:

Questo itinerario si svolge nella zona percorsa dal fiume Lambro e dalle sue antiche rogge.

Partendo dal Santuario francescano delle Grazie (1), in stile tardo gotico (1473) fortemente rimaneggiato, si oltrepassa il ponte sul fiume Lambro (1683) per giungere alla porta di ingresso che si apre nel muro del Parco. Si prosegue, a destra, sul viottolo che costeggia l’argine del fiume popolato da numerose specie arboree: platano, ontano, pioppo cipressino e ibrido, tipica vegetazione di ripa, qualche carpino e ancora aceri e frassini.

Attraversando il “cannocchiale” Villa Reale – Ponte delle catene, si arriva, sempre costeggiando il fiume, al Viale Cavriga. Si svolta a destra, si supera il Lambro e, prendendo un sentierino sulla sinistra, ci si inoltra nel bosco proseguendo sulla riva opposta.

Si attraversa un bosco e si scorge, al di là del fiume, il Mulino del Cantone (2).

Arrivo:

Si arriva, dopo essere tornati su strada asfaltata, alla Cascina Mulini Asciutti (3), due corpi di fabbricato con i rustici annessi, attraverso i quali scorre la roggia omonima che una volta muoveva ben sei macine contemporaneamente (ora ne è rimasta una sola).

Si procede sul viale alberato e si riattraversa il fiume al Ponte del Bertoli (1853).

Tenendo a destra per il Viale di San Giorgio, si attraversano due ponticelli sulla roggia Molinara (acqua stagnante) e, pochi metri dopo il secondo, si volta a sinistra su strada sterrata.

Si fiancheggia la recinzione del campo di golf (a destra) (4) e la Cascina Mulini di San Giorgio (a sinistra) (5).

Seguendo lo sterrato si ritorna al ponte dei Bertoli; da qui a destra per il Viale del Cantone fino all’edificio omonimo. Siprosegue fino al Viale Cavriga, che si attraversa proseguendo su un sentiero che fiancheggia i prati della Cascina Cernuschi (6), progettata dal Canonica come compendio equestre della

Villa Mirabello. Al limitare del bosco si prende il viale alberato con Celtis, verso sinistra; lo si percorre fino al viale asfaltato, in prossimità della recinzione dei Giardini Reali.

Si tiene questo vialetto in discesa, si costeggia per un breve tratto il laghetto, alimentato artificialmente da un sorgente, e si scende fino a giungere alla porta su Via Boccaccio, inizio e termine dell’itinerario lungo il Lambro

Lunghezza del percorso: circa 7,5 km.

Percorso: adatto a tutti sia a piedi sia in bicicletta ma non in tandem. Bello in tutte le stagioni.

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1 - CASCINA COSTA BASSA

Dal gusto neoclassico la Cascina Costa Bassa si presenta con un colonnato sormontato da un timpano. Nella parte laterale come in quella posteriore vi sono delle arcate. Sopra, un blocco centrale, sporge verso l'alto (tipo attico) in muratura con rosoni vuoti circondati da rossi mattoni.

La Cascina era nota anche con il nome di "Ospedale dei Cavalli" poichè era un luogo di sosta e di riposo per i cavalli durante le passeggiate reali. Attualmente è sede del Centro Diurno per Anziani.

 

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2- CASCINA COSTA ALTA

La Cascina Costa Alta si presenta con facciata cuspidata al centro dove è situato un piccolo balconcino con finestra ad ogiva; al di sotto di questo sei colonne in pietra sostengono un bellissimo soffitto a travature bianche. Alla base delle colonne sono stati ricavati dei vasconi per i fiori. Un vecchio pozzo in sasso trova spazio sotto il porticatò e sul lato sinistro, la struttura si presenta con un'appendice in muratura.

In concessione al centro milanese per lo sporte la ricreazione, la Cascina Costa Alta viene utilizzata saltuariamente ed in particola re nei periodi estivi.

3- CASCINA FONTANA

Detta anche Lomagni. Cascina a corte aperta a corpi giustapposti, attualmente utilizzata come maneggio e ricovero per cavalli.

Con una volta centrale a sesto acuto, questa struttura è riconoscibile anche per le arcate a patio ed il suo tetto spiovente. Per accedere alle scuderie bisogna passare lungo uno sterrato posto a destra della cascina caratterizzato da una stupenda robinia secolare. Sopra le scuderie è posto il fienile. Anche se lo stato di manutenzione è pessimo, dovuto ad un incendio avvenuto circa 4 anni fa, è possibile ammirare ancora particolari neogotici molto interessanti probabilmente di gusto francese.

4- CASCINA SAN FEDELE

La cascina San Fedele venne eretta sulle spoglie di un'antica chiesa in disuso, tra il 1805 ed il 1825. Collocata su di un dosso originariamente circondato da vigneti, questa cascina attualmen te viene utilizzata, durante il periodo estivo, dal Comune di Monza per ospitare colonie estive ed altre attività ricreative. Dal punto di vista architettonico, "si può notare la facciata cuspidata al centro, espediente che raccorda il tutto ad una curiosa torretta gotica che spunta dal tetto." L'edificio, costruito con materiali di recupero derivanti dalla demolita chiesa Santa Maria di Brera a Milano e rivestito di marmi chiari e scuri, colpisce oltre che per le sue finestre a bifora istoriate risalenti al XV secolo anche per particolarità dell'archivolta che contiene un medaglione in pietra e delle pregi atissime colonne tortili che suddividono la bifora.

5- VILLA MIRABELLINO

A completare il magnifico scenario della villa Mirabello, il Cardi nale Durini nel 1776 fece costruire la villa Mirabellino, progettata da Giulio Galliori, collegandole con un viale di Carpini foggiati a globo, di cui si possono ammirare solo alcuni esemplari all'inizio del viale.

"Anche per il Mirabellino la pianta è a "U"; il corpo centrale fa da elemento di raccordo tra le due ali laterali che si articolano nello spazio con spigoli ad angolo retto. E una struttura aperta verso lo spazio esterno. L'attuale facciata posteriore non è quella originale. Davanti alla facciata principale esisteva invece una scalinata semicircolare. All'interno si notano tuttora la sala da biliardo ed il salone delle feste".

Attualmente vuota Villa Mirabellino, dovrebbe, in un prossimo futuro, divenire polo integrante al Mirabello, in tutte quelle attività sopra descritte.

Ubicata all'interno di quest'area, la Cascina Milano, è sede della fondazione Seveso, dove è ospitata una delle più importanti raccolte di pubblicazioni attinenti il Sindacato ed il mondo del lavoro in generale.

6-IPPODROMO

L'area dell'ippodromo venne costruita nel 1922. Nell'anello centrale vi è il campo di Polo e la pista in sabbia per gli sports equestri. Occupa una superficie totale di 431.550 mq.. L'ippodromo di proprietà dei Comuni di Monza e di Milano attualmente è pressoché distrutto da un recente incendio. Un tempo si potevano ammirare delle bellissime tribune in stile liberty risalenti alla prima metà degli anni venti.

L'eventuale suo recupero è attualmente in discussione.

7- CASCINA FRUTTETO

Stupenda nella sua struttura tipicamente lombarda, questa cascina conserva tuttora un fascino particolare sia per il buon stato di manutenzione sia per l'inserimento che occupa nei Parco. E' costruita su di un terreno agricolo di 68.340 mq., circondata a sua volta da uno stupendo giardino di alberi da frutta da cui spicca il colore giallo delle mura di questa struttura. Probabilmente del Piermarini, la cascina Frutteto risale alla prima metà del XIX secolo (1805-1825) su progetto di Luigi Canonica. Attualmente ospita la Scuola Agraria, un ente morale istituito nel 1920 che svolge attività formative e di aggiornamento rivolte al settore agricolo oltre ad attività di sperimentazione agronomica ed educazione ambientale.

Grazie all'impegno dell'Amministrazione e della Sovrintendenza ai Beni Culturali, la Cascina Frutteto conserva tutt'oggi una struttura esterna architettonicamente inalterata ed all'interno una buona confortevolezza moderna contrastata con gusto alla rusticità dei luogo. La facciata si presenta ad ampi archi delimitati da colonne quadrate in materiale fluviale. Questo stupendo porticato con pavimenti in cotto, collega tutta la casa con la parte rustica dei fienili e degli alveari.

Le stalle conservano ancora stupendi soffitti a cupola.

8- CAVRIGA

Lungo il Viale Cavriga su una dolce altura sorge una struttura forse un tempo "dependance" di qualche altra villa e attualmente utilizzata come punto di ristoro. L'attuale Bar Cavriga intonacato da un caldo giallo piermarini, venne costruito intorno al 1840 e acquistato dai due Comuni comproprietari nel 1937. Il lato principale dell'edificio è caratterizzato da un grande frontone triangolare sotto il quale si ergono a sostegno quattro colonne tonde, a lato delle quali altre quattro si presentano quadrate. Sopra il tetto esiste un grazioso terrazzo circondato dalla stessa balaustra che si nota sotto il colonnato.

9 - CASCINA BASTIA - Noleggio Biciclette

Situata ai confini tra i Giardini della Villa Reale ed il Parco, la Cascina Bastia si presenta con una lunga ala a destra del Viale Cavriga. È probabile che un tempo fosse una scuderia.

Di fronte c'è un altra costruzione molto simile alla precedente nella sua forma longitudinale. Quest'ultima più nuova e da poco ristrutturata costituisce la parte abitata.

I due edifici formano un cortile utilizzato dall'Amministrazione dei Parco come deposito dei legname. Da un lato il cortile viene chiuso da un edificio con belle arcate rustiche e tetto spiovente, sede del noleggio di biciclette.

Tutto il compiesso ristrutturato tra il 1805 ed il 1825 su progetto dell'architetto Canonica, anche se in apparente disordine con serva ancora il fascino campestre di un rustico ancora dinamica mente operativo.

10 - TORRETTA VISCONTEA

Questa struttura posta al centro dei Giardini Reali con la semplice funzione di abbellimento, venne edificata tra il 1805 ed il 1825 utilizzando materiali di recupero provenienti da Milano.

Attualmente è in fase di ristrutturazione, in attesa dell'apertura di un centro di ristoro.

11 - CASCINA DEL SOLE

Posta nel bel mezzo della "Valle dei Sospiri", l'origine del nome è da far risalire alla stupenda posizione situata al centro di un grande prato sgombro da alberi con la facciata rivolta a mezzo giorno sempre al sole.

Risalente al 1839, la Cascina del Sole è stata recentemente ristrutturata ed adibita a luogo di ristoro.

Durante i mesi più caldi sedie e tavolini trovano spazio sotto un ampio portico. Nella parte posteriore è possibile ammirare ancora un vecchio pozzo.

All'interno della cuspide posto sopra l'estremità del tetto è stato da poco riprodotto il simbolo lombardo del sole fiammato.

12- CASCINA DEL FORNO

Chiamata anche Cascina Fornasetta, per la presenza di un antico forno, dopo essere stata sede per qualche tempo di un'azienda che allevava cavie oggi è stata destinata ad abitazioni. Strutturata su due piani e divisa in nove alloggi, questa cascina, la cui costruzione viene fatta risalire a 200 anni fa, occupa una superfi cie di 653 mq.. Posta dietro la Villa Reale, è impossibile non riconoscerla se non altro per il classico colore giallo piermarini della facciata. Semplice nella sua struttura, la Cascina del Forno possiede un grande portale d'ingresso dalle vaghe reminiscenze cinquecentesche; sopra questo si inserisce un frontone triangola re in pietra grigia. Attraverso un ingresso sul retro, caratterizzato da due colonne in pietra fluviale e da un corridoio con un'arcata il cui soffitto conserva ancora le travature in legno, si accede ad un cortiletto nel quale si nota che i contornanti edifici hanno subito vari rimaneggiamenti.

Gli infissi sono in legno grigio con una piccola nicchia colma a tutto sesto sopra ad ogni finestra. Attualmente il forno, da cui ha preso il nome, non esiste più.

13- GIARDINI DELLA VILLA REALE - LAGHETTO -TEMPIETTO DORICO

Il patrimonio vegetale dei Giardini della Villa Reale è tra i più originali che un parco storico possa offrire. Difatti ci sono rappresentate molte fra le invenzioni progettuali d'epoca: dai grandi prati, rotti soltanto da qualche monumento botanico, al giardino anglo-cinese con il suo microambiente avulso dalla realtà, fatto di sorprese e di paesaggi appena sussurrati; dalla statuaria presenza di grandi alberi 'solitari' - tesori del mondo botanico ed esotico -alle composizioni boschive e paesistiche ispirate alle alte quote; ed altri aspetti ancora." (da Guida botanica dei Giardini della Villa Reale e del Parco di Franco Agostoni). Lungo il laghetto reale, tutt'ora abitato da cigni, anatre e grossi pesci, su una dolce altura è possibile scorgere un piccolo tempietto (tipico elemento dei giardini inglesi> con la funzione di abbellimento e di richiamo al passato.

Sempre nel laghetto, seminascosta nell'ombra di una grotta vi è la statuta di Nettuno.

14 - VILLA REALE

L'imperatrice Maria Teresa d'Austria stanziò 70.000 zecchini per la costruzione di questa casa di campagna destinata alla villeggiatura del figlio. l'arciduca Ferdinando.

Dalle fonti è possibile collocare l'inizio dei lavori nel 1777.

Giuseppe Piermarini progettò un edificio con pianta ad "U", costruito con la più ristretta economia di materiali e con severa povertà di linee: questo è quanto ci riportano gli storiografi che, nel considerare la "povertà di linee", confrontano la Villa Reale ad altre strutture del tempo. Successivamente abbellita dalla rotonda affrescata dall'Appiani (1790) e dal Serrone, si dice che dal 1777 si stabilirono le norme economiche per la sistemazione dei giardini di cui Ercole Silva ne fu probabilmente il responsabile. Nel 1797 la Villa divenne proprietà della repubblica cisalpina, nel 1859 entra a far parte dei possessi di casa Savoia e nel 1878 diventa dimora di Re Umberto I. Dopo la morte di Re Umberto I (1900) la Villa Reale venne chiusa. Attualmente ospita:

  • il Roseto a cura dell'Associazione Italiana della Rosa;
  • il Serrone, sede dei Musei Civici, esposizioni e convegni;
  • il Teatrino progettato dall'architetto Luigi Canonica nel 1802; La rotonda, progettata dall'architetto Piermarini nel 1 790 ed affrescata da Andrea Appiani;
  • la Cappella, progettata dall'architetto Piermarini nel 1870 e decorata con stucchi da Giocondo Albertolli; l'istituto Statale d'Arte;
  • la Biblioteca Italiana per Ciechi "Regina Margherita".

15- CASCINA CERNUSCHI

Progettata dall'Ingegner Tazzini, la Cascina Cernuschi risale al 1847. Probabilmente in origine era sede dell'allevamento dei Cavalli purosangue del Mirabellino. Fu sede del Polo Club Milano, attualmente in fase di ristrutturazione, ospiterà la Caserma dei Carabinieri a Cavallo.

Tramite un vialetto alberato è possibile accedere alla parte centra le ricoperta da rampicanti. La pianta della struttura è a T con due cortili posti lateralmente, in uno dei quali (il più ampio) si trova un bellissimo abbeveratoio riparato da una grande tettoia quasi completamente ricoperta da edera rampicante.

16 - PONTE DELLE CATENE

Opera del Canonica, il ponte delle catene è strutturato a due archi ribassati con spalle in muratura su due piani inclinati convergenti al centro. La pila intermedia è formata da quattro colonne a fascio ed i parapetti sono in granito alternati con catene in ferro.

17 - ISOLINA

Ubicata all'interno dell'area in uso alla Facoltà di Agraria dell'Università di Milano, la Cascina Isolina è occupata da un custode. L'edificio, piccolo ed esagonale è sormontato da un particolare tempietto. Al piano terreno si può notare un grande arco, forse un tempo occupante tutto il piano, attualmente utilizzato come deposito per gli attrezzi da lavoro. In ogni lato del piano superiore appare una grande finestra che dà luce agli interni ben ristrutturati.

Oggi l'Amministrazione del Parco sta definendo con l'Università di Milano la possibilità di poter rendere pubblica l'intera area.

18- CASCINA CATTABREGA

Situata accanto al Mirabello questa cascina è stata progettata dall'Architetto Tazzini nel 1884. Come la maggior parte delle cascine del Parco, Cattabrega è strutturata su due piani: al piano terreno la stanza per gli attrezzi, la stalla ed il fienile, mentre al piano superiore l'abitazione.

I motivi che ornano questo edificio sono i medesimi che trovia mo anche in altre costruzioni: arcate a sesto acuto sottolineate da mattoni rossi a vista.

Una curiosità della Cattabrega sono le stalle con il doppio acces so, infatti il primo è disposto lungo il perimetro esterno della facciata, mentre al secondo si accede tramite un corridoio coper to, posto nel mezzo e trasversalmente all'edificio. Attualmente la Cascina Cattabrega è sede della Società Valle Mulini che alleva cavalli purosangue.

19- MULINO DEL CANTONE

Costruzione più volte ristrutturata e quindi caratterizzata da un aspetto abbastanza ibrido dal punto di vista architettonico. Originariamente in mattoni rossi, il blocco centrale oggi si presenta intonacato di giallo e costituito da un colonnato sormontato da una cuspide a raggiera. Le ali laterali sono ad arcate riempite e sul retro c'è la chiusa del Mulino. Curioso è l'effetto a galleria caratterizzato dal passaggio della Roggia laterale al Lambro ed attual mente in stato di secca.

Degna di nota è la torretta in mattoni a vista semidiroccata con una piccola finestrella a bifora; la cima è strutturata a merli ghibellini completamente occupata da nidi di uccelli. Attualmente è sede della cooperativa "Il Salterio".

20- CASCINA MULINI ASCIUTTI

Nascosta da un filare di pioppi, la Cascina Mulini Asciutti è composta da due edifici paralleli che racchiudono l'alveo della roggia principale uniti tra loro da un camminamento posto tra sversalmente ai due blocchi e coperto da cinque archi; percorrendolo è possibile accedere alle due sale di macina, ai controlli delle chiuse ed al piano terra di ogni edificio. lì mulino oggi è parzialmente attivo; è possibile ammirare ancora il funzionamento dei vecchi ingranaggi arrugginiti e visitare i locali dove sono custodite le ruote in pietra usate per le diverse macinazioni. In posizione simmetrica al mulino, divise dalla roggia si trovano le due grandi stalle con il granaio, il fienile ed il ricovero per gli attrezzi. La conservazione di tutta la struttura è buona, è possibile inoltre intravedere in un angolo del cortile un ponticello di legno ed un piccolo forno per la cottura del pane.

Nonostante la denominazione di questo mulino, attualmente è attraversato ed attorniato da fossi, rogge, rivoli d'acqua e piccoli stagni.

21 - VILLA MIRABELLO

La villa venne costruita verso la metà del XVII secolo dalla fami glia Durini la quale aveva acquistato il feudo di Monza nel 1648. Propulsore fu Giuseppe Durini, figlio cadetto di Giacomo che commissionò la costruzione della villa all'ingegner Gerolamo Quadrio.

I lavori iniziarono nel 1656 e terminarono nel 1675.

Si racconta che la villa è stata costruita sulle rovine di un antico castello di proprietà dei De Leyva, nobile famiglia di origine spagnola da cui nacque Virginia Maria De Leyva meglio conosciuta come la Monaca di Monza. Durante il periodo in cui fu abitata dal Cardinale Angelo Maria Durini (1725 - 1796), la villa, abbellita con affreschi e ristrutturata, divenne "luogo di delizie e cenacolo di letterati". "Il Quadrio strutturò il Mirabello attorno ad una corte nobile ed una rustica. lì viale d'accesso infatti corrisponde all'asse di simmetria che attraversa la corte nobile e l'edificio padronale. Sull'edificio spiccano due torri quadrate simili a quelle della chiesa del seminario di San Pietro a Seveso. La villa ha una pianta a "U" abbastanza complessa. La pianta del nucleo centrale comprende otto sale, con atrio, disposte ad un ampio salone che occupa tutta l'altezza dei due piani. Monumentale è lo scalone d'ingresso degno dei migliori palazzi milanesi. Nell'ala laterale sinistra, c'è la cappella di Santa Maria Nascente, il cui portale ha una cornice in granito rosa. Nell'ala laterale destra rispetto alla corte è ubicata la scuderia a tre navate con volte a crociera.

Nella facciata spiccano i tre archi di gusto vagamente neoclassico sopra i quali vi sono tre porte-finestre che si affacciano sul balcone sormontato da un timpano.

Dopo la morte del Cardinale, la villa venne inizialmente requisita dai soldati di Napoleone, nel 1805 fu acquisita da Don Carlo Vimercati Sanseverino, ed infine, un anno dopo, venne venduta al Governo Italico che la inglobò nel Real Parco.

Attualmente ospita alcune abitazioni ed è sede dell'Amministra zione del Parco, la quale ha in programma di ampliare le attività culturali e didattiche legate allo studio dei numerosi problemi paesaggistico-ambientali all'interno della struttura, in modo da concepire un nucleo operativo all'altezza dei migliori parchi europei.

Sul lato sinistro al corpo centrale è ospitato il Centro Ippico Santa Maria, affiliato alla FISE, dove vengono svolti corsi d'equitazione e manifestazioni legate all'ippica; mentre sul lato destro, sempre occupato da numerosi box per cavalli, trova sede il Monza Polo Club.

22- CASCINA CASALTA

Attualmente abitata ed utilizzata per uso agricolo, la Cascina Casalta ospita un'azienda agricola con un allevamento di 40 mucche oltre a numerosi box per la custodia dei cavalli. L'anno di costruzione risale al 1805-1825, da allora molte sono state le ristrutturazioni avvenute e attualmente si presenta divisa in due parti una vecchia ed una nuova.

"Un edificio nato per ospitare contadini con un loggiato su due piani sostenuto da numerose colonnine neoclassiche in granito di base ottagonale. L'ingresso, al centro della facciata, è ad arco. Da qui attraverso una piccola rampa si sale all'aia interna racchiu sa da tre edifici singoli adibiti a stalle e fienili. Le decorazioni originarie in rosso riproducevano mattoni."

23- ISOLINO - ALLEVAMENTO DFL DOSSO

Questa piccola struttura, situata sudi" un'isola", risale a circa 30 anni fa. La zona sulla quale è stata edificata è delimitata da una roggia che scorre verso la Cascina Mulini Asciutti. Attualmente è sede dell'Allevamento di pastori tedeschi "Del Dosso". L'edificio risalta nel verde del parco grazie alla vivacita dei colori sapiente mente utilizzati, come il rosso dei mattoni ed il giallo della pietra unitamente al violetto del glicine che in primavera incornicia il pergolato.

24 LA FAGIANAIA

Attualmente sede di un noto ristorante (Saint Georges Premier), I'ex fagianaia reale, l'etimologia lo dice da sola, era una cascina destinata all'allevamento di fagiani utilizzati per le battute di caccia reali. Costruita nel 1838, oggi si presenta con un aspetto molto elegante. Particolarmente ricercato, questo ristorante d'èlite, è sede di numerosi incontri mondani e meeting soprattutto in occasione del Gran Premio di Formula 1 nell'adiacente e celeberrimo Autodromo.

Posta al centro di un'area verde ricca di saliscendi, I'ex Fagianaia è strutturata da un corpo centrale allungato e due casette laterali con il tetto appuntito, queste ultime sono arricchite da un balconcino in ferro battuto bombato. Nella parte centrale sporge un corpo quadrato con una grande finestra ai lati della quale trovano spazio due finestroni tripartiti da leziose colonne in sasso grigio.

25- CASCINA MOLINO SAN GIORGIO

Questa struttura, risalente all 820, attualmente si presenta com posta da due edifici ad uso abitativo ed agricolo con una grande corte di fronte. Pur essendo in parte ben ristrutturato, il mulino San Giorgio conserva ancora un particolare fascino agreste forse dovuto all'attività di allevamento, tutt'oggi praticata. Durante la ristrutturazione del primo edificio sono stati tenuti ben in consi derazione i particolari di ambientazione: rampicanti intorno al patio del piano terra, fiori e bersò nel giardino antistante; il gusto è stato davvero ottimo anche nella scelta del bianco per l'intonaco delle pareti in contrasto con il caldo bruciato del cotto della pavimentazione.
Sono stati inoltre mantenuti due affreschi intorno al portoncino, rappresentanti un'Assunzione ed un Santo Stefano. L'altro edificio, non ristrutturato, ha la stessa configurazione ar chitettonica del primo e quindi disposto su due piani: al piano terreno il patio, al primo piano abitazioni e sul tetto una torretta in muratura.
Quando i Mulini di San Giorgio erano attivi venivano azionati dal Lambro che passava (e passa tutt'ora( attraverso la Roggia Molinara.

26 - PONTE DEI BERTOLI

Dopo il Mulino San Giorgio il Lambro attraversa una grande chiusa denominata Chiusa dei Bertoli; successivamente viene attraversato dal Ponte dei Bertoli "sul quale corre la strada di circonvallazione che collega il Mulino San Giorgio con i Mulini Asciutti".

Questa struttura è stata progettata dall'ingegnere Cantalupi nel 1853.

27- PORTICO DEL SERRAGLIO

"... entrasi nel Serraglio detto dei cervi, passando sotto un arco di stile gotico, che ci ricorda i tempi, e porta in fronte gli stemma dei Signori di Milano, i Visconti. Attigua a quest'arco havvi pure l'abitazione per la famiglia del guardiano, il recinto è chiuso a doppio steccato (ora però senza cervi nè daini nè caprioli che si lasciano vagare liberamente nel Parco) ed è formato in parte dal cosiddetto bosco di Biassono " (da una documentazione del 1841 di Virginio Bettini).

Ubicata all'interno dell'area in concessione dell'Autodromo questa struttura probabilmente, un tempo costituiva parte di un ingresso di qualche ricca proprietà terriera.

Un interessante arco di entrata a sesto acuto affiancato da due torri dal disegno particolarmente elaborato colpiscono subito il visitatore. L'arcata in mattoni rossi è bordata da una grossa treccia in muratura bianca. Due stemmi viscontei sono posti al centro di ogni torre all'estremità delle quali due semicerchi circoscrivono il disegno di un grosso fiore a petali.

Accanto alle torri sono inseriti due medaglioni in pietra incisi a fiore. All'estremità dell'arco a sesto acuto una testa di cervo testimonia la probabile presenza di recinti dove, nello scorso secolo, pascolavano daini, cervi e caprioli destinati alle battute di caccia.

RONDÒ DELLA STELLA

Situato in una zona boschiva detta Bosco Bello, all'estremo nord del parco nell'Autodromo, il Rondò della Stella è detto anche dei carpini o del gernetto, ed è il punto in cui si incontrano le strade provenienti da tutte le direzioni del Parco.

Questa zona boschiva, risalente al XV secolo e documentata con il nome di selva dei Gavanti è la più fitta dal punto di vista della vegetazione.