Domenica 21 Novembre

CREMONA LA CITTA’ DELLE 3 T

Cremona. Famosa per il torrone, ma non solo. A pochi chilometri di Milano ha un centro cittadino dal fascino quasi medioevale.  Domenica 21 novembre c’è la festa del torrone. Marisa ha proposto un’escursione.

Programma di massima

Mezzi

Auto, con suddivisione delle spese

Partenza – 9.00

Arrivo Cremona . 10.30

Pranzo . 13.00

Festa del torrone – 14.30

Partenza da Cremona . 17.30

Arrivo a Milano – 19.00 circa

 

Spesa prevista

Spese auto – Indicative 20 euro a/r

Pranzo – di base al sacco

    Possibilità trattorie varie

Diversi musei. Un esempio: Museo civico con Pinacoteca, museo stradivari ano. 7 Euro intero 5 ridotto. Possibilità di cumulativo con il museo degli archi 11 Euro intero 6 ridotto.

 

 

 

Si parte alla mattina, presto, ma non troppo. Una volta arrivati sul posto s’impiega la mattinata per girare il centro storico, con i suoi musei, monumenti e i suoi palazzi.

Ricordiamo che Cremona è la città dei liutai. La patria di Stradivari e Guarneri. Ci sono dei musei dedicati.

Si cerca la nostra solita bettolaccia in cui fare uno spuntino di specialità locali, poi nel pomeriggio ci si lancia nella degustazione delle mille forme che hanno saputo dare al torrone locale.

Per le 15.00 abbiamo prenotato per 12 persone per una degustazione (gratuita) di torrone accoppiata a distillati guidata da noto sommelier. Chi fosse interessato me lo dica.

Per sera si rientra.

Non siamo riusciti a trovare una guida per la città, ci arrangeremo con la documentazione che possiamo trovare.

Dalla presentazione:

Nel centro storico, fra le strade, le piazze, sotto gli antichi portici, tanti banchetti in cui sarà possibile assaggiare, acquistare, imparare a conoscere non solo il Torrone di Cremona ma anche quello portato da città lontane italiane ed estere.
E poi sarà ancora festa con gli spettacoli, il corteo storico e tanti eventi tutti gratuiti per il pubblico sempre numeroso.
Sono previsti percorsi per i bimbi per una festa che nasce proprio per loro.
E per gli adulti sarà occasione per conoscere Cremona, famosa per il suo elegante centro storico, i suoi monumenti, la musica di cui è culla.

Guido Platania Tel 334/6975885  - gp@helponline.it

 

 

LA STORIA

Come tramanda lo storico latino Tacito, la città fu fondata sotto il consolato di Tiberio Sempronio e Publio Cornelio (quindi nel 218 a.C.), al tempo in cui Annibale faceva irruzione in Italia, come baluardo contro i Galli stanziati al di là del Po e contro ogni altra minaccia che avrebbe potuto scendere attraverso le Alpi. Il territorio prescelto è, dal punto di vista geomorfologico, un terrazzo pianeggiante formatosi nel corso dell'ultima glaciazione, sopraelevato rispetto alla piana alluvionale del fiume che, all'epoca, aveva un percorso più settentrionale dell'attuale, molto più vicino alla città di quanto non sia ora. Cremona fu fondata come colonia di diritto latino: ciò significa che vennero mandati per popolarla coloni dal centro o dal sud dell'Italia, che restavano legati a Roma per quanto riguarda la "politica estera" e la guerra, ma che godevano di autonomia amministrativa. Alla fondazione della città si accompagnarono l'organizzazione e la divisione del territorio agrario (la cosiddetta centuriazione) in grandi appezzamenti da assegnare ai coloni.

Dopo una fase di instabilità legata alle incursioni dei Galli, la città conobbe un lungo periodo di grande prosperità, grazie alla sua posizione strategica sul Po e lungo la via Postumia, la strada consolare che, dal 148 a.C., attraversava l'Italia settentrionale collegando i porti di Aquileia e di Genova. Questa particolare floridezza è testimoniata da un lato dagli scavi archeologici, che hanno portato alla luce resti di lussuose abitazioni private e di imponenti edifici pubblici, dall'altro dalle fonti scritte. Sappiamo così che la città, sede tra l'altro della più celebre fiera agricola della Padania centrale, univa la ricchezza delle produzioni rurali, dell'artigianato e dei commerci ad un prestigio culturale tale da richiamare studenti dalle città vicine: anche Virgilio, adolescente, vi si trasferì per un periodo dalla nativa Mantova prima di completare gli studi a Mediolanum.
La prosperità di Cremona risulta nitidamente dalla descrizione che lo storico latino Tacito inserisce nel racconto della distruzione che la città subì in seguito alle vicende belliche del 69 d.C.

In quell'anno, dopo la morte dell'imperatore Nerone, scoppiò una violenta guerra civile per la successione al trono imperiale, che vide come contendenti Otone, Vitellio e Vespasiano.
  Reperto Romano

Due sanguinose battaglie furono combattute nei pressi di Bedriacum (una piccola città sorta lungo la via Postumia, nell'attuale comune di Calvatone) e di Cremona; la città, colpevole di aver accolto trionfalmente Vitellio, fu messa a ferro e fuoco dalle truppe del vincitore Vespasiano.

Dopo la ricostruzione voluta dallo stesso nuovo imperatore, nei decenni finali del secolo e per tutto il II la città prosperò senza particolari sussulti e senza entrare nelle vicende della "grande storia", al pari di molte delle città dell'Italia settentrionale.
Tra il III e il IV secolo la crisi generale dell'impero romano interessò anche i centri della Pianura Padana, sebbene il ruolo eminente di Mediolanum (una delle quattro capitali dell'impero tardo antico) avesse ricadute positive sul territorio e le città vicine.
È certo tuttavia che la rete viaria, non più oggetto di manutenzione, conobbe un degrado irreversibile e che i terreni coltivati furono in gran parte abbandonati. Tipico di questo periodo è il sorgere di grandi ville che, da residenza e sede "di rappresentanza" di potenti possessores, acquisirono anche la funzione di centri religiosi, dai quali il cristianesimo si propagò nelle campagne.

Cremona mantenne in questo periodo e per i due secoli successivi la propria struttura urbanistica e difensiva; la fine della città antica, infatti, viene generalmente fatta coincidere solo con il 603 d.C., anno in cui fu espugnata dal longobardo Agilulfo.

TRACCIA DI UNA VISITA A CREMONA

Sabato 20 novembre

Mattina dedicata alla visita della città di Cremona: l'incontro è previsto alle 9,30 presso il parcheggio dei pullman in Piazzale Libertà, di fronte alla sede dei Vigili Urbani. Dopo una breve passeggiata raggiungeremo il complesso monumentale di Piazza del Comune, forse la più unitaria ed esemplare tra le piazze medievali

d’Italia. Da un lato si allineano i due edifici civili, il duecentesco Palazzo Comunale e la Loggia dei Militi. Dall’altro svetta con i suoi 112 metri il famoso Torrazzo, la massiccia torre divenuta emblema della città. La sua verticalità viene quasi enfatizzata dal lungo portico della Bertazzola che lo lega al Duomo, il quale domina da protagonista con la sua marmorea facciata, severa e leggiadra insieme. La regolare geometria della piazza viene spezzata in fondo dalle forme ottagonali del Battistero.

Nel Palazzo Comunale è conservata la preziosa collezione civica dei capolavori dell’antica liuteria cremonese, con gli strumenti ad arco realizzati dai grandi maestri del passato quali gli Amati, i Guarneri e Antonio Stradivari. Proveremo l’esperienza straordinaria dell’audizione di uno di questi strumenti: un’occasione unica per sentire dal vivo la voce del violino “Carlo IX” di Andrea Amati del 1566, del “Cremonese 1715” di Antonio Stradivari, o ancora dello “Stauffer 1734” di Giuseppe Guarneri del Gesù.

Nel pomeriggio consigliamo la visita di una delle diverse botteghe liutaie convenzionate per scoprire le fasi della costruzione degli strumenti ad arco secondo il metodo tradizionale cremonese e i vari aspetti della liuteria (storia del violino, perizie, restauro, segreti e leggende). Oppure una piccola passeggiata per le vie della città, per scoprire i bei palazzi rinascimentali (Palazzo Fodri e Palazzo Stanga; Palazzo Affaitati sede del Museo Stradivariano, della Pinacoteca e del Museo Civico; Palazzo Raimondi, sede della Scuola Internazionale di Liuteria; palazzo Trecchi) e le chiese ricche di capolavori (Sant’Agostino e la sua tavola del Perugino; Santa Margherita con affreschi dei Campi e di Bonifacio Bembo; eccetera).

Domenica 21 novembre ’10

Un suggerimento: prima di lasciare la città, non mancate di fare una breve tappa in periferia per visitare la rinascimentale chiesa di San Sigismondo, eretta per volere di Bianca Maria Visconti e interamente affrescata dai maestri del manierismo locale: dai fratelli Campi a Bernardino Campi (omonimo, ma non parente), Camillo Boccaccino, Bernardino Gatti.

Museo Civico "Ala Ponzone"

Nel cinquecentesco palazzo Affaitati ha sede la Pinacoteca del Museo Civico "Ala Ponzone".
Costituitasi nel corso dei secoli a partire dal Cinquecento, principalmente con le raccolte della famiglia Ponzone, legata ad uso pubblico col testamento del marchese Giuseppe Sigismondo Ala Ponzone nel 1842, ed ampliata con le opere provenienti da alcune soppresse chiese cremonesi, la raccolta di dipinti e sculture assomma oggi a più di duemila pezzi, solo in parte esposti nelle sale del Museo.
La sezione dedicata al Medio Evo e al Quattrocento, con sculture, affreschi strappati, tavolette da soffitto e una ampia selezione della produzione legata alle opere dei Bembo, è allestita nella prima sala.
La Galleria della pittura cremonese del Cinquecento offre una completa antologia dei pittori che documentano il passaggio dalla tradizione quattrocentesca alla maniera moderna (Boccaccino, Pedro Fernandez, Aleni e Galeazzo Campi) e l'affermazione della nuova sensibilità rinascimentale attraverso le opere di Camillo Boccaccino, di Gian Francesco Bembo e dei Campi, anticipatori della sensibilità naturalistica che approderà a Caravaggio, qui illustrato dal celebre San Francesco in meditazione.
La Sala di San Domenico ospita una serie di opere provenienti dalla demolita chiesa dei frati predicatori e mostra gli apporti milanesi nella cultura locale del Seicento (Cerano, Nuvolone, Procaccini).
Le sale successive sono dedicate alla natura morta cremonese (in questa sala, tra l'altro, è esposto il celebre dipinto di Giuseppe Arcimboldi "L'ortolano"), ai ritratti di casa Ponzone e alle testimonianze della pittura dei secoli XVII (Genovesino), XVIII e XIX con l'affermazione del Neoclassicismo (Diotti) e del Romanticismo (Piccio).
Le ultime due sale accolgono una selezione di arti applicate (porcellane orientali, ceramiche e maioliche lombarde ed europee, avori, smalti).
Al secondo piano vi ha sede la sezione dedicata all'iconografia di Cremona, con opere legate alla storia della città e alla sua rappresentazione pittorica.
Le successive sale del piano offrono una panoramica della pittura lombarda e cremonese del secondo Ottocento (Gorra, Colombi Borde) e del Novecento (Vittori, Rizzi).
Al terzo piano è il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe: vi ha sede la collezione grafica delle Raccolte museali, che assomma a circa duemila disegni e quattromila stampe. Il Gabinetto possiede uno spazio espositivo e alcune stanze per la consultazione del materiale. Tra la collezione di disegni emerge il gruppo dei fogli cremonesi del Cinquecento; mentre il nucleo più interessante della raccolta di stampe è rappresentato dai circa duecento esemplari risalenti ai secoli XV-XVI.

 

Museo Stradivariano

E' con l'anno 1893 che inizia la storia del Museo Stradivariano, in quell'anno veniva accettata dalla città di Cremona la donazione di Giovanni Battista Cerani, consistente in forme, modelli, e attrezzi vari appartenuti a liutai cremonesi, alcuni dei quali ad Antonio Stradivari.
Nel 1895 Pietro Grulli contribuì ad incrementare la prima donazione aggiungendo quattro morse a vite in legno di origine stradivariana. Ma ciò che costituisce la parte più significativa del Museo è quanto rappresentato dai reperti provenienti dalla collezione di Ignazio Alessandro Cozio conte di Salabue. Nato nel 1755, egli viene considerato il primo grande studioso di liuteria. Con l'acquisto di quanto era rimasto del laboratorio di Stradivari, Alessandro Cozio poté alimentare il grande interessa che aveva sempre dimostrato per questioni di carattere liutario e divenne ben presto un personaggio di rara competenza in questa disciplina. La collezione Salabue, costituita da forme in legno, modelli in carta e attrezzi vari, che venivano impiegati per la costruzione di violini, viole, violoncelli e altri strumenti ancora, dopo numerose vicissitudini fu venduta nel 1920 dall'ultima erede di Cozio, la marchesa Paola Dalla Valle del Pomaro, al liutaio bolognese Giuseppe Fiorini, per la cifra di centomila lire. Prima della donazione al Comune di Cremona questa inestimabile collezione fu oggetto di profondo studio di Simone Fernando Sacconi, che a quel tempo si trovava ancora in Italia. Sacconi riordinò tutti i reperti che la costituivano dando precise informazioni sul loro uso. Molteplici furono le difficoltà incontrate da Fiorini nel cercare di formare una scuola di liuteria italiana che potesse avvalersi di quel prezioso materiale. Dopo diversi tentativi effettuati in varie città italiane, Giuseppe Fiorini, nell'aprile del 1930, donò al Museo Civico di Cremona l'intera collezione dei cimeli del grande liutario cremonese.
Il 26 ottobre 1930, il senatore Alfredo Rocco, allora Ministro di grazie e giustizia, inaugurò la Sala Stradivariana in Palazzo Affaitati, da poco divenuto sede dei Civici Musei, dove venne esposta la collezione Salabue-Fiorini insieme ai reperti delle precedenti donazioni. Dopo il trasferimento dalla primitiva sede a Palazzo dell'Arte, il Museo Stradivariano ritornò in Palazzo Affaitati per trovare poi, nel 1979, una nuova sistemazione nelle sale precedentemente occupate dall'Archivio di Stato, in Via Palestro. Dal 13 dicembre 2001 il Museo trova la sua definitiva collocazione nelle sale settecentesche del piano nobile di Palazzo Affaitati. Il Museo è organizzato in tre sezioni:
• quella che contiene un itinerario relativo alla costruzione della viola contralto secondo la tradizione della scuola classica cremonese; per questa prima sezione è stato scelto il corredo della viola contralto del 1690, in quanto risulta essere uno dei più completi fra quelli conservati nel museo stesso; lo stesso itinerario è stato studiato e organizzato anche per non vedenti e i ipovedenti;
• il gruppo di strumenti che ricorda, per la maggior parte liutai italiani che operarono dalla seconda metà del XIX secolo sino alla prima metà del XX secolo;
• la collezione Salabue-Fiorini esposta in sedici bacheche che contengono ben 710 reperti provenienti dal laboratorio di Antonio Stradivari.

PERCORSO DI VISITA AL MUSEO STRADIVARIANO DEDICATO AI NON VEDENTI E IPOVEDENTI
All'interno del Museo Stradivariano è stato realizzato e inaugurato nel 2003 un percorso di visita per non vedenti e ipovedenti, allo scopo di rendere fruibile il patrimonio culturale a persone che ne sarebbero tradizionalmente escluse.
Per questo progetto sono stati intrecciati proficui rapporti di collaborazione con diverse Istituzioni quali l'Istituto dei Ciechi di Milano, il Gruppo "Vediamoci Insieme" della Croce Rossa Italiana - Comitato di Cremona e l'Unione Italiana Ciechi di Cremona, che hanno anche validamente partecipato al progetto con consulenze e collaborazioni. Per loro tramite il Sistema è entrato in relazione con la realtà dei diversamente abili.
Si tratta dell'allestimento di un percorso significativo all'interno dell'ordinamento espositivo e didattico del Museo Stradivariano, per la dimostrazione e esemplificazione acustico-tattile del processo di realizzazione dello strumento ad arco secondo i canoni della prestigiosa scuola liutaria cremonese. Tale percorso comprende, oltre a una segnaletica orientativa a caratteri nero e braille, nove vetrine appositamente studiate e realizzate per la ricostruzione del procedimento di realizzazione di un violino attraverso l'assemblaggio di elementi (su modello di strumenti stradivariani della collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona"). Tali parti sono destinate ad essere manipolate e assemblate dal visitatore.
Vi sono poi un'apparecchiatura di riproduzione dei suoni dei diversi strumenti ad arco, da attivare alla fine del percorso, e un'attrezzatura walk assistant di audioguida con testi esplicativi del processo di realizzazione del violino.
È stato anche realizzato il catalogo in braille e nero del Museo Stradivariano.

PERCORSO DI VISITA AL MUSEO STRADIVARIANO DEDICATO AI NON UDENTI
Dopo la positiva esperienza del percorso dedicato ai non vedenti e ipovedenti relativo al Museo stradivariano, e confortata dal riscontro assai positivo di tale iniziativa presso i visitatori, l'Amministrazione Comunale ha ritenuto di allestire un percorso dedicato ai non udenti realizzato in collaborazione con il "Centro Comunicare è vivere" di Milano.
Il progetto, oggi concretamente realizzato, permette alla direzione del sistema museale di proseguire nello sforzo di rendere fruibile il patrimonio artistico della città anche a quelle categorie di persone che, a causa dell'handicap, ne sono "tradizionalmente" escluse.
Da questa proficua collaborazione è nato il DVD interattivo dedicato alla storia e alle collezioni del Museo stradivariano, nonché alla Collezione dei violini che rappresenta la tradizione liutaria cremonese attraverso le famiglie degli Amati, Guarneri, Stradivari. Realizzato in modalità dedicate alle persone non udenti, il DVD è comunque fruibile da tutti, accomunando così gli amanti dell'arte e delle tradizioni del passato nel piacere della scoperta di un patrimonio unico al mondo.
Le Associazioni e gli interessati possono richiedere il DVD presso il Museo Civico Ala Ponzone.

 

Collezione "Gli Archi di Palazzo Comunale"

In una sala di questo Palazzo è in esposizione la collezione di strumenti ad arco, fra le più importanti che si conoscano.
Gli strumenti esposti tracciano la storia di quella che è stata la più grande scuola liutaria di ogni tempo, nata e sviluppatasi in Cremona dalla prima metà del XVI secolo alla prima metà del XVIII secolo.

Violino: "II Carlo IX di Francia" costruito da Andrea Amati nel 1566
Viola: "La Stauffer", costruita da Antonio e Gerolamo Amati nel 1615
Violino:"L'Hammerle", costruito da Nicolò Amati nel 1658
Violino: "Il Clisbee", costruito da Antonio Stradivari nel 1669
Violino: costruito da Francesco Ruggeri nel 1675
Violino: "Il Quarestani", costruito da Giuseppe Guarneri figlio di Andrea nel 1689
Violoncello: "ex Cristiani", costruito da Antonio Stradivari nel 1700
Violino:"Il Cremonese 1715", costruito da Antonio Stradivari nel 1715
Violino:"Il Vesuvius", costruito da Antonio Stradivari nel 1727
Violino: "Lo Stauffer", costruito da Giuseppe Guarneri, detto del Gesù, nel 1734
Violino:"Lo Stauffer", costruito da Enrico Ceruti nel 1868
Violino: costruito da Simone Fernando Sacconi nel 1941

GLI ARCHI DI PALAZZO COMUNALE

Il violino appare nella prima metà del XVI secolo e ha in Andrea Amati il primo dei liutai cremonesi che si distingue nella costruzione di strumenti ad arco.
Alcune considerazioni, di non poco peso, danno un consistente contributo al sostegno di questa tesi: il fatto che Andrea Amati sia nato attorno al 1505 ridimensiona decisamente l'importanza che si è creduto di attribuire alla città di Brescia, in quanto patria del violino con Gasparo Bortolotti da Salò, nato nel 1540; il gruppo di strumenti commissionati da Carlo IX di Francia, poco dopo la prima metà del XVI secolo, ad Andrea Amati dimostra che a quel tempo, quando Gasparo da Salò era poco più che ventenne l'arte del liutaio cremonese fosse conosciuta ben oltre i confini italici.
Due dei figli di Andrea, Antonio e Gerolamo, si dedicano alla liuteria e lavorano nella bottega del padre. Nicolò Amati, figlio di Gerolamo, si afferma nel XVII sec. proseguendo il cammino nel solco dei suoi predecessori.
Dalla seconda metà del XVII secolo lavora in Cremona il più celebre dei liutai: Antonio Stradivari. Nascono così i più grandi capolavori che la storia della liuteria conosca. Un posto fra i grandi della liuteria cremonese spetta a Giuseppe Guarneri del Gesù il quale, benché più giovane di Stradivari di circa mezzo secolo, gli sopravvive di pochi anni.
Inutile sarebbe ricercare in Guarneri del Gesù la raffinatezza di linee espresse dagli Amati e da Stradivari nei loro lavori.
Piuttosto sembra lecito pensare che le attenzioni maggiori del maestro siano rivolte a problemi di carattere acustico: la prontezza di del suono, in strumenti dal taglio vigoroso, senza per altro che questa ultima si dissoci dalla capacità di penetrazione e al tempo stesso dalla dolcezza.

Andrea Amati
il Carlo IX, 1566 c. - violino

Questo violino faceva parte di un gruppo di strumenti costruiti per la corte di Carlo IX di Francia, gruppo formato da piccoli violini, grandi violini, viole e violoncelli, ed è uno dei soli quattro superstiti tra i violini di grande formato. È uno strumento ancora pienamente efficiente, in ottimo stato di conservazione. Sul fondo sono visibili ampie tracce dello stemma di Carlo IX. Sulle fasce si nota invece ancora parte del motto "Pietate et Justitia".
La Commissione preposta a redigere il verbale peritale, nel maggio del 1966 riconobbe il grande valore artistico e storico dello strumento e concluse che esso era idoneo sotto tutti gli aspetti". Proveniente dalla famosa collezione Henry Hottinger, passato in seguito alla Casa Wurlitzer di New York, fu acquistato presso quest'ultima dall'Ente Provinciale peril Turismo di Cremona, e donato poi alla città il 25 febbraio 1966.

Antonio e Gerolamo Amati
la Stauffer, 1615 - viola

La viola di proprietà di S.H. Danks, prima viola dell'orchestra B.B.C. di Londra, fu acquistata dalla fondazione musicologia W. Stauffer di Cremona nel mese di maggio 1966 e depositata presso la collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona".
In realtà la viola è stata costruita da Gerolamo, in quanto il fratello Antonio era morto nel 1607. L'etichetta porta però anche il nome di Antonio perché Gerolamo utilizzò sempre la stessa fino al termine della sua attività. La viola, finemente lavorata, presenta un eccellente stato di conservazione. La vernice, tutta allo stato originale, è di un bel colore bruno dorato. La qualità sonora della viola si basa su un indiscutibile equilibrio timbrico fra le quattro corde.

Nicolò Amati
l'Hammerle, 1658 - violino

Costruito su forma grande, questo strumento rappresenta degnamente l'arte di Nicolò Amati, che più di tre secoli fa portò la liuteria ad un notevole livello. Violino di squisita fattura, ricco di vernice originale possiede straordinarie qualità acustiche che denunciano l'appartenenza dello stesso ad un'unica matrice: la prestigiosa scuola cremonese. Proveniente dalla collezione di Teodoro Hammerle, fu posseduto in seguito da Henry Hottinger; successivamente passò alla Casa Wurlitzer di New York, dalla quale fu acquistato per iniziativa dell'Ente Provinciale per il Turismo di Cremona nell'autunno del 1966 con sottoscrizione cittadina "un dollaro per il Nicolò Amati".

Antonio Stradivari
il Clisbee, 1669 - violino

Lo strumento, dono dei coniugi Evelyn e Herbert Axelrod, è del primo periodo della produzione stradivariana dove il riferimento alle opere di Nicolò Amati appare evidente pur mostrando già la forte personalità di Stradivari. Il violino è entrato a far parte della collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona".

Francesco Ruggeri
1675 - violino

Considerato dagli esperti di pregevole fattura e di notevole qualità acustica, questo violino, è stato concesso in comodato gratuito al Comune di Cremona. Il violino, il 27 ottobre 1937, in occasione del Bicentenario Stradivariano svoltosi a Cremona, venne sottoposto all'esame di una commissione internazionale composta da: Fridolin Hamma, Simone Fernando Sacconi, Leandro Bisiach senior, Mario Corti, Ignazio Caporali, Paolo Deschamp, Max Moller che ne attestò l'autenticità e lo definì un bellissimo esemplare di Francesco Ruggeri detto il "Per" . Vi è anche un ulteriore certificato di autenticità compilato dalla casa Beare di Londra del 24 marzo 2006.

Giuseppe Guarneri (figlio di Andrea)
il Quarestani, 1689 - violino

Attribuito, come si legge nell'expertise redatta dalla casa John & Arthur Beare, di Londra, a Giuseppe Guarneri, figlio di Andrea, il violino, sempre secondo detta expertise, è stato costruito nel laboratorio del padre Andrea nell'anno 1689, come risulta dalla etichetta originale collocata nell'interno dello strumento. Questo violino va considerato come un esempio caratteristico del primo periodo della produzione del maestro cremonese, anche se sono da escludere, da questa valutazione, le "effe" che sono state allargate. Strumento di bella fattura, possiede notevoli qualità acustiche. Per la costruzione sono stati impiegati legni pregevoli, dall'acero con marezzatura molto pronunciata, all'abete rosso con venatura molto fine al centro; la vernice è di un caldo arancio bruno su fondo più chiaro. Il violino è di proprietà del Comune di Cremona.

Antonio Stradivari
ex Cristiani, 1700 - violoncello

La Fondazione W. Stauffer, l'11 novembre 2005, ha acquistato il violoncello "Cristiani" costruito da Antonio Stradivari nel 1700. Si realizzava così il sogno del presidente della fondazione, Paolo Salvelli, di affiancare alle altre celebri opere che costituiscono la collezione "Gli archi di Palazzo Comunale di Cremona" un violoncello in modo da completare strumentalmente la forma che costituisce l'ensemble quartettistica (2 violini, 1 viola e 1 violoncello). Il suo stato di conservazione è eccezionale; la bellezza dell'acero del fondo si accoppia alla particolare qualità dell'abete rosso della tavola armonica e all'eccellenza della vernice. L'equilibrio fra le quattro corde e la prontezza di emissione del suono pongono questo strumento tra le opere più significative di Stradivari. Il nome di questo strumento ricorda quello della giovane violoncellista Lisa Cristiani che lo possedette e alla quale Mendelssohn dedicò la "Romanza senza parole" op. 109.

Antonio Stradivari
il Cremonese, 1715 - violino

Conosciamo poco più di dieci violini costruiti nel 1715, tra questi l'Alard, il Tiziano, l'Imperatore, il Bazzini, il Rode: quello appartenente alla civica collezione di Cremona può figurare degnamente tra i primissimi di questo gruppo. È un violino di grande formato. La bellezza del lavoro viene esaltata dalla particolare qualità del legno impiegato dal maestro cremonese, e da una vernice arancione dorato, tutta allo stato originale. Strumento generosissimo di voce, anche nelle zone meno favorite, dimostra una straordinaria vitalità. Eccezionale l'equilibrio timbrico dalle note gravi alle acute. La corda di Sol è particolarmente dotata sul piano del volume; la capacità di penetrazione e di espansione della voce di questo strumento ben si accomunano ad una straordinaria prontezza di emissione della voce stessa. Acquistato nel 1961 dall'Ente Provinciale per il Turismo di Cremona presso la Casa W. E. Hill & Sons di Londra, venne in seguito donato alla città.

Antonio Stradivari
il Vesuvius, 1727 - violino

Nel 1977 Remo Lauricella, violinista e compositore, in visita alla collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona", confidò al conservatore, che era sua intenzione donare, dopo la sua morte, il suo strumento, conosciuto come "Vesuvius" del 1727 di Antonio Stradivari. Lauricella moriva il 19 gennaio 2003, il Comune di Cremona venne informato che, in una clausola dell'ultimo testamento era stato previsto il lascito del suo violino "Stradivarius Vesuvius", al sindaco e ai consiglieri in carica della città di Cremona. Scattò un'entusiasmante gara di solidarietà e di iniziative per raccogliere fondi necessari per pagare l'imposta di successione. Il 3 novembre 2005 una delegazione cremonese, guidata dal sindaco Gian Carlo Corada, ritirò da Londra il violino.

Giuseppe Guarneri (detto del Gesù)
1734 - violino

Già nel 1830 il violino apparteneva alla famiglia italiana Bravi Mazzo; il 22 febbraio del 1916 veniva in possesso di un certo D. Saluzzo. Nell'aprile del 1924 la casa di Hjorth di Copenaghen lo vendeva a H.L.Wessel, abitante in quella città. Dal 1972 al 1977 è stato usato dal celebre violinista Pinchas Zukerman per concerti in tutto il mondo e per la registrazione di numerosi dischi. È' uno degli strumenti meglio conservati, appartenenti al secondo periodo del maestro cremonese. Costruito con bel legno, possiede eccellenti qualità acustiche; la vernice è di colore giallo arancio su fondo dorato. Il violino, di proprietà della Fondazione musicologia "Walter Staufffer", è stato acquistato nell'aprile del 1980 e depositato presso la collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona".

Enrico Ceruti
lo Stauffer, 1868 - violino

Enrico Ceruti, figlio ed allievo di Giuseppe, nacque a Cremona nel 1806. Il suo nome di battesimo era, in effetti, Riccardo Fabio e fu in seguito soprannominato Enrico. Partecipò a diverse mostre e concorsi nazionali e internazionali, vincendo anche alcuni premi. Morì nel 1883. Il violino è stato acquistato dal Centro di Musicologia "Walter Stauffer" di Cremona e depositato presso la collezione "Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona".

Simone Fernando Sacconi
1941 - violino

Questo straordinario violino si trova ampiamente illustrato in "Loan exbition of stringed instruments and bows" commemorating the seventieth birthday of Simone Fernando Sacconi, New York City October 1966. Simone Fernando Sacconi, universalmente ritenuto uno dei più grandi liutai di ogni tempo, trasse l'ispirazione, per la costruzione di questa mirabile opera, dagli strumenti intarsiati di Antonio Stradivari, in particolare l'intarsio è riferito al violino Hellier del 1679. Il violino è di proprietà del Comune di Cremona.

 

IL PALAZZO COMUNALE

Galleria Fotografica

Il Palazzo del Comune è stato fondato nel 1206 con la forma architettonica tipica del broletto lombardo e successivamente ampliato nel 1245. La struttura medievale del palazzo non ha subito modifiche fino alla fine del XV secolo. A partire dal 1496 e poi nel corso del secolo successivo fu modificata la facciata sostituendo le trifore duecentesche con finestre rettangolari e aggiungendo il nuovo arengario in marmo addossato al pilastro centrale della facciata. Lo spazio interno, che prevedeva un'unica grande sala per le riunioni del popolo del Comune, fu suddiviso in nuovi ambienti di minori dimensioni tra i quali la cappella, oggi Sala dei violini (che viene trattata a parte), la Sala del Consiglio dei Decurioni, oggi Sala della Consulta e una galleria d'accesso, oggi Salone dei quadri, sede del Consiglio Comunale.

L'attuale facciata è il risultato delle variazioni apportate nel 1838 dall'architetto cremonese Luigi Voghera che ha arricchito le finestre di lesene e decorazioni in cotto, oltre alla fascia di marmo bianco con mensoloni, di gusto neo-rinascimentale. L'attuale scalone d'accesso fu costruito negli stessi anni in sostituzione di quello precedente cinquecentesco. Percorrendolo si arriva al Salone degli Alabardieri, all'interno del quale si ammirano ancora tracce di affreschi parietali della fine del Duecento, di gusto ancora bizantineggiante sia pur con accenni di modernità romanica: un San Cristoforo, una Madonna col Bambino e Santi e una Crocifissione.

Inoltre venne aperto mediante arcate il cortile interno del palazzo, creando a piano terra un porticato d'accesso. Venne infine abbassato di quasi un metro il livello della piazza e del cortile per diminuire il dislivello con le strade circostanti: Cremona conserva ancora nel suo impianto urbanistico l'originaria forma di un terrazzamento fluviale fondato come colonia romana in un'ansa del fiume Po.